Questo mese sorpassiamo… il passo stanco
di Vittorio Gervasi
C’è stanchezza e stanchezza. Racconta un biografo del Papa San Giovanni Paolo II che nel tardo pomeriggio di uno dei suoi ultimi anni di pontificato ricevette la visita di un prelato, che stando nella sala d’attesa, sentiva i passi stanchi di un uomo che strascicava i piedi, era il Papa che arrivava. Nel vederlo esclamò:<<Santo Padre, com’è stanco!>>. Il Papa rispose: <<Se a quest’ora io non fossi stanco, sarebbe segno che non ho fatto il mio dovere>>.
Non parleremo di questa stanchezza, che mi auguro raggiunga tutti a fine giornata. Parleremo invece di quella stanchezza che pervade chi fa le cose per abitudine, chi si accontenta e si stabilizza sulla piccola posizione raggiunta, chi si trascina in consuetudini oramai stantie, chi lascia che la monotonia pervada la sua vita senza sentire la necessità di tenere aperta l’anima ed il cuore al vento del rinnovamento.
Quanti passi stanchi incrociamo ogni giorno ? Tanti, e molti sono comprensibili: delusioni della vita, sconforto, aspettative disattese, sogni infranti. E’ naturale reagire male lasciando trapelare dal proprio incedere e dai propri occhi le ferite sanguinanti che sembrano non volersi rimarginare. Ma la domanda è: la felicità è direttamente proporzionale al successo o il vero successo scavalca tutti gli insuccessi umani ? Aiutatemi a rispondere.
L’esperienza mi dice che ci sono persone molto provate dalla vita, ma portatori sani di una grande serenità; son capaci di trasmettere quella pace di fondo che oggettivamente non ha prezzo. Se fosse possibile acquistarla ci sarebbe la fila per farne il pieno. La stanchezza cronica oggi è una patologia, e forse anche la più diffusa. Iper lavoro, iper attività, tensioni e stress continui possono essere una giustificazione, ma sicuramente non sono il vero motivo. La stanchezza è un sintomo, va ricercata la causa.
Il nostro organismo ci aiuta tantissimo nel mandarci segnali di avvertimento: affaticamento, svogliatezza, poca concentrazione, mancanza di determinazione: ripeto, sono sintomi di qualcosa d’altro.
Pensiamoci , quando c’è una motivazione forte nel portare a termine una decisione neanche la stanchezza fisica ci ferma. Cosa significa? Significa che oltre le energie fisiche c’è una energia interiore che guida tutte le nostre azioni e che è capace di determinare scelte decisive e faticose per la nostra vita. Chi osserva l’uomo solo nella sua materialità rimarrà deluso ritenendo che tutto si limiti ad una dimensione molto materiale e nulla più. Come un medico che volesse sollevare dalla tristezza dello sconforto un paziente che somatizza con disturbi vari. Quell’uomo vive un disagio interiore forte che gli impedisce di gioire…e non sarà certo un farmaco a fornirgli un rimedio definitivo.
Il problema è altrove e il fisico soffre molto, generalmente, quando l’anima non trova conforto. L’afflizione non dipende tanto dalle cose in sé, ma dall’idea che ci siamo fatti di quelle cose. Non trovare risposte ad un dolore è forse il peggior dolore. Allora, miei cari, è tempo di mettersi alla ricerca del senso e del significato più grande che ogni cosa racchiude. Da oggi, se incontri qualcuno con il passo stanco , affiancati e fai un po’ di strada con lui; condividere un’afflizione è per metà già averla risolta, per l’altra metà resta da comprenderla. Per questo mese, più che sorpassare, cerchiamo di affiancare !