Il miracolo annunciato al colle della Vecchia
di Pasquale Criniti
Sono trascorsi 29 anni dal giorno del miracolo mancato a Montesilvano, il 28 febbraio del 1988, quando circa 20mila persone assiepate sul colle della Vecchia alzarono gli occhi al cielo nella speranza di vedere apparire nel sole l’immagine della Madonna.
La speranza fu disattesa ma molti riportarono danni, anche gravi, alla retina.
Il miracolo era stato annunciato dal viceparroco della chiesa di Sant’Antonio, don Vincenzo Diodati, e dalla veggente Maria Antonietta Fioritti.
Avevano parlato dell’apparizione celestiale, ma anche della comparsa di una scritta nel cielo.
L’evento fu atteso con fervore crescente dalla comunità di credenti ma anche da una schiera di curiosi, e per un giorno Montesilvano sembrò diventare una piccola Fatima.
Autobus carichi di pellegrini invadevano la Nazionale, la gente accorreva sul Colle per accaparrarsi un posto in una posizione migliore.
Giornalisti della tv e della carta stampata assistevano all’ evento.
Tutti fermi sul posto, in migliaia, nel silenzio più assoluto, avevano alzato occhi e teleobiettivi verso il cielo.
Provando a guardare il sole per dieci minuti con gli occhi bene aperti si può avere la sensazione di vedere di tutto.
Una ragazza ventenne il sole lo ha visto verde e celeste.
Una signora quarantenne asseriva di aver visto la Madonna che s’ inchinava.
Mancavano don Vincenzo, il prete-calciatore, eccellente cacciatore di vocazioni (tra i suoi giovani parrocchiani ben 14 ragazze erano entrate in convento e 9 ragazzi si erano iscritti al seminario) e la veggente Maria Antonina Fioritti, detta Antonella prima e Maria dopo i cosiddetti messaggi della Madonna, sedicente laureata in biologia ed amica del senatore Fanfani, dedita secondo il gesuita padre Colonna a messe nere.
L’unico prete visto sul colle della Vecchia fu don Filippo da Bitonto, Bari.
Si pensava che don Vincenzo fosse in ritiro spirituale e non avesse voluto disubbidire alla volontà del vescovo di Pescara.
Proprio alla vigilia della cosiddetta apparizione, monsignor Jannucci aveva esplicitamente invitato i fedeli a seguire la messa nelle proprie parrocchie e a non raggiungere il colle.
Si sarebbe saputo dopo che don Vincenzo era andato fuori Pescara per pregare.
“Ho obbedito a chi in Curia mi consigliava di stare lontano per due giorni.”
Quanto alla veggente, era andata a Lanciano dai parenti della madre, sorella del defunto senatore dc Bellisario.
Alle 13,20 di quella domenica un ragazzo, forse un adepto della parrocchia di Sant’ Antonio, urlava al microfono: “Vogliamo forse mettere fretta a Dio? Dobbiamo aspettare l’una e mezza!”.
Alle 13,30 il microfono aveva taciuto.
La profezia era stata disattesa.
La gente cominciò a defluire lentamente.
Il sindaco Massimiliano Pavone, dc, all’ invito dei giornalisti di commentare l’avvenimento rispondeva di no con un dito.
L’assessore regionale al Turismo, Domenico De Massis, socialdemocratico, dichiarava di aver visto anche lui qualcosa.
La folla si disperse.
Nel pomeriggio don Vincenzo telefonò a un’emittente privata annunciando che i segni del sole erano stati raccolti solo dai cuori umili e che il miracolo, che sarebbe stato visibile anche ai curiosi e agli scettici, sarebbe avvenuto tra mezzanotte e l’una e trenta, e che pertanto a Pescara, a Montesilvano e a Spoltore chi avesse guardato in cielo avrebbe potuto leggere una parola e altri segni inequivocabili del miracolo.
Anche quella volta numerosi fedeli, nonostante un vento gelido, si accalcarono sul colle e nella parrocchia di San Camillo de’ Lellis, lì dove Maria Antonietta Fioritti aveva letto fino ad allora una trentina di messaggi della Vergine.
Si seppe in quei momenti che una fedele di 66 anni, Assunta Fiorindi, era morta in ospedale dopo un collasso.
E quella fu l’unica certezza della giornata.
All’una e mezza di notte iniziò l’esodo dei fedeli delusi.
Il vescovo Antonio Jannucci ordinò al sacerdote (ex calciatore) che aveva annunciato il miracolo: «Lei deve ritirarsi in convento per almeno otto giorni; se non bastano saranno di più!».
E don Vincenzo confessò: «Ho sbagliato tutto. Eppure credevo di fare del bene».
L’ex calciatore, spinto al sacerdozio da una vocazione tardiva ma dilagante, cercò di spiegare le proprie ragioni: «Mi sono fidato troppo della veggente, ero sicuro che le avesse parlato la Madonna».
Alla fine anche il vescovo prese definitivamente le distanze dal miracolo, invitando sacerdoti e fedeli a non attendere più alcun segno della Madonna annunciato da Diodati o dalla veggente.