QUESTO MESE SORPASSIAMO … LA CACIARA

 

di Vittorio Gervasi

Avete mai provato ad ascoltare un dibattito senza audio, abbassando tutto il volume ? Vi consiglio di provarci. Vi concentrerete di più sugli sguardi, sui comportamenti. Poi riascoltatelo con l’audio e cercate di concentrarvi sulle parole, sui contenuti. Poi spegnete la televisione e provate a ripensare a tutto quello che avete ascoltato, e tirate le conclusioni. C’è armonia tra i comportamenti, le parole e la ragionevolezza dei contenuti ? Non vale solo per la televisione. L’esercizio si potrebbe fare anche con i giornali, dopo aver letto una notizia, cercare di capire se affettivamente sta in piedi, se tra il titolo ed il contenuto c’è coerenza, se c’è una logica in quel che viene affermato. Ho sempre più la percezione che ci sia uno smodato bisogno di comunicare in maniera rumorosa, facendo passare messaggi istintivi, emotivi, piuttosto che di affermare una linea di pensiero, una reale proposta. È il tempo del baccano, del frastuono, del rumore. Allo stadio si tambureggia per sostenere la propria squadra o per sbeffeggiare la squadra avversaria. Ma allo stadio può anche andar bene –  purché non si superino i limiti del buon gusto e della decenza – altrove decisamente no. Questo stile da curva nord poco si addice a qualunque altro consesso, ancor più se ha in mano le redini di una comunità di persone. C’è una espressione tipica romana che offre un’ottima rappresentazione della realtà, quando dice che per far perdere il filo di un ragionamento, si “butta tutto in caciara”. Una discussione seria, dai toni anche accesi ma con dei ragionamenti sensati, viene spesso sviata da chi non ha a cuore la soluzione del problema, ma fa scadere la discussione in una rissa verbale. In queste situazioni, l’effetto immediato, è lo scadimento del confronto. Diversamente da quanto oggi si pensa comunemente, non tutte le opinioni possono e devono essere messe sullo stesso piano. Tutti hanno il diritto di esprimersi, ma esprimendosi mostrano anche il livello delle proprie idee. Non tutte le idee sono valide solo perché le si esprime. Sono valide se hanno un senso compiuto, se sono effettivamente realizzabili, se servono per migliorare concretamente un territorio, etc.. Ma quanti di noi cercano di capire cosa c’è realmente dentro una notizia piuttosto che fermarsi al titolo, che tra l’altro non sempre corrisponde al contenuto? Purtroppo, oggi, diventare protagonisti dei mezzi di informazione è diventato semplicissimo: basta alzare i toni. Non servono ragioni profonde. Non servono grandi riflessioni. Non servono slanci ideali. Serve solo alzare il volume delle parole ed anche dei gesti. Del resto i sinonimi di caciara sono: gazzarra, frastuono, baccano, confusione, schiamazzo. Più chiaro di così! Qualche domanda: in un contesto alterato, si può vivere bene ed in armonia? I mezzi di comunicazione – in alcuni casi credo siano mezzi di confusione di massa – cosa fanno? Aiutano a capire la realtà che ci circonda? Migliorano il contesto in cui viviamo? Io credo che in molti casi amplifichino soltanto aspetti parziali e comunque minoritari rispetto al sentire comune di un popolo. Perché spesso ci raccontano solo cose strambe e non invece le tante cose straordinariamente normali ed edificanti che accadono in gran silenzio. Ci sono personaggi che hanno fatto grande l’Italia che non hanno mai rilasciato una dichiarazione: non serviva perché erano conosciuti, apprezzati ed ampiamente stimati semplicemente per quello che facevano.  Vi lascio con una frase dell’autore del film “Il grande silenzio”: “Solo in completo silenzio si comincia ad ascoltare. Solo quando il linguaggio scompare, si comincia a vedere”. Buon sorpasso, amici lettori, senza fare troppo rumore!