Appunti di viaggio
di Antonio Lafera
Le sorprese culturali che la nostra regione e nello specifico il territorio della nostra montagna madre, la Maiella, possono riservare al visitatore sono innumerevoli. Lasciata la costa per una gita giornaliera, a Scafa giriamo sulla SP 66 salendo verso Caramanico, rinomato sito di cure termali ove da aprile ad ottobre anche da fuori regione si viene per mettere a posto qualche problema di salute.
Incontriamo dapprima San Valentino, ridente borgo che si arrampica in spire sovrapposte verso il castello cinquecentesco che ha ospitato Margherita D’Austria che lo donò alla figlia, sposa Farnese. Il paese ha alcune eccellenze culturali fra le quali il Museo dei fossili, delle ambre e dei dinosauri che da poco ha inaugurato la sala dei fossili della Maiella ed eccellenze, cosa che non guasta, enogastronomiche con ristoranti che offrono al fortunato viaggiatore i nostri piatti di antica tradizione cucinati con amore e maestria. A circa 6 chilometri, continuando a salire e nutrendo gli occhi con le notevoli bellezze dei nostri monti, si incontra la frazione di San Tommaso ove ci attende una chiesa intitolata a Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, assassinato nella sua cattedrale londinese nel 1170, forse per ordine del Re. Per il visitatore è grande la sorpresa nel costatare che qualcosa ha collegato Londra e Caramanico, così distanti nello spazio e nel tempo, otre 800 anni fa. Le spiegazioni arriveranno puntuali ed esaurienti, per ora cominciamo a raccontare qualcosa sugli attori principali di questa storia affascinante. Diamo, per cominciare, alcune notizie storiche.
Thomas Becket nasce a Londra nel 1118 da genitori originari del nord-est della Francia che, stabilitisi in Inghilterra, creano un fiorente commercio di tessuti, così pregiati da avere fra i loro clienti la nobiltà e i reali. Il giovane è quindi bilingue e questo vedremo avrà influenza nel prosieguo della nostra storia. Giovane di eccezionali capacità intellettive, viene avviato agli studi economici, legali e filosofici nelle scuole religiose che a quei tempi erano le uniche in grado di fornire eccellenti maestri. Per le sue capacità viene protetto dall’arcivescovo primate d’Inghilterra che ne fa il suo segretario. Viene mandato a perfezionarsi in Diritto ed Economia prima a Parigi e poi a Bologna. Su consiglio dell’arcivescovo il re lo nomina Lord cancelliere e in questa veste Becket mostra notevoli capacità riorganizzando lo stato e riducendo il potere dei nobili che spesso creano problemi e conflitti. Solo per capire l’opera che ha fatto basti pensare che alcune riforme sono ancora presenti nella legislazione inglese moderna. Becket ed il Re diventano anche intimi amici, frequentano feste insieme, vanno a caccia e spesso fra di loro parlano in francese, lingua che vedremo familiare anche per Enrico II.
Accenniamo brevemente al secondo attore della nostra storia: Enrico II.
Il futuro re d’Inghilterra nasce a Le Mans in Loira, il padre è Goffredo, conte d’Angiò, la madre è Matilde figlia di Enrico I sovrano inglese. Quindi Enrico II per eredità paterna fu conte d’Angiò e del Maine (1151), avendo sposata Eleonora D’Aquitania duca consorte di Aquitania e Guascogna (1152). Enrico I, il nonno, era morto senza eredi maschi e il giovane nipote dopo una serie di guerre civili combattute contro altri pretendenti, nel 1154 viene incoronato re d’Inghilterra. Uomo intelligente e colto, allo stesso tempo guerriero instancabile fu il primo re plantageneta (il simbolo della casata paterna d’Angiò, era la ginestra che in francese suona plantagenet). La comune origine francese aveva molto avvicinato i due attori della nostra storia. Enrico II governò a lungo riorganizzando lo stato e non perdendo mai le mire verso i territori francesi del nod-est.
Per riparare al torto della morte di Becket finanziò, la seconda crociata. Sua figlia Giovanna, andata in moglie al re di Sicilia Guglielmo il Buono, dedicò il duomo di Marsala al nostro martire.
Ma torniamo alla nostra storia
Nel 1162 muore Teobaldo il precedente arcivescovo e Becket viene eletto alla suprema carica religiosa inglese. Ora però le cose mutano, l’Arcivescovo comincia a prendere le parti della chiesa nelle secolari dispute fra il potere temporale e quello religioso. Il re si sente tradito dal suo Lord cancelliere ma ancora di più dal suo amico fraterno. Le frizioni raggiungono livelli così elevati che Becket, nel 1164, trova opportuno fuggire in Francia temendo per la propria vita, non dimentichiamo che lì ci sono i suoi parenti paterni. Tommaso soggiorna in monasteri cistercensi e poi in quello benedettino di Sens. Qui incontra papa Alessandro III fuggito da Roma per le lotte intestine fra i cardinali. È presente anche Leonate, abate di San Clemente a Casauria, amico fraterno del papa e come lui di nobiltà normanna. È presente anche Giovanni di Salisbury, futuro biografo di Becket. Come si può osservare andiamo avvicinandoci all’Abruzzo della Maiella occidentale.
Nel 1170 l’arcivescovo, apparentemente rassicurato dal re, rientra a Londra dove, il 29 dicembre, viene ucciso “ad canturiam” nella cattedrale, con un fendente che letteralmente lo scotenna. Non si è mai potuto stabilire se ciò sia avvenuto per ordine del re o i nobili lo abbiano fatto per ingraziarsi il sovrano che si lagnava in continuazione del suo Lord Cancelliere.
Alessandro III, rientrato a Roma lo fa santo in solo tre anni nel 1173 a Segni per onorare un martire della fede che aveva difeso il potere della chiesa dal potere temporale. Nel 1178 a Loreto Aprutino il papa, l’alto clero e la nobiltà normanna del territorio indicono una conferenza e decidono di dedicare chiese al santo martire, una di queste è San Tommaso di Caramanico. C’è da dire che in quel periodo, in pochi anni, la storia del martire si sparge in tutta Europa e numerose sono le chiese a lui dedicate.
Una nobile famiglia normanna del territorio i Trogisio, finanzia la costruzione della chiesa, donando il terreno e altre proprietà adatte a fornire rendite per il suo mantenimento.
A questo proposito un documento conservato nell’abazia di Montecassino datato 1257 ribadisce da parte dei discendenti di Rainaldo Trogisio (primo finanziatore) la rinunzia alla proprietà del territorio della chiesa eretta in onore del martire “ad canturuiam”. Questa pergamena chiarisce in modo inequivocabile che si tratta di Tommaso Becket e non di Tommaso apostolo come recita il segnale posto sulla strada per Caramanico e come il comune sentire popolare ancora erroneamente crede. È facile immaginare nei secoli: ma chi è st’inglese!
Il territorio ove sorge la chiesa è stato da sempre un sito adatto a strutture religiose, tanti bronzetti rinvenuti e datati al III e II secolo a.c, lo testimoniano. l’abbondanza delle acque e dei boschi, le montagne e gli spazi hanno sempre ispirato la religiosità di tutti i popoli che si sono alternati fra questi monti. Come si può notare ancora prima della piena romanizzazione ci sono testimonianze in tale direzione. Nel 601 dc i longobardi fondano Caramanico insediando colonie militari “ariminnica” (da cui deriva Caramanico), un’altra ariminnica è istituita nella zona di San Tommaso, con tutta probabilità questi distaccamenti militari, comprensivi dei familiari dei soldati, servivano a tenere sotto controllo la strada che dalla riva nord del Pescara collegava il ducato longobardo di Spoleto a quello di Benevento. La strada superava Interpromium (odierna Tocco Casauria) raggiungeva poi Paternum, la zona di San Tommaso. Il borgo che dava notevoli rendite alla chiesa, testimonianza di floridezza economica, è poi sparito dopo il 1627 per un terremoto devastante.
Tornando alla nostra storia nel 1201 la famiglia Trogisio dona il terreno su cui costruire la chiesa, nel 1202 il monaco Bernardo inizia la costruzione che dura fino al 1219 anno in cui lo stesso Bernardo diviene abate (da pergamene del 1219 e 1230 conservate a Montecassino). A finanziare la costruzione è il feudatario Riccardo Trogisio, i suoi figli la completano in pochi anni ridimensionando di molto il progetto originario. A lato viene edificato un monastero di cui rimangono pochi ruderi. Nel 1260 è canonica agostiniana con numerose chiese, un ospedale e possedimenti terrieri importanti segni di notevole attività economica e religiosa. Nel 1276 per continue vessazioni da parte di famiglie del territorio si pone sotto la protezione di Santo spirito Al Morrone adottando la regola di San Benedetto. Nel 1334 abbraccia la regola celestiniana. Nel 1807 l’ordine viene soppresso dall’editto di Napoleone. Numerosi sono stati nei secoli gli interventi di ricostruzione per la continua e notevole sismicità del territorio.
Nel prossimo numero analizzeremo la chiesa con tutti i suoi simbolismi religiosi ed esoterici con le sue regole architettoniche con i suoi capolavori artistici.