ABRUZZO: UNA TERRA D’AMARE

 

di Davide Canonico

Le tristemente recenti calamità naturali che si sono abbattute sul nostro territorio hanno messo quest’ultimo sotto i riflettori portando all’attenzione del mondo il nero della tragedia e della sofferenza. Una pubblicità cruda, amara e maledettamente reale che associa alla nostra terra il sinonimo di disgrazia. È un’immagine, però, che non rende giustizia a una terra meravigliosa e di inequivocabile bellezza che ha molto più da offrire delle macerie e per la quale l’appellativo di terra disastrata stona palesemente con l’immenso potenziale naturale e umano in essa racchiuso e che merita di essere visitato e preservato.

È proprio per raccontare l’anima di questa regione straordinaria che è nato UNO SPOT PER L’ABRUZZO: un’iniziativa ideata dal regista abruzzese Walter Nanni e che vede la partecipazione di un numeroso seguito tra artisti, registi, produttori, tecnici, creativi, professionisti e personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo, tutti dietro un’unica macchina da presa, accomunati dalla loro origine abruzzese e dal desiderio di rilanciare l’immagine della loro terra. Il progetto, infatti, nasce con lo scopo di spronare un incremento del turismo realizzando una serie di spot (ma il vero sogno è girare un film) che evidenzino le molteplici meraviglie del territorio (paesaggi, arte, cultura, gastronomia): un mosaico di emozioni che regali un’immagine nuova e inedita dell’Abruzzo agli occhi del pubblico nazionale e internazionale. L’iniziativa ha riscosso un certo successo tanto da finire sulle pagine del celebre quotidiano britannico Indipendent.

Una campagna pubblicitaria fuori dal comune, messa in piedi da professionisti d’eccezione per una terra che non sa mettersi in mostra ma che da mostrare avrebbe molto: definita non a caso la regione più verde d’Europa, l’Abruzzo possiede un panorama artistico, culturale e naturalistico invidiabile. I suoi parchi nazionali della Majella e del Gran Sasso, la magia della costa dei trabocchi e le sue riserve naturali, i borghi medievali come Rocca Calascio, le rovine romane di Alba Fucens sono solo alcune delle gemme preziose che questa regione può vantare e molte altre andrebbero annoverate in questo elenco. Eppure, al di fuori del territorio regionale, pochi le conoscono. Anche chi dovrebbe conoscerle, come chi ci vive, spesso ignora il pregio o la varietà di tali risorse o, peggio, le dà per scontate. Un esempio su tutti è la cosiddetta Transiberiana d’Abruzzo: un reticolo ferroviario che si dirama per 130 km tra monti innevati, paesaggi incontaminati, precipizi, valichi, gallerie e paesini pieni di folclore. Costruita alla fine dell’800 questa suggestiva linea ferroviaria collegava Sulmona a Isernia e oggi sopravvive solo grazie a una associazione di appassionati (Fondazione FS) che ha sponsorizzato e permesso il transito di corse storico-turistiche su questa linea altrimenti destinata a scomparire nel dimenticatoio.

È un punto debole che affligge l’Italia in generale e la nostra regione in particolare, quello di non essere in grado di valorizzare l’unicità che possiede. È il risultato di una comunicazione inadeguata e spesso carente. Oggi più di ieri forse capisco quando, tra i banchi dell’università, per spiegare l’esatta ubicazione geografica della mia città natale ai miei compagni meno navigati nella geografia nazionale, scherzando, dicevo: “Pensa all’ultima regione che ti viene in mente” e puntualmente indovinavano, magari dopo essere prima caduti in fallo con Molise e Basilicata. Certo, quando si possiede un patrimonio artistico e culturale così ampio riuscire a valorizzarlo a pieno nella sua interezza è problematico, noi stessi abruzzesi che dovremmo esserne i primi promotori spesso lo sottovalutiamo. Eppure non riesco a non pensare a quando andando all’estero e visitando luoghi di grande interesse ma che non hanno un repertorio artistico così ampio, ci troviamo spesso di fronte all’esaltazione di opere dell’arte umana o naturale che non riescono a sbalordirci per il semplice fatto che nel nostro Paese ne abbiamo di altrettanto valide se non migliori.

In tal proposito, emblematica è la storia di Yasuko Ishikawa, affermata scrittrice giapponese che rimasta affascinata dai panorami e dalla cultura abruzzesi ha deciso di pubblicare in un libro (Abruzzo Misterioso) il suo viaggio. Un elogio a questa terra che l’ha così profondamente colpita, ma soprattutto un invito ai suoi connazionali affinché possano conoscere, e magari decidere di visitare, una regione a loro sconosciuta ma non meno degna d’interesse, al pari delle più blasonate città italiane come Roma, Firenze o Venezia.

Una perla celata agli occhi meno attenti, un diamante allo stato grezzo, la nostra terra che non aspetta altro di essere adeguatamente valorizzata e che merita di esserlo per far scoprire al mondo intero le sue bellezze più nascoste, un connubio di forti emozioni e inaspettata bellezza che solo i tesori più rari sono in grado di offrire.