TAVOLA SUSHI
Di MariaLetizia Santomo,
Wedding, event e party planner a Pescara
Appassionata di mise en place e arte del ricevere.
marialetiziasantomo@gmail.com
“Dlin dlon: ultima chiamata per il volo Montesilvano-Tokyo de Il Sorpasso Airlines, i lettori sono pregati di recarsi all’imbarco.”
Allacciate le cinture, perché in questo numero vi porto in Giappone…con la fantasia!
Trattiamo infatti l’argomento sushi, gran moda del momento soprattutto tra i più giovani, e vedremo come mangiarlo correttamente, sia al ristorante che a casa e come apparecchiare una tavola adeguata per la vostra cenetta sushi casalinga.
Partiamo da come si apparecchia una tavola sushi. Se penso al Giappone e allo stile giapponese, penso alla simmetria, a una precisione millimetrica, al rigore e alla pulizia delle linee, e secondo questi principi ho scelto di impostare questa tavola. Nessun inutile orpello, solo quello che serve: uniche concessioni decorative la pianta di phalenopsis come centrotavola e i fiori di phalenopsis come segnaposto. Punto. Basta. Poi solo lo stretto necessario e dunque: tovaglietta in materiale naturale, piatto preferibilmente quadrato, ciotolina per salsa di soia, bicchiere basso e squadrato, bacchette, poggiabacchette, tovagliolo e posate da prevedere se oltre al sushi è previsto magari un assaggio di crudi tradizionali o nel caso ci sia qualche ospite non molto pratico con le bacchettine. In realtà se siete in un ristorante giapponese cercate a tutti i costi di non usare le posate perché per i giapponesi è una gran mancanza di rispetto pungere (con la forchetta) o tagliare il sushi, meglio a quel punto, visto che tra l’altro il sushi nasce come street food, usare le mani e mangiarlo in un solo boccone, ma a casa, tra amici, io vi consiglio di offrire sempre anche le posate per non mettere in difficoltà nessuno. Per quanto riguarda la salsa di soia, invece, nella foto la vedete già versata nelle ciotoline, ma predisponete delle bottigliette da cui ognuno poi la verserà da sé. Se siete al ristorante ricordate di non versarne troppa perché i giapponesi, accorti e parsimoniosi, odiano gli sprechi.
Sistemate anche fettine sottilissime di zenzero e palline di wasabi agli angoli dei piatti di portata: ognuno prenderà ciò che desidera.
Per quanto riguarda i bicchieri, il massimo sarebbe avere un set di bicchieri in ceramica e teiera da sakè, altrimenti vanno bene dei normalissimi bicchieri in vetro e se avete in mente di pasteggiare con un vino potete mettere anche un calice. Il poggiabacchette ha soprattutto una funzione igienica perché permetterà di appoggiarle senza farle toccare direttamente con la tovaglietta.
Se il menù prevede il ramen, la tipica zuppa giapponese, occorreranno anche le ciotoline e l’apposito cucchiaio in ceramica.
Il sushi comunque si serve tutto insieme, senza un ordine di portata, cosicché ogni ospite possa crearsi il suo personalissimo percorso degustativo.
Io vi consiglio, se lo preparate voi, di fare rolls piccolini perché sono più carini da servire e più facili da mangiare in un solo boccone.
Per servire il tutto io ho usato delle porcellane con decori bianchi e blu in stile giapponese, ma potete usare anche le famose barche o i taglieri in legno magari decorati con una foglia di aspidistra.
Come centrotavola potrete posizionare delle orchidee, dei rami di ciliegio, dei crisantemi che in Giappone sono un fiore molto diffuso e non hanno la valenza funerea che hanno da noi, un centrotavola “sushi” che potrete far realizzare da un fiorista, un vaso con acqua e candele flottanti o anche un simpatico giardino zen con cui gli ospiti potrebbero perfino divertirsi a giocare. Se volete invece dare un tocco di colore, potreste realizzare dei segnaposto colorati con la carta da origami o con gli ombrellini da cocktail o arrotolando uno dentro l’altro, appunto tipo sushi, due tovagliolini di carta dai colori a contrasto.
Carino sarebbe, infine, preparare le salviettine calde per sciacquarsi le mani a fine pasto.