I CACICCHI E I CONTI CHE NON TORNANO

I CACICCHI E I CONTI CHE NON TORNANO

di Mauro De Flaviis

Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative del 26 maggio 2019 si apre il dibattito politico e il posizionamento politico dei vari schieramenti.
In questa intervista affrontiamo il tema dello stato di salute delle finanze comunali. Ne parliamo con Antonio De Nigro, sannita, ma montesilvanese d’adozione ed esperto con tre decenni di attività nel credito bancario e profondo conoscitore della finanza degli enti locali.
D. Allora, De Nigro, come si trova a Montesilvano?
R. Beh, trent’anni fa ho iniziato la mia esperienza professionale in Abruzzo, durata un decennio. Dopo un periodo in Veneto e in Campania sono ora in servizio in Puglia, ma nel fine settimana torno sempre a Montesilvano dove ho casa. Seguo puntualmente la cronaca locale.
D. In sintesi, qual è lo stato di salute delle finanze comunali?
R. Ricordo di aver letto un comunicato dove il primo cittadino parlava, a proposito del bilancio di previsione 2019/2021, di aver ereditato una situazione finanziaria prossima al 243 bis e al 244 del 267/2000, il testo unico degli enti locali, e segnatamente una situazione di predissesto e dissesto tout court. Aspettiamo di leggere il consuntivo del 2018, e soprattutto la relazione di fine mandato per dare una sintetica valutazione del processo teso a correggere gli squilibri strutturali di bilancio, e anche il tentativo, a mio avviso surreale, di cessione di beni pubblici per circa 10 milioni di euro.
D. Il Comune ha avviato un processo di sollecito di tributi non pagati nel 2015, 2016, 2017 per circa otto milioni di euro?
R. Si, l’equilibrio della gestione passa attraverso una efficiente gestione degli incassi dei tributi locali, IMU, tasi, tari, etc., e Montesilvano da questo punto di vista non mi pare sia stata molto virtuoso. L’evasione è molto alta e l’emissione di recente di circa 11.000 solleciti ne è la riprova, sempre che facciano in tempo ad agire, perché come lei ben sa, i tributi si prescrivono in cinque anni. Aggiungo che, essendo la città a vocazione turistica, ha molte più possibilità di effettuare prelievo fiscale. Oltre alle attività commerciali e turistiche assai capillari, pensi ad esempio al solo gettito IMU derivante da quelle che a Montesilvano sono seconde case, una parte importante dei fabbricati.
D. Ma cosa è esattamente il bilancio di previsione per un comune?
R. È per definizione lo strumento di programmazione, ma io nel caso di Montesilvano lo definisco il LIBRO DEI SOGNI.
D. Perché?
R. Siamo tutti bravi a disegnare il futuro, grandi opere, lavori, sistemazioni, infrastrutture. I cassetti sono pieni di progetti, realizzati, presentati, ma poi c’è da domandarsi: Con quali risorse? Dove troviamo i finanziamenti? Circa 24.000 milioni di euro di investimenti triennali, se non erro, con un bilancio, come si diceva, in perenne crisi strutturale per mancanza di capacità di incassare le tasse locali, come li potremo sostenere?
D. Ma come si finanzia la pubblica amministrazione, ci spieghi?
R. Il bilancio comunale si occupa della gestione corrente, tipo i costi amministrativi, del personale, di manutenzione, la viabilità, il verde. A proposito ultimante ho sentito delle critiche sulla gestione del verde pubblico, e le chiedo come direttore del Sorpasso, esiste un piano sul verde pubblico a Montesilvano?
D. Su questa vicenda, torniamo dopo, continui con le modalità di finanziamento.
R. Dicevo, i fondi per la progettazione di opere infrastrutturali, i trasporti, i parcheggi, i ponti, si realizzano con finanziamenti a medio lungo termine, con fondi regionale e soprattutto europei. Sui fondi europei, l’Abruzzo e Montesilvano sono praticamente assenti. La differenza, il buon governo, oggi, sta proprio nella capacità di intercettare risorse europee, avere dei progetti di ampio respiro, o come si dice strutturali. Gli interventi a macchia di leopardo, scoordinati, sconnessi, hanno fatto il loro tempo, è urgente una programmazione che vada oltre le mura, in sintonia con la grande Pescara, che mi sembra un processo necessario.
D. Ci sono altre opportunità?
R. Ma certo, pensi al project financing o finanza di progetto, cioè alla sinergia tra imprese, banche e Enti, che si mettono insieme per realizzare importanti opere pubbliche. Io penso, ad esempio, ad un grande parcheggio o silos, nella zona dietro alla stazione ferroviaria, per cittadini che arrivano in città, lasciano l’auto, e prendono il treno o il bus per raggiungere il centro. Oppure per gente, che vuole recarsi in spiaggia. Il lungomare deve essere solo pedonale. Il costo di quest’opera si paga con l‘incasso degli abbonamenti, con il ritorno dell’investimento in un numero definito di anni.
Capisce che per andare in questa direzione serve programmazione, non miopia politica, mi spiego, andare oltre la sagra della castagna e a quella location che chiamano teatro del mare, ma che io definisco il suk de noantri.
D. C’è anche un problema di classe dirigente?
R. Direi di sì, anche se gli amministratori sono lo specchio degli elettori. Ma per Montesilvano, non più un paesone, è necessario un salto di qualità. Ad esempio, sempre per tornare sul fronte dei finanziamenti europei, conosco enti che si sono dotati di strutture al proprio interno, assumendo professionalità specifiche, per accelerare sul fronte della progettazione in chiave europea. Mi sembra sia finito il tempo dei travet.

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