LETTERE AL DIRETTORE

CASSONETTI SU MARCIAPIEDE

Ricevuta via WhatsApp da Umberto Caroselli

Egregio Direttore,

assurdo, il marciapiede lato sud di viale Europa è VIETATO ai passeggini, mentre a 10 metri c’è spazio disponibile in via TASSO. Evviva! Codesto posizionamento dimostra una elevata stupidità razionalistica Dieci anni fa i cassonetti erano posizionati RAZIONALMENTE all’inizio di via Tasso.

Risposta del direttore: purtroppo i posizionamenti non razionali dei cassonetti e dei pali sui marciapiedi in città non ne consentono l’utilizzo per chi è costretto sulla sedia rotelle o a chi deve utilizzare una carrozzina per i bambini. Spesso sono presenti insenature sui marciapiedi destinate ai cassonetti che poi invece vengono posizionati sui marciapiedi, su via Vestina ne esistono moltissimi esempi. Speriamo la raccolta porta a porta si estenda nel modo più rapido possibile a tutta la città cosi che i cassonetti stradali sui marciapiedi saranno solo un brutto ricordo. 

Perché Mario Draghi

Ricevuta via mail da Francesco Squillante, Subbiano (Arezzo)

Sono un sostenitore di Mario Draghi da vecchia data, sono e resto un atlantista, molto legato a Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna. La mia famiglia in parte importante vive negli States.

Mio cugino è un Coordinatore del Museo Permanente sull’Olocausto degli Stati Uniti medesimi.

Un altro mio cugino, purtroppo venuto a mancare, ha contribuito ad elaborare il programma matematico del missile intelligente Cruise.

Cioè io nelle mie valutazioni guardo alla politica internazionale moltissimo.

Mario Draghi è un punto di equilibrio fra gli Stati Uniti e la UE. Poté infatti salvare l’Euro e resistere ai falchi tedeschi solo in virtù del fatto che la Merkel fu condizionata dalla linea Usa di cui Mario Draghi è espressione, linea contraria al crollo dell’Euro. Non è la sola linea negli Usa.

Ne esisteva anche un’altra che se si fosse saldata con i falchi tedeschi e i no euro avrebbe portato al crollo della moneta unica e al default dell’Italia. Il nostro Paese si salva dal proprio colossale debito pubblico solo perché la BCE agisce come se fosse un prestatore di ultima istanza comprando i nostri titoli del debito pubblico e calmierando gli interessi e lo Spread.

Al centro di tale politica che Lens Weidmann vuole chiudere c’è sempre Mario Draghi in raccordo con Macron e gli Usa attraverso Christine La Garde. Se salta Draghi saltano tutti questi equilibri e per noi ci sono solo lacrime e sangue e un futuro sud americano stile Argentina.

Matteo Renzi ha avuto il merito indiscutibile di avere disarcionato Conte al momento giusto e di avere aperto la strada a Draghi. Salvini per il tramite di Giorgetti ha avuto l’intelligenza tattica di entrare al Governo.

Tale scelta viene insidiata dall’investimento speculativo a breve della Meloni che costringe Salvini a radicalizzarsi di tanto in tanto con esiti molto negativi per la sua credibilità internazionale. Nessun governo sarà possibile su linee velleitarie e controproducenti per l’Italia stile Orban e soci. Non ci sono prospettive in tal senso perché la BCE chiuderebbe il rubinetto del Quantitative Easing e avremmo chiuso, Giorgetti lo sa, tutti lo sanno, ma c’è chi specula conscio che tanto al potere su queste basi non ci andrà mai! Io, pertanto, sostengo politicamente chi ha i requisiti di essere atlantista e filo Usa e Israele, attento alla sopravvivenza dell’Euro come moneta associata e non contrapposta al Dollaro e che non porti con iniziative avventuriste e demagogiche al default dell’Italia.

Sceglierò di volta in volta chi sostenere in base a questi requisiti per me imprescindibili.

Risposta del direttore: Gentile dottor Squillante, innanzitutto la ringrazio per aver scelto noi come destinatari delle sue riflessioni. La sua è una lucida e chiara presa di posizione basata su criteri ben evidenziati e proprio per questo ineccepibile. È lampante che Draghi abbia ben protetto l’euro contribuendo in misura importante a ottenere il posizionamento sui mercati internazionali che oggi vanta. È evidente che con Mario Draghi al Governo i soliti italici tentennamenti e passi del gambero non si stanno verificando. Io aggiungerei solamente lunga vita a Mario Draghi!

Liberi di scegliere

Ricevuta via mail da Antonio De Nigro

Egregio Direttore,

nella fornitissima edicola di via Aldo Moro, la casetta in legno di fronte Porto Allegro, per intenderci, dove abitualmente prendo i quotidiani, ho trovato un libro assai interessante, di grande attualità, di cui mi appresto a scriverne. In questi giorni ho partecipato alla raccolta di firme sul referendum dei radicali sul fine vita e Marco Billi, un magistrato, ha scritto un volume dal titolo “Sul fine-vita, Il caso Cappato e la necessità di una Legge“, edito dalla pescarese Edizioni Mondo Nuovo. “Il principio di legalità è un principio fondamentale, ma è chiaro che la centralità del ruolo del legislatore si avverte con maggior forza quando deve essere dettata la disciplina di temi e situazioni che coinvolgono interessi di elevato rango e implicano questioni di carattere non solo giuridico, ma anche etico e morale.

Occorre però che anche il legislatore assolva al suo compito. In difetto dell’intervento del Parlamento, si assiste inevitabilmente a fenomeni di supplenza giudiziaria .Si ritiene allora necessario, prima che ancora opportuno, che il legislatore trovi la forza per arrivare ad un punto di incontro unitario, tra le diverse posizioni culturali, e i diversi approcci ideologici, e intervenga, seppur tardivamente, a dettare una disciplina non solo sugli aspetti indicati dalla Corte Costituzionale, con la nota sentenza di incostituzionalità dell’ art. 180 c.p., ma anche per segnalare solo uno dei diversi temi ipotizzabili e che risulta in evidente collegamento con la sedazione profonda in combinazione con le cure palliative sull’eutanasia”,

La clerocrazia, che ci ha ben descritto Ernesto Rossi, deve fare posto a stato di diritto e libertà di scelta.

Risposta del direttore: Dottor De Nigro, la ringrazio della sollecitazione ad approfondire il tema del quesito referendario proposto dall’Associazione Luca Coscioni che riporto di seguito.

Volete voi che sia abrogato l’art. 579 del Codice penale (omicidio del consenziente) approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, comma 1 limitatamente alle seguenti parole «la reclusione da sei a quindici anni.»; comma 2 integralmente; comma 3 limitatamente alle seguenti parole «Si applicano»? L’ Articolo 579 c.p. sarebbe modificato come segue:

Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61. Si applicano le disposizioni relative all’omicidio [575-577] se il fatto è commesso:

1. Contro una persona minore degli anni diciotto;

2. Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti;

3. Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno [613 2].

Il quesito referendario ha già abbondantemente superato il limite delle 500.000 firme, grazie alla possibilità di essere sottoscritto online con lo Spid, in seguito a un emendamento dell’Onorevole Riccardo Magi approvato a fine luglio ‘21, e si avvia a raggiungere l’obiettivo indicato dal comitato promotore di 1.000.000 di firme al fine di mettere pressione sulla pronunzia di ammissibilità del quesito della Corte Costituzionale.

Comprendo il suo punto di vista e comprendo il punto di vista di chi afferma che nessuno può essere autorizzato a mettere fine alla vita decidendo al posto di Dio, anche se ciò soddisfa la necessità chi lo chiede per smettere di soffrire. Questi ultimi affermano che è sufficiente sospendere l’applicazione dei mezzi terapeutici che tengono in vita la persona la quale chiede la rinuncia all’accanimento terapeutico. È anche vero che esistono molti casi ambigui che non consentono di distinguere con facilità se si tratti di eutanasia mediante azione (attiva) od omissione (passiva) e soprattutto pongono il problema di una possibile disparità di trattamento ai danni di pazienti gravi e sofferenti affetti però da patologie che non conducono di per sé alla morte per effetto della semplice interruzione delle cure.

Atteso vada identificata una modalità rispettosa delle differenti esigenze, ben venga lo stimolo del referendum affinché il legislatore possa correggere la normativa in anticipo rispetto al referendum, evitandone la celebrazione. Se il referendum dovesse essere celebrato e se dovesse avere l’esito di modificare il Codice penale, non credo che permetterà di ottenere quanto in animo dei promotori senza una successiva rivisitazione della normativa. Tanto vale allora agire d’anticipo.

Nel frattempo informo che è possibile sottoscrivere esclusivamente online fino al 30 settembre ’21 un altro referendum, quello sulla cannabis che si propone di depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza, info su http://referendumcannabis.it/.

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