Montesilvano che lavora – Estetica Leda
Abbiamo incontrato in Viale Europa 23 Valeria Donatelli, figlia della signora Leda, che con la madre gestisce l’omonimo centro estetico con una passione ed una cura non ordinari. Ritiene basso il riconoscimento del valore dell’estetica della nostra società, mentre fortemente limitante la concorrenza di chi lavora in nero e dei medici che invadono il campo del suo settore di competenza.
Sig.ra Valeria quando avete aperto questo centro di estetica?
Mia madre è stata la prima ad ottenere la licenza qui a Montesilvano, nel 1981. Da circa dieci anni faccio parte dello staff e la affianco nella gestione del centro. Cerchiamo di far fronte alle difficoltà che da anni interessano in maniera trasversale gran parte dell’imprenditoria, piccola e grande. La devozione per l’attività della mia famiglia, che mi piace pensare come un tassello del patrimonio della città, insieme ad altri esercizi storici, mi porta a tentare di mantenerla in vita. Diversamente, in un momento tanto complicato, non avvierei alcuna nuova attività.
Quali sono le difficoltà più stringenti nel vostro settore?
Innanzitutto la mancanza di una radicata cultura della bellezza. E’ una lacuna ravvisabile in molti operatori e in buona parte dei fruitori di servizi legati al mondo dell’estetica. Le scuole specializzate sono cresciute molto, negli ultimi anni, ma siamo ancora lontani dalla formazione che in altri paesi fa sì che il mestiere delle consulenti di bellezza sia tenuto in grande considerazione. Allo stesso tempo, l’attenzione alla cura del proprio aspetto ha una declinazione molto variegata. Ci sono ancora persone che non hanno mai frequentato un centro estetico, poche che si dedicano con costanza alla cura di sé rivolgendosi a professionisti, mentre molti sono coloro che hanno con l’estetica un rapporto superficiale: la loro fruizione è discontinua, si limitano ai servizi base, rincorrono il miglior prezzo e il risultato immediato. Complice la crisi economica, che in molti casi offre un alibi prezioso, una domanda così composta favorisce il dilagare dell’ abusivismo da un lato e offre dall’altro la possibilità a molte figure di prestarsi al mondo dell’estetica, discostandosi dalla propria specializzazione. Un centro estetico professionale offre garanzia di igiene, conoscenze, abilità, dedizione al benessere della persona, aggiornamento costante, accoglienza. E’ un mondo che ruota intorno al cliente, che non è un utente su cui fare un intervento spot, ma è un progetto a cui dedicarsi con costanza, continuamente, per preservarne il benessere ed esaltarne la bellezza.
L’estetica ha una lunga tradizione che andrebbe rivalutata, sostenuta, incoraggiata, per portare e riportare le persone nei luoghi che le sono propri. A chi spetti questo compito è difficile dirlo. Nell’immediato alle scuole specialistiche e a noi operatori, che dobbiamo investire continuamente in formazione, in cultura, nella professionalizzazione a tutto tondo. Ma la cultura del bello dovrebbe far parte del bagaglio personale di ciascuno. Il bello non si improvvisa, si costruisce e si coltiva. Non può esserci bellezza dove non si fa formazione e l’igiene non è prevista (gli attrezzi non si sterilizzano, i guanti non si usano, il materiale monouso non c’è); né dove ci sono le conoscenze, ma non la maestria, la tradizione, l’interesse per la persona nel complesso e nel suo divenire.
Cosa pensa di Montesilvano?
Montesilvano non ha un’identità forte, in cui faccia piacere identificarsi. Resta una città periferia, una città di passaggio. Un luogo che non offre buoni motivi per sostare. Il centro è tale solo per convenzione e non per vocazione; la piazza, per tradizione luogo di incontri e scambi culturali, il supermercato più frequentato. Non c’è abbastanza ordine e pulizia; non c’è cura dell’estetica urbana. Una città così non si vive ma si fugge. E come meta è offerta ai più una buona scelta di centri commerciali. Oltre ai concorrenti, sleali e non, c’è qualcosa di peggio con cui fare i conti: la cultura del brutto che avanza. Forse l’estetica, a conti fatti, per poter fiorire ha bisogno anche di una amministrazione comunale consapevole che coltivi l’ambizione di cancellare molte delle brutture della nostra città per ridisegnare una Montesilvano che sia bella da vivere.