Kamala Harris è il nulla

Ricevuta da Francesco Squillante, Subbiano Arezzo, via mail il 29 luglio 2024

È iniziato puntuale come la gramigna e le varie erbacce il martellante florilegio dei media di regime sui luminosi destini di Kamala Harris, che in poche ore e per disperazione dei democratici americani è passata da ronzino risacchione tenuto nascosto a tutti, a fenomeno dalle taumaturgiche virtù di acchiappa voti! Tutto ciò in combinazione con la solita ridda di sondaggi farlocchi, costruiti e divulgati ad hoc! Un comico remake della stessa tecnica usata per Hillary Clinton, poi fortunatamente sconfitta nella memorabile notte del Novembre 2016. In realtà il sistema oligarchico elitario ha trovato la propria campioncina in Kamala e autoritariamente la vuole imporre a tutti.

Se tanto mi dà tanto e se The Donald manterrà nervi e pensieri saldi assisteremo ad una Sua grande rivincita e vittoria e ad una crisi definitiva del mondo radical chic americano e internazionale, con ottimi e duraturi effetti elettorali e di gestione governativa in occidente.

 

Risposta del direttore: Francesco le rispondo solo a valle delle elezioni americane e rileggendo la sua nota di fine luglio devo confermare lei ha colto il segno del sentimento degli statunitensi. In realtà Donald Trump ha conservato i voti ottenuti quattro anni fa (76 milioni), mentre i democratici hanno ridotto di molto i consensi (81 milioni nel 2020) e quindi hanno sonoramente perso le elezioni. La Harris non è riuscita a mobilitare le donne e la classe media. Il sistema oligarchico elitario non ha compreso su quale partita giocare ed ha irrimediabilmente perso. Speriamo Trump non proceda ad applicare dazi su tutti i materiali provenienti dall’Europa come promesso, altrimenti la nostra economia subirà un effetto di riduzione importante e cadrà a picco. Ciò perché il Governo non è in grado di mettere in atto politiche che favoriscano l’aumento della produttività dei fattori del paese avendo il settore industriale fatto il massimo e non avendo più ulteriori margini per compensare la disastrata produttività pubblica (costo energia, costo dei trasporti, costo del sistema giustizia, costo della burocrazia, costo sistema fiscale, …).

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