Disabili costretti a tornare in bus L’associazione: “La colpa non è dei passeggeri”

di Armando Marcucci*

È successo nella giornata di Pasquetta, i giovani hanno dovuto ripiegare sul bus nonostante l’intervento di “Polfer” e personale Trenitalia. “27 ragazzi disabili sono stati costretti a scendere da un treno regionale tra Genova e Milano perché i loro posti erano stati occupati da altri passeggeri che si sono rifiutati di farli sedere. È successo nel tardo pomeriggio di Pasquetta, lunedì 18 aprile, alla stazione di Genova Piazza Principe e la comitiva – nonostante l’intervento del personale di Trenitalia e della Polfer – è stata costretta a rientrare nel capoluogo lombardo con un pullman”.

Si insomma, sembra che gli accompagnatori delle 27 persone con disabilità abbiano affermato che in realtà sia stata Trenitalia a non garantire il servizio…

A prescindere se sia vero o meno, anche i “turisti” avrebbero potuto fare un piccolo sacrificio, o no?

In realtà torniamo sempre li’, esiste un problema culturale e di rappresentazione dei diritti.

Voglio essere estremo.:.

Ve l’immaginate cosa sarebbe accaduto se una fattispecie analoga fosse capitata ad un gruppo di Persone appartenenti ad una qualsiasi Associazione aderente al movimento “LGBT”, rientranti da una manifestazione a Genova o in qualsiasi parte d’Italia ?

Sapete cosa sarebbe successo??

Semplicemente (e correttamente) ci sarebbe stata una campagna mediatica che sarebbe durata una settimana (minimo), i vertici regionali Trenitalia sarebbero saltati (dopo essersi debitamente scusati), la questione sarebbe stata discussa in Parlamento, il Presidente di una delle due Camere, sarebbe intervenuto pesantemente, con varie “reprimende”… verso gli stessi vertici di Trenitalia.

Invece, per quanto riguarda il nostro frastagliato mondo, è praticamente già tutto finito, fino al prossimo evento, ovvero fino al prossimo autistico “bullizzato” (ed ovviamente ripreso con i telefonini), fino al prossimo caso di parcheggio, per persone con disabilità, occupato, etc etc…

Tornando quindi alla criticità relativa alla mancanza di cultura e di rappresentatività, io sarei a proporre di legare il nostro variegato e diviso mondo alla forza del movimento LGBT, che da decenni prima e meglio di noi, ha trovato il modo di strutturarsi e di proteggere dal primo all’ultimo (se esiste) dei suoi componenti!

Altrimenti cosa dovremmo fare? Contare sui “soloni” delle varie Associazioni Nazionali che sanno solo difendere i loro posti di lavoro (prima ancora dei diritti dei loro iscritti …) e non hanno imparato in questi anni a fare gioco di Squadra ??’

A proposito, tornando al fatto ‘culturale’, c’è qualcuno che in maniera “basica” sappia parlare semplicemente, ma concretamente del mondo delle Persone con Disabilità in una eventuale “Pubblicità Progresso?”.

Senza riferimento alcuno alla retorica o all’abilismo, ovviamente????..

*Presidente CNAPPD (Comitato Nazionale Antidiscriminatorio delle Persone con Disabilità)

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