La frammentazione paga?
di Associazione La Nuova Pescara
La frammentazione amministrativa è uno dei problemi atavici dell’ampia area metropolitana pescarese. I guasti prodotti nel tempo sono sotto gli occhi di tutti e dovrebbero essere un monito per il futuro. Guai a perseverare con gli errori! La creazione della Nuova Pescara, città di oltre 190mila abitanti frutto della fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, stabilita con il referendum del 2014 e con la Legge regionale nel 2018, è l’opportunità per rimediare agli antichi guasti e per limitare ulteriori errori.
Cominciamo dal lungomare: unisce Pescara e Montesilvano, ma rimarca dolorose e ingiuste differenze. La passeggiata di Pescara ha spazi ampi, con fontane, monumenti, mosaici, un ponte dall’indubbio fascino, il porto canale, quello turistico, una ruota panoramica, una riserva naturale. E, soprattutto, un arenile talmente esteso da permettere agli stabilimenti balneari ogni tipo di attrattiva. Mancano gli hotel, perché la speculazione edilizia ha preferito i condomìni. A Montesilvano, di colpo, la passeggiata si stringe e diventa un camminatoio abbellito da palme di pregio. La spiaggia si fa sempre più risicata e in alcuni punti chi fa il bagno sente ben chiaro il rumore del traffico. Se butta male, ne avverte anche gli olezzi. La lunga riserva della Forestale, nota lieta, crea un cuscino verde tra il lungomare e la selva di palazzi, però è davvero poco per affascinare i clienti dei grandi alberghi. Non a caso, i commercianti locali si lamentano della scarsa presenza in città da parte dei turisti.
Ma perché tanta differenza tra due città che sono una parte dell’altra? Piani regolatori diversi, visioni politiche diverse, scelte a volte dettate da interessi di piccoli potentati. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio del decennio successivo, Pescara si dotò di barriere frangiflutto per difendere la spiaggia dalle mareggiate, Montesilvano invece tergiversò. Il risultato fu che Pescara guadagnò decine di metri di arenile e l’erosione di spostò a nord, dove i montesilvanesi videro l’acqua del mare divorare la spiaggia e raggiungere la strada. In sostanza, un’amministrazione comunale lavorò per difendere il suo territorio, mentre un’altra non fu all’altezza della situazione. Il discorso vale anche per la tangenziale, che ha raggiunto il cimitero di Montesilvano con decenni di ritardo e quando l’area era stata urbanizzata senza criterio. La politica di Montesilvano bloccò la tangenziale a metà, limitatamente all’uscita di Santa Filomena, perché riteneva che l’assenza dei tir avrebbe danneggiato le trattorie lungo la Nazionale. Per permettere a qualcuno di vendere un piatto di pasta e fagioli, viene da dire, migliaia di persone hanno dovuto respirare cancerogene micropolveri in quantità spaventose.
Gli esempi da fare, ahinoi!, sono tanti. Il porto turistico si trova a Pescara, gli hotel a Montesilvano, a diversi chilometri di distanza. È normale? Né Pescara né Montesilvano, per giunta, hanno attrattive interessanti per un soggiorno di qualità. Se ci fosse stata una sola amministrazione, si sarebbe potuto ragionare diversamente. E, magari, costruire il porto turistico a Montesilvano, dove sono presenti gli alberghi, e destinare l’area pescarese a ridosso del porto canale a ben altri scopi. Viene in mente un campus universitario di alto livello, ma anche una cittadella dello sport.
Un governo cittadino unico, come hanno deciso nel 2014 gli elettori, non avrebbe permesso che a Montesilvano, nel centro della strada parco, dove dovrebbe passare la filovia, venisse alzato un ingombrante palazzo. Per tutto questo e per altro ancora, Nuova Pescara è una straordinaria opportunità. I sindaci di Montesilvano e Spoltore, De Martinis e Di Lorito, finora non hanno onorato la fascia tricolore perché si sono adoperati solo per ritardare l’iter della Legge di fusione, puntando in primo luogo a disinnescare la prima data in essa prevista,1° gennaio 2022, e in secondo luogo a implorare la Regione di abrogare la Legge. La Lega di Salvini è contro la Nuova Pescara, come lo è il Pd di Spoltore. Ancora una volta, gli interessi di bottega vengono privilegiati rispetto agli interessi della collettività. Triste ma vero.