Questo mese sorpassiamo… lo sguardo rivolto verso il basso

di Vittorio Gervasi (num.Dicembre 2018)

 

Vi sarà capitata la fortuna di avere il telefonino rotto. Avete capito bene, la fortuna. Sì perché è una fortuna scoprire che dopo una iniziale rabbia per non averlo più tra le mani ed essere costretti a chiudere le connessioni digitali con il resto del mondo, all’improvviso si apre un nuovo mondo.
Vai sull’autobus e tutti con lo sguardo sullo schermo; vai dal medico ed in sala d’aspetto tutti in chat con gli amici più lontani; vai per strada e tutti ricurvi a pigiare sul tastierino senza mai distogliere lo sguardo dal display luminoso. Un mondo iper connesso, dove se fosse possibile visualizzare le onde magnetiche che si intrecciano a dismisura per farci arrivare i messaggi visualizzeremmo un ingorgo pazzesco.
Non demonizzo, osservo soltanto.
Vorrei pero osservare di più, non semplicemente guardare. Guardando non ti accorgi di nulla, tutto ti passa davanti e scorre inesorabilmente senza lasciarti alcun segno, alcun ricordo.
Vedere, osservare, scrutare richiede il busto eretto, la testa ritta e gli occhi pronti a incrociare chi ti sfiora.
Tutti abbiamo un volto, tutti raccontiamo di noi stessi attraverso il nostro volto. Del resto perché ci è stato dato? Gli animali hanno il muso, noi il volto. Questo volto comunica tutto, ci dice tutto basta solo incrociarlo. Quanti ne incrociamo? Ci sono volti stanchi perché segnati dalla fatica. Ci sono volti angosciati perché in preda alla disperazione. Ci sono volti impauriti perché spaventati da una minaccia. Ci sono volti cupi perché intristiti da una esperienza sbagliata. Ci sono volti rigati perché segnati dalle fatiche. Ci sono volti pensosi perché alla ricerca di una soluzione. Così come ci sono volti sorridenti, distesi, sereni e coinvolgenti.
Insomma ci sono tantissimi volti, ci basta guardarli per capirli. E che dire poi degli occhi? Occhi che brillano, occhi che piangono, occhi grandi, occhi piccoli, occhi luminosi… insomma abbiamo infiniti volti pieni di particolari, tutti che raccontano mille storie, le nostre, solo quelle che un volto sa raccontare.
Ma per non perdere nulla di questo magico racconto bisogna ricominciare a guardarci, a scrutarci, a osservare tutto quello che uno sguardo ti può trasmettere.
Sono le connessioni reali che tutti i giorni abbiamo senza alcun contratto di abbonamento, senza passare da alcun gestore, senza dover utilizzare alcun strumento, semplicemente alzando lo sguardo.
Abbiamo la fortuna di avere un volto e possiamo rivolgerlo dove vogliamo.
Più guardiamo verso l’altro e verso l’alto e più eviteremo di guardare in basso.
Un sorpasso non si può mai fare con lo sguardo rivolto verso il basso.

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