LO STILE DI VITA (E LA DIETA) DEI GRUPPI SANGUIGNI: capire le Intolleranze Alimentari

Capire le Intolleranze Alimentari

del dr. Paolo Vesi

Ispirandosi al detto “quello che fa bene ad una persona può far male ad un’altra”, due naturopati, padre e figlio, James e Peter D’Adamo, sono giunti alla conclusione che “non ci sono diete e stili di vita giusti o sbagliati, ma solo scelte corrette o scorrette rispetto al codice genetico individuale”. Lo studio dei gruppi sanguigni fa compiere un passo avanti alla genetica, stabilendo che, inequivocabilmente, ogni essere umano è assolutamente unico: al gruppo sanguigno corrisponde un determinato assetto genetico. Importante, quindi, è imparare le correlazioni che esistono tra gruppi sanguigni dieta e stile di vita, perché ciò ci consentirà di vivere meglio, evitando ad esempio alcune intolleranze alimentari, eventuali momenti stressanti, etc.

La chiave per capire l’importanza e il significato dei gruppi sanguigni si trova nella storia dell’evoluzione dell’uomo (un “grande”, di cui non ricordo il nome, disse: “se vuoi conoscere il presente e il futuro, rivolgiti al passato !!!): il gruppo di tipo O è il più vecchio, quello dell’uomo cacciatore, che si cibava prevalentemente di carne e che faceva una notevole attività fisica; quello di tipo A inizia la sua evoluzione con lo sviluppo dell’agricoltura, mangia prevalentemente vegetali e corre molto meno, ma deve necessariamente fare una notevole “attività fisica”; il gruppo B fa la sua comparsa quando gli uomini cominciano a migrare verso il nord, più freddo e inospitale; il gruppo AB infine costituisce un fenomeno relativamente moderno, risultato di mescolanze di gruppi diversi.

Le differenze che si riscontrano nei vari gruppi sanguigni sono la conseguenza della capacità dell’uomo di adattarsi alla mutevolezza dell’ambiente.

Ogni gruppo sanguigno ha in sé il messaggio genetico legato alla dieta e al comportamento dei nostri antenati.

La storia di questa evoluzione si correla con i fabbisogni nutrizionali (e anche certe patologie) caratteristici di ciascun gruppo sanguigno al quale sono legati i punti di forza e di debolezza individuali: il gruppo sanguigno è strettamente correlato alla capacità di reagire allo stress, allo stato mentale, all’efficienza del metabolismo, alla capacità di adattamento del sistema digestivo e di quello immunitario. Ed è proprio in questi due settori che si trovano le maggiori distinzioni tra soggetti appartenenti a gruppi diversi.

I vari gruppi sanguigni si distinguono per la presenza di “Antigeni”, che dànno il nome al gruppo, e di specifici “Anticorpi” (Tab. 1).

 

                                      

SE IL SANGUE

   È

 

Contiene l’ANTIGENE Contiene ANTICORPI

(naturali-IgM**) contro

Gruppo A      A Il sangue di gruppo B
Gruppo B      B Il sangue di gruppo A
Gruppo AB      AB ASSENZA di Anticorpi

Anti – A e anti – B

Gruppo O ASSENZA di Antigeni Il sangue di gruppo A, B

  e  di gruppo A B

Tab. : 1

Oggi sappiamo che gli alimenti possono interagire negativamente col nostro Sistema Immunitario e col nostro Gruppo Sanguigno, se non compatibili.

  • Molti degli antigeni presenti negli alimenti hanno caratteristiche simili all’antigene A o a quello B; questo induce l’organismo, incompatibile con l’alimento, a produrre anticorpi (Immuni – IgG****) che vanno a colpire il gruppo A o il gruppo B. Ciò è alla base, ad es., della patogenesi della Malattia Emolitica del Neonato nel sistema ABO (meno conosciuta dai profani di quella nel sistema Rh, ma molto più frequente e meno grave).
  • Tra sangue e cibo si verifica una reazione chimica che fa parte del nostro bagaglio genetico (il sistema digestivo e quello immunitario conservano ancora una predilezione per i cibi consumati dagli antenati di gruppo sanguigno uguale al nostro): la causa risiede in proteine chiamate “Lectine”. Queste sono particolarmente abbondanti nei cibi e sono dotate di capacità “agglutinante” che si esprime nel sangue; sono capaci cioè di agglutinare le cellule con cui vengono a contatto (nei soggetti di gruppo incompatibile, naturalmente !!!). Il 95% delle lectine che assumiamo con gli alimenti, viene allontanato senza problemi dall’organismo; il restante 5% riesce a raggiungere il sangue distruggendo globuli rossi e bianchi. Ciascuna lectina ha però una predilezione di organo pertanto poi gli organi che possono essere colpiti sono diversi: stomaco (es. gastrite, etc.), intestino (colon irritabile, celiachia, etc.). sistema nervoso (cefalea, iperattività, etc.), etc..

I disturbi sono del tutto simili a quelli provocati da un’allergia alimentare

   e non è necessario ingurgitarne quantità notevoli perché bastano minime

quantità per agglutinare moltissimo.

.       Non dobbiamo certo demonizzare il cibo, basta solo eliminare dalla

alimentazione le lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno.

 

**  non superano la “barriera placentare”: non passano dalla madre al feto.

**** superano (!!!) la “barriera placentare”: passano dalla madre al feto,

danneggiandolo (MEN – ABO)