Flussi migratori, come considerarli?
Flussi migratori, come considerarli?
di Andrea Giammaruco
Nel terzo millennio, una delle più grandi sfide che l’Occidente sta affrontando è sicuramente quella degli ingenti flussi migratori che vedono centinaia di migliaia di esseri umani tentare di passare dal continente africano all’Europa. Le cause alla base di queste migrazioni sono molteplici, variegate, e partono da lontano; si potrebbe iniziare a parlare di come secoli di colonialismo occidentale abbiano causato un forte sottosviluppo di tantissimi paesi africani. Si dovrebbe ragionare su un altro tipo di colonialismo in voga ora, più “indiretto” e mascherato, con diverse multinazionali che hanno interesse nel mantenere alcuni Stati in una situazione precaria, come accade nella Repubblica democratica del Congo, dove si trovano i principali giacimenti del Coltan, materiale tanto ambito da Occidente e Cina. Bisognerebbe poi ricordare delle numerose guerre di potere e di interessi che incendiano Medio Oriente e Africa, con al centro paesi spesso destabilizzati da noi stessi, come ad esempio la Libia.
La parte Orientale del nostro mondo è da sempre scacchiera per gli interessi di America, Europa e Russia, in una sorta di guerra fredda a tre nascosta e ben celata. Basterebbe analizzare accuratamente il fenomeno del Daesh, meglio noto come Isis, che per molti italiani rappresenta una guerra al cristianesimo e alla nostra cultura, mentre in realtà dietro alla scusa della guerra santa si nascondono forti interessi economici, individuabili principalmente nel contrabbando di petrolio e armi, per capire che siamo tutti vittime di una grossa guerra per il potere.
Perché tutta questa premessa, complessa quanto semplificata? Perché per capire meglio ciò che stiamo vivendo dobbiamo prima comprendere che la realtà non è quella che noi vediamo, ma è un insieme di fili che si intrecciano in una labirintica ragnatela. In Italia la popolazione è esasperata, non contiene più lo sdegno per questa “invasione” di centinaia di migliaia di persone che vengono qui per fare ciò che loro vogliono. Ma le cose stanno davvero così? Noi italiani abbiamo una reale percezione delle cose?
Per esempio, per il nostro popolo, da quando questi “invasori” sono arrivati nel nostro territorio i reati sono aumentati. Nulla di più falso: i dati Istat dimostrano come nel belpaese ci sia stata una forte diminuzione di reati negli ultimi anni.
E allora perché ci sentiamo tutti più insicuri, più precari, più a rischio?
La quantità dei crimini commessi in Italia rientra perfettamente nella media dei reati commessi nel resto dei paesi europei, cambia solo il modo di trattare l’argomento e la frequenza. Fake news, risalto alle notizie di stupro se a commetterle è uno straniero, continuo bombardamento di informazioni spesso manipolate, inducono l’idea che il nostro paese sia sotto attacco da parte di invasori e delinquenti. Tutto ciò è utile a creare consensi, a distrarre la popolazione da altre problematiche più importanti e meno risolvibili con soluzioni facili e di facciata. Dividi et impera, esclamò Luigi XI. Uscire da questa situazione è incredibilmente difficile, soprattutto fino a quando si preferirà credere a complotti di sostituzione etnica e non alle sentenze di giudici e tribunali. Quello che possiamo fare è armarci di capacità critica e leggere, documentarsi, controllare ogni notizia che ci viene data andando a verificarla noi stessi con più fonti. Dobbiamo smetterla di essere tifosi di una o dell’altra fazione e capire che il mondo non si divide tra bianco e nero, ma che è colorato da milioni di sfumature.
Ovvio che tutti gli stranieri da noi non possono entrare, che l’immigrazione incontrollata è dannosa sia per noi che per loro e che il nostro Stato ha delle leggi che vanno rispettate e seguite. Leggi sulle quale si fonda la nostra Democrazia, che a sua volta si fonda sulla libertà e dignità di ogni singolo essere umano, giallo, nero o bianco che sia; e questo non dobbiamo dimenticarlo mai.