Un’idea di Città
Un’idea di Città
di Arch. Sara Tarricone
Quando capita di girare in città turistiche strutturate ci si rende conto dei limiti e delle occasioni perse, della mancanza di idee, basterebbe anche una sola: un’idea di città in cui la vocazione principale venga esaltata e ogni angolo venga strutturato per accogliere e magari coccolare il turista, la famiglia, i bambini e gli anziani.
Tanti sono i luoghi che potrebbero creare accoglienza.
Iniziamo dalla parte più turistica: la riviera.
Cosa manca a un lungomare per essere considerato vera riviera?
Io immagino una strada che favorisca il passeggio ai pedoni, alle biciclette, ai disabili, con traffico calmierizzato, magari un unico senso di marcia, con parcheggi a “Spina di Pesce” per agevolare le manovre di sosta e di uscita e per incrementarne il numero di posti disponibili.
La corsia inutilizzata del doppio senso potrebbe essere sfruttata per potenziare la pista ciclabile e contestualmente garantire un passeggio comodo, soste con pensiline ombreggianti, magari dotate di impianti fotovoltaici atti a migliorare le prestazioni energetiche comunali, in cui artisti di strada possano esibirsi allietando il turista nei momenti di relax.
Il senso unico sulla riviera potrebbe essere collegato ad anello con un senso unico che abbia lo stesso ruolo della riviera, ma in pieno centro cittadino.
Musica in filodiffusione, stand stabili in cui commercianti locali o artigiani dell’entroterra possano regolarmente vendere prodotti locali e non.
Pensare al Corso Umberto con un senso unico di marcia, larghi marciapiedi, mobilità sostenibile garantita anche dal traffico calmierizzato, ai più spaventa o almeno insinua dubbi, ma se si ha una visione, se si inizia a pensare come potrebbe diventare un luogo dove adesso i negozi soffrono del “mancato passeggio”, forse le cose potrebbero avere aspetti differenti.
Immagine di una possibile trasformazione di Corso Umberto
(progettista Arch. Sara Tarricone)
Stazioni di noleggio e di approvvigionamento energia elettrica per bici elettriche e piccoli mezzi per la mobilità sostenibile.
Iniziando da Sud, procedendo verso Nord, parchi, piazze ed edifici potenziati e recuperati per offrire servizi e strutture destinati a creare luoghi d’accoglienza per turisti ma anche e soprattutto per i cittadini ormai assetati di luoghi di aggregazione anche se apparentemente assuefatti dallo stato di fatto delle cose.
Io credo che sia giunto il momento per iniziare a chiedere, a pretendere che le cose cambino. Lo dimostrano le azioni, se pur deprecabili, verificatisi recentemente ai danni della nuova palazzina di viale Europa, che hanno esplicitato un sentore diffuso di intolleranza verso l’ormai consueto poco rispetto delle regole.
Un accordo di programma tra imprenditori e amministrazione, va rispettato in tutti gli standard previsti dalle normative vigenti e vanno finalmente intesi come rispetto minimo garantito delle normative statali previste e non come favore del costruttore di turno nei confronti del cittadino: richiedere il rispetto di una superficie permeabile in cambio di tanti metri cubi costruiti è un obbligo di chi “gestisce il territorio” e un dovere per chi lo modifica in maniera definitiva se si vogliono evitare allagamenti, soprattutto se non si interviene in maniera decisa sul potenziamento dell’impianto fognante cittadino ormai troppo esiguo per una popolazione incrementata del 250% da quando è stato pensato e attuato l’impianto esistente.
Tutto questo, ovviamente, se si vogliono evitare considerevoli danni materiali in caso si verifichino nuovamente bombe d’acqua che distruggono proprietà create col sudore della fronte, magari concretizzatesi dopo anni di lavoro e sacrifici.
Perché il rispetto delle regole DEVE ESSERE COLLETTIVO per far sì che una comunità rispetti le persone nei ruoli più alti.
La città di Montesilvano, quand’anche diventasse parte di una realtà più ampia come la Grande Pescara, per evitare di trasformarsi in un ghetto – dormitorio, ha necessità di identificare una sua identità, finalmente, creando servizi, strutture in maniera che tutte le sue parti siano in relazione.
Un edificio senza marciapiedi, spazi di aggregazione, accoglienza, fruibilità costituisce la premessa per trasformarlo in dormitorio, ovvero in luogo non accogliente in cui la socializzazione tra gli individui non è prevista, pertanto diventa alienazione automatica di chi ci risiede perché gli è concesso solo l’uso delle quattro mura previste.
Un insieme di edifici di questo tipo non può far altro che trasformare in dormitorio un’intera zona, perché si sa “è meglio andare in centro” dove per centro si intende solo ed esclusivamente Pescara.
Sono necessarie strade attrezzate per essere fruite da pedoni, ciclisti e automobilisti in maniera comoda e soprattutto in sicurezza, che colleghino nuclei appena sviluppati con il centro consolidato della città.
Una città che rispetta le regole, non alimenta focolai di rancori, non opprime i cittadini ma opera delle scelte per loro, preventivando interventi a lungo termine che sviluppino il territorio e risolvano problemi ormai consolidati. Questo mi aspetto da un’amministrazione illuminata.