LA FILOVIA SEGNA IN PIENO RECUPERO

Ribaltata dal Consiglio di Stato l’ordinanza del TAR che accoglieva la richiesta di sospensiva dei Comitati

di Ermanno Falco

Un altro tassello, stavolta di natura squisitamente giudiziale, si aggiunge all’ultraventennale telenovela della realizzazione tra Pescara e Montesilvano, con prosecuzione in prospettiva verso Francavilla al Mare e San Giovanni Teatino, di un sistema di trasporto rapido di massa in grado di soddisfare la mobilità urbana di tutti i comuni interessati, abbattendo o riducendo al minimo le negatività dell’impatto ecologico costituito dalla circolazione di vetture private che, da tempo immemore, fanno regolarmente sballare i parametri massimi di inquinamento atmosferico.

Ma procediamo per ordine: nello scorso mese di aprile la Tua S.p.A., nella persona del suo presidente Gianfranco Giuliante, annunciava solennemente che nel precedente mese di marzo risultavano pervenute tutte le autorizzazioni ministeriali necessarie ai lavori di sistemazione del tracciato ferroviario corrente tra Pescara e Montesilvano, impropriamente, ma molto impropriamente, conosciuto come “strada parco”.

Alla luce del via-libera governativo, la società si sarebbe impegnata, come stazione appaltante, a risistemare integralmente l’asse viario, mettendolo definitivamente a norma sulla scorta della terza variante tecnica resasi necessaria a causa delle difformità riscontrate negli anni precedenti (larghezza della sede stradale, marciapiedi, rampe di accesso, pensiline, ecc.).

Senonché, nel corso del successivo mese di maggio, il Comitato “Strada Parco Bene Comune” affidava allo studio legale Di Tonno mandato per ricorrere al TAR di Pescara contro il “nulla osta” della Direzione Generale TPL (Trasporto Pubblico Locale) di quello che una volta si chiamava Ministero dei Trasporti, chiedendone altresì la sospensiva, sostanzialmente motivandola con la sussistenza di diverse prescrizioni e di alcuni presunti vizi di legittimità che, a giudizio dei ricorrenti, avrebbero reso difficilmente realizzabile e comunque dannoso qualsiasi intervento prescritto.

Passa l’estate e verso la fine di settembre il TAR adito decideva di accogliere la richiesta di sospensiva facendo esplodere in scene di entusiasmo i detrattori dell’opera tra le cui fila, oltre agli scontati paladini organici al Comitato, figuravano esponenti di spicco della politica pescarese, come Maurizio Acerbo: “La sospensiva del TAR dovrebbe indurre Comune, Regione e Tua a mettere la parola fine al progetto sulla Strada parco senza aspettare di discutere il merito nell’ottobre 2022. Non posso che esultare per l’ordinanza essendo stato il primo, nei lontani anni ’90 con il mio partito, Rifondazione Comunista, a proporre di conservare la destinazione pedonale della Strada parco”.

Anche il Movimento 5 Stelle si schierava risolutamente contro la prosecuzione del progetto istradato sull’ex tracciato ferroviario con un ordine del giorno presentato in consiglio comunale a Pescara e corredato dalle dichiarazioni di Erika Alessandrini: “Abbiamo sempre sostenuto che esistono tracciati alternativi a quello della strada parco e ad un progetto che esce a pezzi dalle valutazioni fatte dal TAR”.

I 5 Stelle chiedevano pertanto alla maggioranza di astenersi dal proporre ricorso al Consiglio di Stato, ma la loro richiesta veniva respinta con la bocciatura dell’ordine del giorno.

E ancora: “Questa ordinanza sancisce una volta per tutte l’affermazione della volontà cittadina sull’ostinazione della politica”, rincarava vigorosamente il consigliere pentastellato Sola “e rappresenta una vittoria per tutte quelle associazioni che, sempre più spesso, decidono di scendere in campo contro chi governa la Città cercando di imporre la propria visione, anche quando questa rischia di ridursi ad una semplice ossessione di bandiera”.

L’amministrazione comunale di Pescara, tuttavia, non se ne dava ad intendere e, insieme a quella di Montesilvano, proponeva ricorso contro la sospensiva dinanzi al Consiglio di Stato, il quale lo accoglieva ribaltando l’ordinanza del TAR, ragion per cui allo stato attuale nessun ostacolo si frappone ai lavori di sistemazione e adeguamento della sede stradale concepita sin “ab origine” per il trasporto pubblico di massa.

In attesa del definitivo verdetto sulla legittimità o meno delle autorizzazioni ministeriali, previsto per l’ottobre 2022, è facile prevedere l’accendersi di ulteriori polemiche, destinate però a rimanere confinate in ambito ideologico ed accademico, mentre i nodi della mobilità in quella che dovrà essere la grande città, riunita nel rispetto della volontà popolare, restano ancora sospesi ed insoluti.

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