Didattica a distanza? Solo una chimera!
di Fabio Camplone
Le scuole sono ormai chiuse da quasi due mesi. Facciamo il punto della situazione. Ci si poteva aspettare di passare da una prima fase emergenziale ad una fase più strutturata ed organica. Nonostante le dichiarazioni positive dei responsabili del Ministero della Pubblica Istruzione, a partire dalla Ministra Lucia Azzolina, l’hashtag #LaScuolaNonSiFerma rimane oggi solo uno slogan, in particolare nella Scuola Primaria e Secondaria.
In molti casi quello che è mancato è proprio un approccio strutturato ed organico, chiare indicazioni dei dirigenti scolastici ai docenti, allineamento dei docenti stessi. Ogni istituto sta cercando di “inventare la ruota”, con il risultato finale di un caos più o meno diffuso. I canali di comunicazione tra i rappresentanti di classe e i genitori sono i gruppi Whatsapp, tramite i quali ogni settimana vengono date informazioni:
“… proveremo questa piattaforma Argo… anzi no, meglio Edmodo… entro oggi configurate come segue… i compiti arriveranno su Whatsapp… ora andate su Youtube… ora andate su RaiStoria… attenzione useremo Skype per le video-lezioni… no Meet… anzi no, è meglio ZOOM… anzi no, è pericoloso ☹… proviamo allora bsmart classroom… argh… :-/…☹☹☹!!!”.
In questo marasma di comunicazioni, i genitori, nella stragrande maggioranza le mamme, si trovano tra incudine e martello: da una parte qualche docente volenteroso che fa prove e dà indicazioni, dall’altra parte gli studenti che sono già frastornati più di tutti dalle restrizioni sociali dettate dalla pandemia e che, alla fine, rischiano di pagare enormemente questa mancata formazione.
Ci sono per fortuna delle eccezioni, parliamo del Liceo Scientifico Corradino D’Ascanio di Montesilvano guidato dal Dirigente Scolastico Danila De Angelis: oltre ad un calendario ben strutturato di video-lezioni per le diverse classi dell’Istituto e la dotazione di computer portatili in favore dei ragazzi che non lo avevano a disposizione, sono state portate avanti anche altre iniziative di rilievo. Una classe del Liceo sta portando avanti il progetto “Tutelare per tutelarsi” nel cui ambito gli studenti, guidati dal professore di Disegno e Storia dell’Arte Pietro Carletti, stanno progettando e realizzando mascherine chirurgiche a norma che consentano di ridurre al minimo il contagio con il virus.
Purtroppo, però, sono solo poche eccezioni che confermano la regola, diversamente vi è caos nei casi peggiori e una didattica del tutto insufficiente in generale.
Quali sono le cause di questa situazione? Le cause di fondo sono sicuramente diverse, ma una delle principali è purtroppo legata ad una carenza tutta italiana che si ripresenta anche in questa occasione: la mancanza di una strategia comune e condivisa con tutti i principali attori del sistema in oggetto.
Una strategia che funzioni deve essere allineata con tutti i portatori di valore (o stakeholders, per gli amanti dell’inglese) del sistema. Nel caso del sistema della Pubblica Istruzione gli attori principali dovrebbero essere i seguenti (nell’ordine):
- Studenti/Genitori/Territorio (clienti del servizio);
- Professori/Personale ATA/Dirigenti (fornitori del servizio).
Gli studenti sono gli attori più importanti (le Regine e i Re del sistema, come ci insegna la Filosofia LEAN): senza di loro il sistema Pubblica Istruzione non avrebbe ragion d’essere!
In questi giorni ogni Ministero cerca di colmare le proprie lacune di competenze (altra causa di fondo del problema Italia…) creando task-force di consulenti ad hoc e anche il Ministero della Pubblica Istruzione non fa eccezione; se però, come sembra, queste squadre speciali non coinvolgono in qualche modo (chiedendo feedback in anticipo, per esempio) anche i clienti del servizio Pubblica Istruzione, allora i piani e le azioni messe in atto saranno comunque monche, non efficaci.
In mancanza di una strategia efficace, continueremo a lasciare nelle mani dei singoli dirigenti scolastici e dei docenti più volenterosi le attività didattiche; nel caso di eccellenze con dirigenti illuminati, si riuscirà a coinvolgere in qualche modo gli studenti, mentre nella stragrande maggioranza dei casi si continuerà con l’attuale caos, cercando di mettere vergognose pezze con l’unico scopo di arrivare alla fine dell’anno scolastico, con una valutazione di massima che non rispecchia l’acquisizione delle competenze, ma lava semplicemente le coscienze dei docenti e dei dirigenti.
E se a settembre non ci dovesse essere la possibilità di tornare in classe? Di questo passo, sarebbe un disastro, capiamo allora l’importanza di una strategia comune e condivisa al più presto.
Risulta preoccupante anche la poca attenzione dei principali mezzi di informazione che oggi rilanciano ciecamente gli slogan del ministero (#LaScuolaNonSiFerma) e preoccupa anche il silenzio di molti genitori che fanno finta di non vedere questo problema. A questo punto, tanti genitori sicuramente diranno:
“Cosa posso fare io? Non dipende da me!”.
In realtà possiamo fare qualcosa: facciamoci sentire con i dirigenti scolastici che non sono riusciti a dare direttive chiare e a coordinare/verificare l’operato dei docenti, facciamoci sentire con i docenti che non si allineano alle direttive. In ultima analisi, la situazione è grave e preoccupante, ma come sempre... oggi più che mai, dipende da tutti noi il futuro del nostro Paese, dipende da tutti noi il futuro dei nostri figli!