Lettera di ringraziamento di un docente di Geografia ai suoi studenti
di Giuseppe Troiano (numero: Settembre 2019)
Un altro anno scolastico si è appena concluso. Non è un anno come gli altri perché questo porta con sé sentimenti ed emozioni diversi. Il solstizio d’estate è quasi alla massima altezza, il ché, per molti studenti equivale a come trascorrere le vacanze estive, già programmate, lunghe e spensierate, o coincide con il nuovo Esame di Stato con la sorpresa della Geografia tra le materie esterne e, per me, la nomina a Penne in qualità di commissario per l’indirizzo turistico.
La linea dell’orizzonte, intanto, appare alta in un’estate calda e afosa. Luglio e agosto erano i mesi durante i quali iniziavo a delineare la nuova programmazione didattica: appunti, schemi su argomenti da proporre agli studenti, carte geografiche, grafici, articoli di quotidiani e riviste scientifiche, foto, schede di approfondimento dei fenomeni fisici e socio-economici dell’estate; uscite didattiche, lezioni all’aperto, viaggi di istruzione. Idee e progetti da condividere e realizzare nei consigli di classe.
Ora, il percorso sarà diverso perché quell’orizzonte sta per segnare il confine tra quello che è stato l’insegnamento della Geografia, con il ricordo e l’amicizia dei miei alunni, di ieri e di oggi, e ciò che non potrà più essere come prima. Il verbo insegnare, dal latino volgare “insignare”, cioè “imprimere un segno”, insieme alla “passione di insegnare” (studium docendi), significa che nella didattica educativa ogni docente deve lasciare un segno per il compito che gli spetta.
Il primo giorno di scuola, nell’accoglienza delle prime classi o in continuità didattica con le altre, la prima lezione iniziava con i diritti e doveri degli insegnanti e degli alunni, spiegando, poi, il nome Geografia e il suo valore educativo, insieme al metodo da seguire durante le lezioni in classe e lo studio domestico. Spesso ho paragonato il Mondo ad un palcoscenico di un teatro dove ognuno di noi è attore e spettatore nel rapporto spazio-tempo, e come sia fondamentale nell’insegnamento e nella vita adempiere il proprio dovere, consapevoli delle nostre responsabilità verso noi stessi e gli altri. Infatti, se dimostreremo di essere corretti nel comportamento, allora potrà realizzarsi quella educazione morale che è alla base di ogni progresso scientifico, economico, sociale e culturale della società.
La Geografia e Penne, due piacevoli sorprese.
La prima, dopo essere stata a lungo dimenticata nell’ambito del Turismo, è con la Lingua Francese o Spagnola materia esterna; la seconda, invece, è il ritorno nella città dei Vestini quando, agli Esami di Stato 2006 e 2008, la materia, insegnata nelle classi del triennio economico, esaminava le problematiche mondiali, prima che venisse cancellata nella didattica dalla riforma Gelmini. Della sua valenza formativa, dimenticata e sottovalutata, anche il Ministro dell’Istruzione Bussetti, rispondendo alle domande di alcuni studenti durante la manifestazione “Ragazzi al centro”, nel marzo 2019, organizzata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, si è reso conto che, e questa è un’altra sorpresa, nelle prove Invalsi manca la Geografia.
La nuova sede dell’Istituto “G. Marconi” di Penne è presso la stazione dei pullman non essendo più sicura la struttura dell’antico e prestigioso Palazzo De Sterlick Aliprandi, a causa delle scosse sismiche e delle nevicate abbondanti del 2017 che hanno fatto crollare una parte del tetto. Di questo breve periodo conservo un bel ricordo per l’accoglienza gentile e la dignità manifestata dagli studenti nel modo di vestire e nel comportamento educato di chi allo studio aggiunge anche il lavoro e rendersi così indipendenti dalla famiglia. Vengono da Penne, Villa Celiera, Loreto Aprutino, Collecorvino, Carpineto della Nora. Nella seconda prova, quella di Economia Turistica ed Inglese, il tema sull’albergo diffuso li ha resi ancor più protagonisti sulle potenzialità del loro territorio, nella valorizzazione delle risorse naturali e storico-culturali dei loro borghi.
Nella prova orale ho compreso anche come sia ben presente nel loro modo di pensare e di agire che il bene del sapere rende possibile la concreta realizzazione degli ideali di solidarietà, libertà di pensiero, rispetto della giustizia e senso del dovere, più volte espresso nei lavori su cittadinanza e Costituzione, soprattutto in riferimento alla vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Primo Levi, Liliana Segre; la partecipazione a Libera di don Ciotti, la visita al campo di concentramento di Terezin, durante il viaggio di istruzione a Praga o la tragedia degli sbarchi degli immigrati con la foto del piccolo Aylan, oltre agli articoli della Costituzione e l’iniziativa in preparazione della partenza del Giro d’Italia sempre a Penne.
Sono decisi nella scelta di un lavoro, di estetista truccatrice, pasticciere, receptionist, o di iscriversi all’Università alle Facoltà di Lingue Straniere, Economia e Commercio, Giurisprudenza, Mediazione Linguistica nel mondo arabo. Le loro aspirazioni, i loro sogni più belli.
Ero a Penne ma sembrava di essere dinanzi alla Commissione esaminatrice con i miei studenti. È il segno dell’universalità dell’insegnamento a qualsiasi latitudine. E della Geografia colgo la Bellezza del paesaggio collinare di questo breve itinerario come se fosse una visita guidata. Una Bellezza che si esprime nel susseguirsi della pianura costiera e delle assolate campagne e colline aprutine; una Bellezza che associa alle immagini di una geometria cromatica dei campi a strisce, più o meno lunghi secondo la morfologia del pendio, che mi ricordano le strigas, o di forma quadrata della centuriazione romana, i profumi, il silenzio e le voci dell’estate, ed anche la laboriosità dei contadini di queste terre e contrade di cui restano alcune costruzioni rurali abbandonate, adibite ora a magazzini con mezzi ed arnesi per i lavori agricoli.
In alcuni campi la mietitura ha già dato un buon raccolto, in altri i trattori preparano il terreno per una nuova semina. Orti, uliveti e vigneti si alternano lungo il percorso, con evidenti tratti in dissesto per i movimenti franosi, ombreggiato dalle verdi robinie che, allungandosi, si intrecciano formando delle piccole foreste a galleria.
Dal paesaggio disegnato dai dolci pendii a solatio, comprendi l’importanza della coltivazione dell’ulivo e della vite, risorse eccellenti dell’economia vestina per la produzione dell’olio e del vino. Una strada è dedicata alle vigne e il Museo dell’olio, a Loreto, ne conserva l’antica testimonianza. Allo stesso modo resta nella nostra memoria il ricordo dell’antica ferrovia Pescara-Penne (1929-1963) che, se fosse ancora in funzione, come allora, avrebbe consentito ai paesi attraversati, e alla nostra provincia, di incentivare un turismo naturalistico tra la costa, la collina e il versante meridionale del Gran Sasso d’Italia, di cui Penne ne ammira la Bellezza del panorama.
Se fossi stato tra i banchi, nella prova di Italiano avrei scelto “Sport e Storia”. Infatti, chi meglio della Geografia può spiegare lo straordinario scenario ambientale disegnato dal ciclismo, qui evidenziato dalla forte personalità di Gino Bartali per il quale “il bene si fa e non si dice”? Egli, che con Fausto Coppi aveva segnato la storia del ciclismo con le sue leggendarie vittorie, ha dato prova di un nobile ideale, quello della solidarietà, mettendo a rischio la sua stessa vita per salvare quella di centinaia di ebrei perseguitati. Per il coraggio dimostrato, Egli riposa nel Giardino dei Giusti, “Giusto tra le Nazioni”.
Il ciclismo esprime la fatica, la sofferenza, il coraggio, l’intelligenza tattica del corridore durante una corsa. La strada attraversa e segna ambienti naturali differenti. Negli anni del mio insegnamento, ho percorso con voi diverse strade con l’entusiasmo di chi scopre nuove realtà. Il viaggio ci ha fatto conoscere luoghi vicini e lontani, diversità culturali, arricchendo la formazione culturale; siamo stati cittadini del Mondo rispettando la Bellezza della Natura di ogni paesaggio studiato, felici di aver lasciato una testimonianza per un mondo migliore; di aver apprezzato le conquiste delle nostre conoscenze per il bene dell’umanità; di essere stati vicini a chi, privato dei beni e dei servizi essenziali, non riesce a vivere dignitosamente; di aver condiviso i temi riguardanti povertà, istruzione, fame, immigrazione, mancanza di acqua, cambiamenti climatici, a causa della nostra superficialità nell’agire quotidiano, dell’egoismo e dell’avidità che stanno depauperando le risorse del pianeta.
Come “compagni di viaggio”, avete scritto sul diario di Geografia delle pagine bellissime. Incancellabili.
Sono i ricordi delle foto di classe, le manifestazioni scolastiche durante le assemblee, le riunioni e le conferenze dove siete stati protagonisti, come il “piccolo principe” di Saint-Exupéry, desiderosi di apprendere e di conoscere lo spazio geografico e il cambiamento della realtà quotidiana; le riflessioni sulla diseguale distribuzione dei beni e della ricchezza dei popoli, i confronti culturali per mezzo dei viaggi di istruzione, la partecipazione ai concorsi nazionali ed internazionali sulle tematiche del vicino e del lontano.
Un ringraziamento ai miei Insegnanti che hanno prestato attenzione alla mia crescita culturale, in particolare a chi ha segnato il mio percorso formativo consigliandomi e divulgando le conquiste del pensiero geografico; alle Scuole, sedi della mia titolarità, di Teramo, Giulianova, Atri, Pescara e Montesilvano, che mi hanno ospitato con familiarità e dove ho conseguito significativi riconoscimenti per la vostra partecipazione attiva al dialogo, l’entusiasmo, l’amicizia e la disponibilità alla ricerca.
E mentre l’insegnante sta per tagliare la linea del traguardo, la Bellezza dell’insegnamento della Geografia continua il suo percorso affascinante lungo le strade del Mondo. Nelle scuole si conservano tanti riconoscimenti ma il premio più bello è di aver fatto fino in fondo la nostra parte con l’impegno e l’onestà. La misura del valore educativo dell’insegnamento sta nell’equazione docente-studente, cioè nel rapporto cordiale tra chi insegna e chi apprende. E questo, in vista del Vostro avvenire.
Ringrazio la Divina Provvidenza per avermi concesso di realizzare il sogno che coltivavo da studente: essere insegnante di Geografia, consapevole dell’impegnativo compito che mi sarebbe aspettato in questo bellissimo lavoro. A Voi,” compagni di viaggio”, i miei Cordiali Ringraziamenti.