IL PUDORE
di Elio Fragassi https://www.eliofragassi.it/
Il pudore non è un oggetto tangibile, un iphone, un sito, un social o un prodotto di consumo, ma un sentimento, una virtù, una emozione interiore, un valore astratto e, come tale, come dote culturale dovrebbe risiedere in ogni essere umano.
Da qualche decennio, con la scusa di abbattere i tabù e le proibizioni che bloccavano le libertà con il pretesto delle emancipazioni sociali e di pensiero sono stati strappati, con gusto ed uno ad uno, tutti quegli articoli che con grande fatica e sudore erano stati isolati dall’uomo nel lungo percorso della sua esistenza e si erano sedimentati nella nostra interiorità e coscienza per formare quel “CODICE MORALE” che, oltre ad emanciparci dall’agire istintivo degli esseri che formano il regno animale, dovrebbe guidare il nostro cuore e la nostra mente nelle relazioni del vivere civile.
Questi strappi hanno cancellato completamente il “codice morale”, interno alla coscienza, per sostituirlo con il “CODICE CIVILE” e il “CODICE PENALE” esterni e manipolabili, quindi, in relazione alle necessità da giustificare ed alle incoerenze e contraddizioni da avallare.
Nel nostro tempo
Con questa finalità la televisione, caratterizzata da una comunicazione unidirezionale, da qualche decennio è diventata la peggiore “maestra” di vita da quando ha assunto l’aspetto di un elettrodomestico che risponde solo alla legge di mercato e all’audience dei differenti programmi. Alla televisione si sono aggiunti, da qualche anno, i programmi social su internet che abbattendo tempo, distanze e unidirezionalità hanno dato vita ai famosi “leoni da tastiera” che con chat e like in tempo reale hanno completamente cancellato ed annullato, ad ogni livello etico e sociale, quel CODICE MORALE sostituendolo con un CODICE del NULLA di pagine completamente bianche e, nell’occorrenza, rimpiazzato con quelli civile e penale. Queste sono le peggiori agenzie educative contro le quali moltissimi insegnanti combattono ogni giorno battaglie impari e risultano, quasi sempre, perdenti.
Anno 2024 e dintorni
La cronaca, che quotidianamente leggiamo sulla stampa o ascoltiamo per radio o nei vari telegiornali, ne è la cartina di tornasole.
Basti pensare ai ragazzini che sparano o si accoltellano per futili motivi, ai genitori che picchiano insegnanti e presidi per qualche nota comportamentale o voto basso dei figli, ai fidanzati o mariti e compagni che uccidono con facilità le persone da loro definite care, alle forze dell’ordine che vengono continuamente attaccate semplicemente perché cercano di riscrivere quelle pagine bianche e far rispettare qualche articolo di quel famoso codice morale ormai pieno del nulla. Negli ultimi anni a completare l’opera di demolizione di questo codice morale astratto ha contribuito moltissimo lo svilupparsi della musica rap e trap che con i testi violenti, aggressivi, veementi e sessisti ha spopolato, specialmente tra i giovani, perché educano ad una falsa idea di libertà, anche grazie all’uso sempre più diffuso di sostanze illegali, con l’abbattimento dei tabù che la società – a loro dire – vuole imporre mediante il codice morale. A completare la qualità di una falsa libertà con l’abbattimento dei tabù sono intervenuti, negli ultimi anni, le/gli “influencer” con la loro capacità di influenzare nelle scelte di prodotti di consumo, nei comportamenti sociali orientando negli acquisti a motivo della propria popolarità nell’apparente mondo virtuale di internet e dei social.
E così in questa società “spudorata” che apprezza e promuove chi: “… non ha e non mostra alcun pudore o ritegno nel comportarsi in modo scorretto e disonesto; … che non sente vergogna di quello che dice o fa “([1]) … il re del mondo [soldi/ricchezza] ci tiene prigioniero il cuore” F. Battiato 1979
Ma …”Per libertà si intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un’azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla.” E ancora “La libertà, quindi, non è semplicemente la capacità di fare ciò che si desidera, ma la capacità di fare ciò che è in armonia con la nostra natura razionale e sociale.”([2]) La libertà “Non è un cambiamento che va mostrato all’esterno, quanto piuttosto una leva che scatta all’interno. La vera libertà è quella interiore, che ci disancora giornalmente dai giudizi nostri e degli altri.”([3])
Anni (427 – 347 a. C.)
“Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza … quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato … In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde … Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri … L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice. Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo …“
“Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia.” ([4])
E questo nostro tempo vi pare il frutto dell’ EVOLUZIONE SOCIALE di 2400 anni !!!
[1]) https://www.treccani.it/vocabolario/spudorato/
[2]) https://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0
[3]) https://giustinianolavecchia.it/che-cosa-e-la-liberta/
[4]) Platone – La Repubblica – Libro VIII