Ponte Adriatico sul Saline. Un silenzio assordante (seconda parte)

Ponte Adriatico sul Saline. Un silenzio assordante (seconda parte)

di arch. G. Di Giampietro

3. Un errore devastante: collegare per le automobili il lungomare di Silvi e Montesilvano

Il nuovo ponte alla foce del Saline dovrà essere riservato alle sole modalità sostenibili, trasporto pubblico, pedoni e biciclette, con esclusione del traffico automobilistico.

Nella deliberazione del Consiglio comunale di Montesilvano del 19-03-2013, all’approvazione del progetto definitivo del nuovo Ponte alla foce del Saline, è stata approvata una mozione, proposta dal consigliere G. Di Stefano, che impegnava il Sindaco a riservare il nuovo ponte alle sole modalità sostenibili, trasporto pubblico, pedoni e biciclette, con esclusione del traffico automobilistico. Ma non c’è stato verso finora di ottenere una dichiarazione dal Sindaco attuale che saranno escluse le automobili da questo nuovo ponte che collegherà il lungomare di Silvi, con quello di Montesilvano-Pescara.

E si tratta di un silenzio preoccupante, di fronte al rischio concreto di riversare un mare di auto sui lungomare, nonostante quello che si andrà ad aprire a breve sarà il sesto ponte sul Saline nel comune di Montesilvano.

4. Per il trasporto pubblico in sede propria tra Silvi e Pescara

Sarebbe ragionevole pensare, invece, che, almeno su questo ponte, più vicino al mare, si crei un’alternativa al traffico attuale, attualmente di 75 mila veicoli sulle strade urbane della fascia costiera (Lungomare, corso Umberto e via Verrotti), offrendo un’alternativa competitiva su trasporto pubblico, e affrontando finalmente anche l’annosa questione del trasporto collettivo in sede propria sulla Strada Parco, baricentrico rispetto all’abitato, previsto da Pescara a Montesilvano Palacongressi, che prosegua poi verso Marina di Città Sant’Angelo sul nuovo ponte, e arrivi almeno fino a Silvi Stadio, come era nel progetto originario per la filovia.

Oggi, anche nel Piano del Traffico 2019 di Pescara si parla di busvia (o BRT, busway rapid transit) invece che solo di filovia, da Montesilvano Palacongressi a Pescara Tribunale. Ma l’interesse dei cittadini di Montesilvano, e di tutta l’area metropolitana, è quello di offrire un servizio di trasporto pubblico in sede propria competitivo, in grado di togliere dalle strade da 20 a 35 mila veicoli al giorno. Tale rete TCSP deve necessariamente servire gli spostamenti urbani dell’area metropolitana, che nel Nord Pescarese arriva fino a Silvi, e collegarsi ai parcheggi di interscambio esterni, di Silvi Stadio, Città Sant’Angelo nuova Stazione FS, Montesilvano Palacongressi, e alle reti ciclopedonali di adduzione.

Si può fare, da subito, con un’effettiva riorganizzazione dell’offerta di trasporto pubblico urbano, concentrando sugli assi forti in sede propria l’offerta delle diverse linee esistenti e garantendo una forte frequenza del servizio, in maniera privilegiata piuttosto che una forte capacità. Si aumenterà l’offerta (e la capacità) man mano che si incrementa la domanda con un sistema integrato di strategie (TP protetto con preferenza semaforica agli incroci + parcheggi di interscambio + percorsi ciclopedonali di adduzione + sistemi informativi e ITS per l’utenza + limitazioni del traffico nelle zone centrali e nelle isole ambientali).

Ad un modello, del PUT di Pescara, progettato sull’asse BRT con un bus ogni 8 minuti (previsto dal nuovo PUT di Pescara) con nuovi bus da 18 m e 150 posti, si può giustapporre un’offerta di un bus ogni 4-5 minuti con bus da 12 m, concentrando e sequenziando le linee attuali sull’asse Nord Sud (Strada Parco) della BRT. Sulle ipotesi di riforma delle linee su Strada Parco vedi: www.webstrade.it/pescara/cmg/f_15-10-19_sk_tcsp_linea1.pdf

Ecco quindi che il nuovo ponte sul Saline acquista il ruolo di infrastruttura strategica di riqualificazione urbana per pedoni, ciclisti e trasporto pubblico, analogo al Ponte sul Mare di Pescara, elemento di integrazione di Pescara con il Nord metropolitano in un nuovo sistema urbano, integrato, sostenibile e liberato dalle auto.

Il traffico e la mobilità sono uno degli elementi qualificanti di un sistema urbano. Eppure oggi si va avanti alla cieca realizzando infrastrutture senza sapere se e come serviranno. Pescara fa un PUMS (piano urbano della mobilità sostenibile) e un PUT (piano urbano del traffico) per conto suo, che finiscono però a Santa Filomena e a Villaggio Alcione, dentro i confini comunali, ma senza rapporto con l’area vasta di generazione del traffico. Montesilvano, che ha quasi 55 mila abitanti, non ha nemmeno un piano del traffico (è un obbligo di legge dal 1992), e nessuna idea su cosa fare dei ponti sul Saline, parcheggi di interscambio, Strada Parco, raccordo Tangenziale- Autostrada, Regolamento Viario, classificazione delle strade e riqualificazione dello spazio stradale. Altri comuni come Silvi e Città Sant’Angelo hanno dei piani del traffico, ma essi sono scollegati con le scelte urbanistiche e infrastrutturali dell’area metropolitana.

5. Un piano partecipato non un nuovo ufficio consortile

Non può essere la soluzione dei problemi di mobilità tra i comuni solo la costruzione di un nuovo ufficio consortile, come proposto recentemente invocando l’Art 30 del D. Lgs.267/2000 (Convenzioni per svolgere funzioni o servizi in modo coordinato tra più comuni). Non si tratta né della gestione di un servizio né solo di una funzione tecnica. Si tratta della formazione di un piano PUMS per la mobilità urbana sostenibile, integrato tra i vari comuni, e coordinato con la pianificazione territoriale. Un piano che sappia analizzare, descrivere, interpretare e discutere l’identità attuale e le prospettive future della nuova realtà territoriale, integrando i diversi punti di vista, coinvolgendo cittadini e stakeholders (portatori di interesse). Un processo fondativo per la nuova città chiesta dal Referendum dei 2014 e dalla L.R. 27/2018 per i 3 comuni di Montesilvano, Pescara, Spoltore, e di qualificazione identitaria per l’area vasta di mobilità integrata (che va da Francavilla a Silvi e sui fondovalle del Pescara e Saline).

Un piano non è solo uno strumento tecnico di settore, è anche un momento di analisi, riflessione e proiezione verso il futuro di una comunità. Esso contribuisce a formare il senso di identità dei cittadini e dei portatori di interesse, che devono contribuire alla formazione del piano per sentirlo proprio, portando i propri punti di vista e le esigenze, spettando poi al piano il compito di accoglierli, ordinarli, renderli compatibili e integrati un una forma pubblica di piano. Questo processo è finora mancato a Montesilvano come a Pescara e negli altri comuni. Se la scelta dell’ufficio consortile va fatta essa deve garantire: a) tecnici qualificati, anche esterni scelti per concorso, che rappresentino i dati, le analisi e le aspettative delle diverse comunità consorziate, b) un processo di piano pubblico trasparente e partecipato c) la pubblicazione on line dei documenti di piano (di analisi e di progetto) man mano che si vanno formando, per accogliere domande proposte e aspettative delle comunità nel corso del processo di formazione.

6. Sette ponti sul Saline (il nuovo asse attrezzato Nord)

Per il traffico intercomunale e le automobili rimane ancora da completare il collegamento diretto tra tangenziale Anas, ferma a Montesilvano Cimitero e Autostrada A14. Addirittura si pensa ad un settimo ponte, con l’ipotesi di collegare tangenziale e autostrada A14 attualmente a 2 +2 corsie da trasformare in asse attrezzato Nord, fino a Pineto, riservando un nuovo tracciato per la A14 a 3 corsie da Pineto a Pescara Ovest. Tale progetto, verificato come fattibile e vantaggioso, è inserito nel PRIT, piano regionale dei trasporti del Regione Abruzzo 2010 (fig. C3).

Fig. C3. Progetto di arretramento dell’autostrada A14 a 3 corsie e recupero dell’attuale tracciato come Variante alla SS16 (Stralcio da PRIT Regione Abruzzo 2010)

7. Rischio idraulico per il nuovo ponte. Rigopiano alla Foce del Saline

Per il nuovo ponte in costruzione esiste poi un pesante rischio idraulico, da eliminare ripristinando gli storici argini della foce lato Montesilvano, che sono stati irresponsabilmente abbattuti per realizzare prima l’approdo nautico, poi le rampe ed un pilone del ponte nell’alveo del fiume.

 

(Fig. D1, D2, D3) Un pilone del ponte dell’Adriatico è stato piantato proprio nel mezzo del corso del fiume Saline, in prossimità della foce. La risagomatura delle sponde con movimenti terra, ha ridotto di quasi la metà il lume del corso d’acqua che, ora, insieme con le modifiche al corso del fiume apportate dal porticciolo per natanti, a monte del ponte, vede pericolosamente ridotta la sezione di deflusso delle acque in corrispondenza della foce, con l’aumento del rischio idraulico in caso di onda di piena con trasporto di alberi e detriti.

(Fig. D2-D3)

(Fig. D4) La cartografia del rischio idraulico alla foce del Saline, vede un pericoloso innalzamento del rischio di esondazione (colore rosso nella cartina) proprio in corrispondenza della posizione del ponte Adriatico, sia in sinistra del corso d’acqua, sia in destra, in prossimità del complesso alberghiero e dell’approdo natanti, adiacente al nuovo ponte.

(Fig. D5) La sezione trasversale dell’alveo del fiume Saline denota la presenza di un’area golenale alluvionale e di un argine o terrapieno di contenimento, che esiste da alcuni secoli per proteggere dalle esondazioni la pianura urbanizzata, talvolta al di sotto dalla linea di piena cinquantennale.

 

 

(Fig. D6) Il profilo del terrapieno di contenimento delle esondazioni del fiume Saline (argine), che si nota verso la foce, ha un profilo a trapezio, con stradina riparia sommitale. Esso è stato abbattuto in occasione della realizzazione dell’approdo natanti a monte del nuovo ponte e mai ripristinato. Ora, la riduzione del lume del fiume, causata dal nuovo ponte e l’abbattimento dell’argine, hanno aperto un pericoloso varco in corrispondenza del nuovo ponte, aumentando enormemente il rischio idraulico, proprio tra porticciolo, Palacongressi e zona alberghiera.

Non vogliamo un nuovo caso Rigopiano in Abruzzo, questa volta alla foce del Saline. Occorre ripristinare subito l’argine, e verificare la capacità di deflusso del fiume intorno ai piloni del nuovo ponte.

8. Verde, paesaggio e continuità dei percorsi ciclopedonali

Un altro problema da rivedere subito, correggendo errori progettuali dell’opera in corso di realizzazione è quello della migliore integrazione paesaggistica dell’opera, con alberi e opere a verde. Occorrerà anche rivedere e garantire la continuità dei percorsi ciclopedonali lungomare e lungofiume, protetti dalle correnti di traffico.

 

 

(Fig. E1, E2, E3). La rampa del nuovo ponte Adriatico, realizzata dietro al centro commerciale Porto Allegro, ha abbattuto, senza ricostruirlo, un filare esistente di pioppi, ha eliminato il marciapiedi e realizzato un orrido muraglione di cemento a diretto contatto con la strada di servizio del parcheggio di Porto Allegro.

Occorre una correzione dell’intervento, ripristinando un percorso pedonale e ciclabile alberato lungo il nuovo muraglione, che riduca l’impatto paesaggistico dell’opera e restituisca continuità ai percorsi pedonali dell’area.

Pedoni e ciclisti non andranno solo sul ponte e sul mare, proseguiranno verso l’interno lungo il corso del fiume Saline, che è un’area a parco fluviale, tutta da riscoprire.

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