QUESTO MESE SORPASSIAMO…LA COMUNICAZIONE OSTILE

 

Di Vittorio Gervasi

Di sorpasso in sorpasso, si corre il rischio di vivere sulla corsia di sorpasso. Non è una rima, non è uno slogan, credo piuttosto sia una realtà. Superare sé stessi, superare i propri difetti, riconoscere le proprie mancanze per farvi fronte, credo sia un’esigenza quotidiana di tutte le persone di buon senso. Spesso amiamo dilettarci in polemiche inutili, in discorsi da bar, ma se andiamo al cuore di ogni problema ci accorgiamo che innanzi alle grandi crisi la risposta per riemergere è sempre e solo personale. Inutile attendere tempi migliori – che nell’attesa non arriveranno mai – meglio intraprendere la strada del cambiamento personale. E su questo fronte, un atteggiamento da cambiare radicalmente, è il modo di vivere i social network.
Sono sicuramente un grande strumento, sono sicuramente un’innovazione molto potente che rivede il modo di comunicare, ma implica un grande senso di responsabilità e maturità personale per poterlo utilizzare correttamente.
Voglio condividere con voi il “Manifesto della comunicazione non ostile” che se applicato da ciascuno di noi, migliorerà quella enorme piazza digitale che è Facebook popolata da tanti montesilvanesi.
Punto 1°: VIRTUALE E’ REALE. Ho tanto l’impressione che tanti commenti scritti sui social non saremmo capaci di dirli di persona, dal vivo, guardando negli occhi il nostro interlocutore. Dietro la tastiera ci sentiamo “più liberi” di offendere, di criticare lasciandoci andare a frasi sconsiderate. Prima di scrivere devo ricordarmi che dall’altro lato c’è una persona e non semplicemente un account.
Punto 2°: SI E’ CIO’ CHE SI COMUNICA. Il linguaggio che uso esprime la mia persona. Le parole non sono un semplice testo, sono piuttosto la rappresentazione di me stesso. Sul web sono ciò che scrivo, non posso essere altro, perché non c’è altro modo di farmi conoscere, di rappresentarmi.
Punto 3°: LE PAROLE DANNO FORMA AL PENSIERO. Posto che le parole rappresenteranno me stesso, c’è bisogno di trovare le parole giuste per esprimermi, e per esprimermi bene attraverso una tastiera è necessario prendersi del tempo, pensare bene prima di scrivere al fine di esprimere al meglio ogni concetto.
Punto 4°: PRIMA DI PARLARE BISOGNA ASCOLTARE. Se prima non ascolto, se prima non leggo fino in fondo e con attenzione e non cerco di comprendere cosa realmente l’altro vuole dire, è inutile replicare. Il rischio è di creare solo confusione, di alimentare discussioni inutili fondate sui fraintendimenti, sulle incomprensioni che alla fine disgustano tutti e finiscono per rendere social il peggio di ogni argomento.
Punto 5°: LE PAROLE SONO UN PONTE. Le parole che uso devono servire per mettermi in collegamento con gli altri, per comprenderli fino in fondo, e per cercare anche io di far capire cosa voglio realmente dire, qual è il messaggio che voglio veicolare. Se le parole non uniscono ma dividono diventano un’arma contro gli altri che non aiuta affatto la comprensione ma crea piuttosto un clima da resa dei conti.
Punto 6°: LE PAROLE HANNO CONSEGUENZE. Ogni parola lascia un segno. Il segno può essere una carezza o può essere uno sfregio. Spesso le parole fuori posto fanno più male del dolore fisico. Non posso parlare prescindendo dalle conseguenze di quello che dirò.
Moderare i termini, aiuta a moderare le intemperie del carattere che si lascia andare all’invettiva.
Punto 7°: CONDIVIDERE E’ UNA RESPONSABILITA’. Basta un tasto per condividere una notizia, per condividere un post, un commento. È questione di un attimo e quel contenuto contribuisco a diffonderlo. Ma prima di condividerlo ti chiedi se realmente lo condividi, e cioè se quel contenuto è veritiero, dice cose corrette, propone un’informazione corretta? Girano sui social tante bufale, cioè notizie false ed infondate. Oppure notizie parzialmente vere. Oppure notizie proposte attraverso una lettura davvero parziale dei fatti. Non sempre è facile riconoscere la notizia falsa o infondata o parziale. Però, prima di condividerla, debbo verificarla. Personalmente condivido solo post pubblicati da persone di cui mi fido. Il rischio dell’errore c’è sempre, ma così lo riduco parecchio.
Punto 8°: LE IDEE SI POSSONO DISCUTERE, LE PERSONE SI DEVONO RISPETTARE. Si nota subito chi scrive post e commenti per affermare se stesso e le proprie idee (dimostrando così di essere davvero poco social) da chi scrive e cerca il confronto sereno e pacato.
Le idee che non condivido le posso contestare, ma chi le ha scritte no, nel senso che non posso mai offendere chi ha idee diverse da me trasformandolo in un nemico. Quante frasi sui social puntano ad offendere direttamente la persona piuttosto che le sue idee? Questi trasformano il web in un ring, uno scontro tra pugili dove l’importate è prevale lasciando l’altro a ko.
Punto 9°: GLI INSULTI NON SONO ARGOMENTI. Argomentare, spiegare bene le ragioni alla base delle proprie idee è un indubbio punto a nostro favore. Ma offendere, usare parole pesanti per difendere le nostre idee, alla fine scredita noi e le nostre idee.
Punto 10°: ANCHE IL SILENZIO COMUNICA. Il poco interesse che in questo momento storico mi destano i social, sta nel fatto che tanti, forse troppi, parlano a sproposito. Quante parole inutili, quanti giudizi affrettati, quanto livore in tante parole. Qualcuno ha definito i social uno “sfogatoio sociale”, un posto dove sfogare la propria rabbia e le proprie frustrazioni. Una piazza virtuale dove poter scaricare il proprio carico di infelicità. In questi casi non è meglio avere un amico – un vero amico – al quale confidare i problemi ?
Il silenzio, la riflessione sono tesori da coltivare. Evitano tanti errori e preparano tempi migliori di cui tutti ne abbiamo tanto bisogno.