Clown, saltimbanchi e trasformisti

Clown, saltimbanchi e trasformisti
Il teatrino della solita politica

di Gennaro Passerini

Mi piacerebbe che questi dubbi fossero frutto della mia ignoranza politica, che la mia moderazione, le mie perplessità verso quando sta accadendo fossero lo scrupolo di un italiano attento e prudente, non disponibile ad accettare proclami e comportamenti esageratamente teatrali.
Io non devo vincere le prossime elezioni come non sento di aver perso quelle del 4 marzo 2018. Non ho votato per gli attuali governanti perché temo una rete e una piazza unica voce in capitolo, ho paura di una classe politica scelta attraverso i like di pochi amici, pavento chi persegue il massimalismo al realismo. Ho paura del giacobinismo che non fa prigionieri e di chi si serve e cavalca la pancia della gente spesso irrazionalmente invece di spingerla al ragionamento; ma nonostante tutto questo , rispettoso delle regole democratiche, desidero che chi ha vinto abbia il diritto e il dovere di governare, e soprattutto di governare bene.

Nello stesso tempo non vorrei che cadessimo in un ennesimo azzardo sulla pelle degli italiani. E poi, con chi potremmo prendercela se domani non si compiessero le politiche necessarie a risolvere le molteplici criticità? E se non si ottenesse un miglioramento rispetto alla situazione odierna, ai nostri figli cosa racconteremmo, come il solito solo promesse e lasceremmo ulteriori aggravi?
Forse la risoluzione sarà il gridare nuovamente “Al voto, al voto così gliela faremo vedere a questi mascalzoni!”. Su chi potremo sperare, su quale politica, su quale carro del vincitore salire?
Qualcuno mi darà del pessimista, altri diranno che sono un visionario e persino un gufo. Ma se tra un paio di anni mi dovessi trovare nuovamente a criticare, a puntualizzare, a urlare “Al voto, al voto…” perché anch’io oramai convinto giacobino, a cosa dovrei credere, verso chi imprecare e a chi dovrei addebitare le colpe sconfessando ogni mio credo?
Professare un po’ di lungimiranza e dell’accortezza certo come si suole dire “non fa difetto”, è saggezza. Guardo alla politica con curiosità, grande rispetto e senza pregiudizi, ho le mie idee e se ne trovo di migliori sono attento e pronto al confronto ed eventualmente a cambiarle.

Dopo questo ragionamento preambolo, puntiamo la lente dell’attenzione sulle prossime elezioni regionali e comunali.
Come si può dare fiducia alla politica quando assistiamo all’indecorosa “transumanza” dei politicanti nostrani che fanno la fila per accaparrarsi un posto “al sole” sul carro del vincitore? Mi scuso, piccolo errore, in verità i carri sono due e di conseguenza sono di più le opportunità, potrei essere smentito?
Ci si accalca, ci si spinge per finalmente apportare alla politica i giusti valori? No che ingenuo che sono, solo per garantirsi alle prossime legislature la tanto desiderata “poltroncina” che permetterà loro di godere dei privilegi per molti anni ancora. E allora?
Oplà, facile, un cambio di maglia, una nuova maschera e via sul palcoscenico della politica, pronti a sbandierare vecchie promesse mai realizzate e al solito nuove promesse clientelari.
Ma di quali novità si parla, sarebbe questo “Il cambiamento”? Il nuovo che arriva e che risolverà tutti i problemi della comunità? Sarebbero questi i nuovi rivoluzionari populisti?
Voilà il gioco è fatto, d’emblèe sono passati da un partito all’altro, da una lista civica ad … altro. E la dignità cos’è, la coerenza, l’etica, l’ideologia politica tanto non l’hanno mai avuta, sono per loro degli optional, sono saltimbanchi della politica che Leonardo Sciascia avrebbe additato come “ominicchi e quaquaraqua”, personaggi che neanche in un museo degli orrori della politica troverebbero posto per la loro inconcludenza.
Così anche il probabile futuro governo del cambiamento, i populisti, come amano farsi chiamare, partono con l’azione più classica degli inciuci della politica: incamerare nelle proprie liste cronici transfughi della politichetta nostrana. Complimenti bel rinnovamento! In una nostra intervista al vice primo ministro Salvini, in occasione della sua venuta a Silvi Marina, a sostegno per le elezioni comunali del suo candidato a Sindaco, a nostra domanda se avesse accettato nelle liste del suo partito cariatidi della politica, ci rispose sorridendo che lui era interessato per il momento solo ai programmi.
Oggi possiamo affermare che dei loro programmi per la città di Montesilvano non ne abbiamo conoscenza e che, al contrario, il primo atto della Lega regionale è stato promuovere e accettare la folta migrazione dei transfughi nel loro partito.
Potrà mai esserci un cambiamento nella politica della nostra città, se si continuerà a dare ospitalità e credibilità ai soliti opportunisti, personaggi che hanno ricoperto ruoli politici e responsabilità per molti anni senza apportare alcun miglioramento della qualità della vita della nostra comunità, al contrario permettendo che si continuasse il perpetrarsi degli scempi edilizi?
Pensate di averne sentite abbastanza? Magari fosse solo questo!
Altri “aspiranti maestri del cambiamento”, i Penta stellati, che cavalcano la democrazia della piazza, diretta e senza filtri, senza essere stata mai classe dirigente, ricca solo di pressapochismo nelle promesse pittoresche “sussidi a tutti”, solo assistenzialismo per convenienza elettorale, sulle ali di atteggiamenti giacobini, ubriacandoci di slogan, politica di roboante strategia, hanno la pretesa e la presunzione di sostituirsi alla vecchia politica.
Non è vera la regola grillina dell’uno vale uno, che l’uno vale l’altro. Grossa cretinata! Uno bravo vale più di uno meno bravo, regola che dovrebbe valere in tutti i campi. Per una buona politica non bastano solo retoricamente facce nuove, occorrono altri attributi come uomini puliti, preparati, ideologicamente onesti, coerenti, selezionati con criteri di qualità e non della sola etichetta di appartenenza.
Pensano, i cinque stelle, che per risolvere i problemi basti avere il megafono sempre attaccato alla bocca, senza in verità, nel concreto, apportare alcuna soluzione per i numerosi problemi della nostra comunità. Già mi pare di sentirli nei prossimi impegni elettorali, ad alto volume dichiarare “faremo subito…..decideremo subito… cambieremo tutto subito….!”. La verità è che avevano promesso interventi velocissimi per la sciagura del ponte Morandi (Genova), nella realtà per discutere su un decreto-lumaca sono passati quasi tre mesi e ancora non se ne vedono i frutti.
Inoltre, quello che nel frattempo abbiamo potuto constatare, attraverso gli atti prodotti dai penta stellati nella posizione di oppositori nel Consiglio Comunale di Montesilvano è di nessun significato, prova del loro pressapochismo è l’incapacità di promuovere azioni e di opporsi con fermezza al Sistema affaristico montesilvanese, tante chiacchiere ma nulla di concreto.
Possono questi ambire a governare la nostra città quando non sono stati capaci di svolgere un’azione di opposizione concreta?
Il teatrino della politica montesilvanese non finisce qua, annovera altri aspiranti attori.
Notizia Shock! Si stanno organizzando i rientri in politica di personaggi che hanno amministrato per più di vent’anni questa città, autori dello scempio urbanistico in quanto realizzatori del PRG e regolamento tutt’ora vigente. Può la minestra riscaldata e collusa con le vecchie responsabilità apportare un cambiamento? Saranno in grado di cambiare regole nefaste per gli interessi della città quando, loro stessi per anni, le hanno create, sostenute e cavalcate? Saranno in grado di creare le infrastrutture necessarie (strade, marciapiedi fogne, depuratori), servizi pubblici efficienti, di intervenire drasticamente sulla sicurezza del territorio, di riqualificare la città urbanisticamente, di applicare politiche di riordino culturale ed economico, creare posti di aggregazione e socialità, di affrontare il gravoso problema dell’inquinamento ambientale, possono garantirci che il regno del clientelismo venga demolito….? Come si può dare consenso a chi ha fatto della politica il regno del clientelismo? Avete creato una società sottosviluppata questa è la verità.
Sì, è evoluta quella società che sa offrire opportunità e che sa valorizzare le opportunità che un individuo si costruisce, più evoluta è, più ci riesce. E’ evoluta se ci sono regole giuste, se si da valore alla meritocrazia, se ci sono sufficienti infrastrutture, servizi pubblici efficienti, se si pagano giuste tasse, rapporti e interventi sociali adeguati, se vittimismo e clientelismo sono assenti, se la classe politica si adopera per la comunità e non per il proprio tornaconto, se i livelli di criminalità sono insignificanti e….
A chi sventola la bandiera del “nuovo”, Lega e Cinque stelle, dico che non basta il ricambio generazionale.
Ai trasformisti, ai saltimbanchi e ai clown dico che vivano di altro.
Per chi viene da un passato politico più o meno recente, da un limbo non purificatore, oltretutto minestra riscaldata, visti i danni perpetrati nel tempo, sarebbe opportuno che si dedicasse al sociale per fare ammenda delle sue colpe.
Cittadini siate finalmente seri, coltivate la buona realtà. Esiste una società migliore, alzate la voce “ L’uomo superiore coltiva la virtù, l’uomo inferiore coltiva il benessere materiale. L’uomo superiore coltiva la giustizia, l’uomo inferiore coltiva la speranza di ricevere dei favori” (Confucio).




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