Era tutto così imprevedibile?
“Il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno”
Era Febbraio 2017 quando sul mensile “il Sorpasso”, in prima pagina, nella rubrica volando alto, un mio articolo titolava “Cosa deve succedere che ancora non sia successo…!!”.
In esso imputavo critiche pesanti al teatrino della politica nazionale e locale, dove gli attori giocano a rincorrersi, a minacciare crisi per eliminare l’avversario di turno, con copioni stantii dove promettere cambiamenti rivoluzionari, programmi idilliaci, mentre la realtà del paese rimaneva immutabile nelle sue molteplici criticità irrisolte. Così denunciavo una spesa pubblica crescente e incomprimibile, le promesse di una Spending Review mai attuata, l’aumento delle tasse, la disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Mettevo in evidenza all’attenzione del lettore le stragi di innocenti per mano di un vigliacco terrorismo, le pietose ed interminabili immigrazioni mal gestite, motivo di affari illeciti e di business garantito ad alto profitto.
Ma soprattutto portavo all’attenzione le numerose tragedie che, con andamento costante e periodico, colpivano in lungo e in largo l’Italia, con distruzioni, lutti, perdite economiche che stravolgono intere regioni. Così chiedevo se un’Italia diversa sarebbe stata mai possibile: un Paese organizzato, strutturato a prevenire per non essere impreparati ad affrontare criticità e danni oramai ricorrenti. Criticavo le solite dichiarazioni formali, i proclami, gli impegni promessi dopo ogni tragedia, le incompiute e così denunciavo promesse di finanziamenti mai arrivati o in grandissimo ritardo a causa di decreti sempre incomprensibili, per le farraginose procedure burocratiche, nonché per le pastoie amministrative di enti che si rimpallavano le responsabilità.
Invitavo l’attenzione del lettore sul problema che la crisi della politica non dipende dai partiti, né da alternative al potere, né da una questione di riorganizzazione di equilibri politici, ma nella realtà mettevo a fuoco il grave problema dell’inaridirsi della politica presa e dedita solo al potere, in verità fortemente penalizzata dalla penuria di uomini politici che abbiano coscienza della gravità del momento e che siano capaci di costruire una prospettiva politica illuminata sulle numerose e varie criticità della nostra società, come i nostri padri costituenti.
Questa introduzione mi da lo spunto e mi permette di rendervi partecipi di alcune considerazioni personali. Assidui lettori, memori delle mie affermazioni riportate nell’articolo de “Il Sorpasso” di Febbraio 2017, ancora di più colpiti dalla mia considerazione di allora che recitava “Cosa deve succedere che ancora non sia successo” e in più preoccupati del mio silenzio, inspiegabile per loro, nelle uscite del mensile di Gennaio, Febbraio e Marzo 2020, mi hanno contattato per avere spiegazioni e spronarmi a dare seguito alle mie perplessità e ai miei dubbi e/o certezze nell’ottica di quanto sta anche accadendo.
In verità il mio silenzio, scambiato per un abbandono, era la conseguenza di riflessioni ed approfondimenti che mi conducevano a conclusioni disastrose che mi coinvolgevano emotivamente. Così ho creduto che, astenendomi dal pubblicarle, forse avrei potuto esorcizzare i miei profondi timori e, inoltre, la collocazione in stand by comunicativo mi permetteva di osservare attentamente e valutare quanto stava accadendo, una valanga impetuosa di avvenimenti, senza affanno e superficialità, cosa che, pressato dai tempi contingentati della stampa del mensile, sarebbe potuta avvenire. E allora riprendiamo dalla chiave di lettura “Cosa deve succedere che ancora non è successo…!!”.
L’anno 2020, purtroppo bisestile, ideale per i catastrofisti e i superstiziosi, si annuncia con una tempesta perfetta, “una epidemia virale”, in verità da anni prevista dagli scienziati che ripetutamente avevano invitato gli Stati ad organizzarsi preventivamente per affrontarla con le giuste armi.
Così come previsto, una preoccupante e oscura tragedia si materializza all’orizzonte: in Cina scoppia una epidemia da Coronavirus.
I miei timori raggiungono alti livelli soprattutto per la presunzione degli Stati di possedere potenzialità tecnologiche atte ad affrontare una crisi sanitaria. Seguo costantemente più organi di informazione e le superficiali notizie che ricevo fanno montare in me rabbia; le informazioni dettate dagli organi competenti cinesi sul Coronavirus sono, purtroppo, inadatte, tardive e incomplete.
La sensazione di ingenue contraddizioni nelle notizie, di silenzi e falsità in merito alla realtà della diffusione dell’epidemia a Wuhan (in realtà avvenuta come minimo già a Novembre 2019), senza entrare nel merito se il virus si sia sviluppato nel mercato della provincia di Hubei o sia sfuggito durante la manipolazione da qualche laboratorio militare cinese come qualcuno ipotizza, mi avevano convinto di una cosa, che i cinesi avevano cercato di nascondere quanto stava avvenendo realmente (già in altre precedenti infezioni il Regime aveva avuto comportamenti analoghi), omettendo i dati reali del contagio e cercando anche di minimizzarli (la comunicazione è avvenuta a fine Dicembre, 50/60 giorni le prime manifestazioni del contagio).
Le procedure precauzionali è fondamentale attuarle il prima possibile, se si vuole evitare l’espandersi del contagio. Mi ha mandato in bestia la modalità di comunicazione degli organi d’informazione, spesso in contraddizione: la loro attenzione e preoccupazione spesso si è rivolta e si è esaurita nell’offrire spettacolarità delle immagini della tragedia che andava conformandosi come in un film, dove lo spettatore non rischia di essere contagiato.
Così per scaricare la tensione, per confrontare le sensazioni e i dubbi che osservavo diventare realtà, a fine serata li esternavo durante lunghe chiacchierate con l’amico direttore Mauro De Flaviis che più volte mi sollecitò ad esternarle e motivarle in un mio articolo.
Ma, visti lo spirito ottimistico che aleggiava in quei giorni nella maggioranza dei mass media e i comportamenti plateali di politici di un certo schieramento volti a minimizzare, fino ad additare persino di razzismo certe critiche e suggerimenti, ho temuto che le mie, seppure fondate, venissero accusate di eccessivo allarmismo.
Pertanto, evitai esternazioni pubbliche anche perché il presidente Conte di lì a poco dichiarò “lo stato di emergenza”, per cui preferii attendere, anche se con molte riserve, parzialmente rassicurato dalle sue parole “Siamo prontissimi, abbiamo adottato tutti i protocolli di prevenzione possibili ed immaginabili”.
Ma i dubbi ricomparvero di lì a poco, tornarono ad assalirmi i timori con la decisione del Governo di chiudere i soli voli diretti con la Cina. Paragonai tale intervento alla somministrazione inconsistente di un placebo ad un paziente con una patologia che sarebbe potuta evolvere ad uno stadio di maggiore gravità; nella realtà, gli ingressi di probabili infetti sarebbero potuti avvenire anche tramite altri scali internazionali, come effettivamente avvennero.
Ma era tanto complicato capire l’inutilità di un tale intervento così poco limitato? O quale ragione può aver giustificato e indirizzato ad attuare una tale inutile limitazione? Forse una visione ideologica e politica rivoluzionaria, moderna, del come attuare prevenzione sanitaria, a noi sconosciuta? O interessi da tutelare? E la salute pubblica? Perché additare di razzismo chi suggeriva la messa in quarantena di tutti i rientranti dalla Cina? Forse perché convinti che bastasse un termo-scanner per una diagnosi preventiva certa? Ahimè… poveri noi!
Non so se il continuare a perpetrare un certo atteggiamento sminuente nei confronti del Coronavirus, da parte di certi politici e governanti, dipenda più dall’incapacità e dall’incoscienza o piuttosto dall’ignoranza e dalla presunzione; forse per delirio di onnipotenza o per interessi economici…? Forse da tutti insieme…!! Persino con le prime concrete manifestazioni di contagio in Lombardia e Veneto, 21 febbraio 2020, praticamente a 21 giorni dal dichiarato “stato di emergenza”, risulta chiaro che il Governo non ha ancora approntato un piano sanitario emergenziale, né dà segni e tantomeno prova ad avere le idee chiare per anticipare ed affrontare in modo deciso gli eventi che di lì a poco precipiteranno drammaticamente.
Si indugia, le decisioni si rimandano di settimana in settimana, e quando in qualche modo, perlopiù con decisioni ondeggianti e spesso contraddittorie, sembra che il Governo abbia stabilito una rotta (siamo già alla prima settimana di Marzo, a 40 giorni dal decreto sullo “stato di emergenza” e a quasi tre settimane dal primo contagio) in una oramai devastante epidemia, si sceglie naturalmente in ritardo di attuare un decreto parzialmente restrittivo per gli spostamenti.
E poi, assurdo, filtrano indiscrezioni della bozza del decreto prima che entri in vigore e ciò produce un esodo verso il sud dell’Italia, disordinato ed inopportuno per la diffusione del contagio.
Il ministro degli Interni dov’era?
Pensate che la disorganizzazione dimostrata fin qui abbia finalmente termine? No, siamo solo agli inizi, scoppia drammaticamente l’irreparabile: solo ora ci si accorge che negli ospedali, ai medici generici, ai sanitari più in generale mancano i dispositivi di sicurezza, mancano reagenti, kit chimici e bastoncini.
Ci sarebbe da ridere, ma il rispetto per la sofferenza e il dolore non lo permette: quando arrivano il 14 Marzo le mascherine “sembrano fazzoletti o rotoli di carta…” afferma l’assessore alla sanità lombarda Giulio Gallera.
Ma il Presidente Conte il 31 Gennaio 2020, 45 giorni addietro, quando dichiarava “Siamo prontissimi, abbiamo adottato tutti i protocolli di prevenzione possibili e immaginabili” pensava alla carta igienica per risolvere gli approvvigionamenti sanitari?
Dal Governo risoluzione immediata: viene nominato con urgenza un altro Commissario straordinario, sarà lui a risolvere con tanto ritardo il problema appena scoperto dell’approvvigionamento? “I nostri medici avranno finalmente munizioni per combattere questa guerra” dichiara il commissario Arcuri.
Nel frattempo il personale sanitario muore a decine, privo di dispositivi di sicurezza, vengono infettati e propagano loro stessi il contagio.
È una “Caporetto”. Risponderà mai qualcuno della morte di tanti medici e infermieri a seguito di tanta improvvisazione e incapacità organizzativa? Ma il Governo, il primo ministro Conte, con le sue affermazioni rassicuranti da generale Napoleone, risponderanno mai personalmente di tanta superficialità? Non so se di quei giorni riesco a trasmettervi la mia irrefrenabile voglia di urlare a squarcia gola tutto il turbamento, l’irrequietezza e l’indignazione procurata dalla supponenza e dall’improvvisazione di questi soggetti!
Continuano “le apparizioni” televisive, il teatrino dei decreti ora volge l’attenzione al “cura Italia”, si annunciano interventi a sostegno per miliardi di euro, ma le promesse affogano nelle solite complicatissime regole e circolari, commi e rimandi frenano ogni entusiasmo nel pantano melmoso dell’INPS. Stessa identica cosa per la cassa integrazione, per la sospensione dell’IMU e dei mutui, tanta indecisione e confusione come nella migliore tradizione Italiana.
Potrei continuare ancora per molto a relazionarvi le tante altre criticità evidenziatesi in questi giorni, ma avrei bisogno di gran parte delle pagine di questo mensile per enumerarle nei contenuti.
Poi non vorrei dare di me un’immagine che non mi appartiene, la mia vita, per chi la conosce, ne è lo specchio trasparente, e soprattutto la gravità della situazione, che certo non si risolverà in pochi mesi, richiede un contributo e una partecipazione attiva di tutti per contribuire e tracciare una rotta di massima a cui se necessario portare correzioni, di volta in volta, mirate e precise. Però, in questo percorso che ci vedrà instancabili e soprattutto uniti, non possiamo continuare con l’approssimazione e la presunzione dimostrata negli anni passati e in questi giorni dai governanti di turno. Non vogliamo continuare ad essere in balìa dei marosi attuali e futuri, giocando nel teatrino delle parole e delle promesse prive di contenuti.
Prima di tutto dovremo vigilare attentamente. Attenti, la pandemia, i timori, le insicurezze, i dolori della gente, le affermazioni di un futuro diverso, l’applicazione di regole restrittive e costrittive potrebbero, alienata la testa della gente, essere strumento ed occasione per attentare alle libertà individuali. In questi anni abbiamo subito sempre più vessazioni e degrado di tutti i tipi, economici e politici, tecnologici e sanitari, spesso strumentalizzati dai mass media, più o meno spiacevoli e deleterie che hanno schiacciato sempre più il popolo e lo hanno abituato a subire in silenzio, annullandone la capacità di reagire con concessioni spesso futili.
“Attenti, perché dietro si potrebbero nascondere tecniche di manipolazione di massa con lo scopo di asservire il popolo ad un lento cambiamento delle libertà che sfugge alla coscienza dei più e non suscita reazioni e opposizioni perché nascoste da promesse travestite da benessere”. Noam Chomsky e il principio metaforico “della rana bollita”. Ossia il pericolo dello sfruttamento della capacità dell’uomo di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non quando ormai è troppo tardi, allettato da insignificanti e frivoli benefici.
Il DPCM del 26 Aprile 2020 è una vergogna, è un attentato alla libertà di relazione, si pretende di tutelare la salute con l’unico strumento della limitazione della libertà. Attenti, il virus continuerà a vivere ancora per molto tempo nel mondo, per cui continueremo, in nome della salute, nelle limitazioni delle libertà sancite in modo sacrosanto nella Costituzione? Così nel tempo si devasta la libertà, non accetto che si baratti il diritto di vivere con il diritto di sopravvivere.
La salute, sig. primo ministro Conte, nella nostra cultura Cristiana è il primo prezioso bene di tutti i cittadini di qualsiasi età e sesso, la si tutela potenziando la medicina del territorio, i medici di base, tramite tamponi ed esami sierologici per creare una mappa del contagio, con dispositivi di sicurezza idonei, dando alla sanità personale in numero sufficiente a svolgere serenamente e al meglio le proprie competenze, investendo nella pubblica amministrazione, creando infrastrutture, servizi essenziali che tutelino i lavoratori.
Allora usciremo da questa pandemia con meno lutti e con più energie da spendere e, soprattutto, con la dignità di uomini liberi.
Sì sig. primo ministro, era tutto prevedibile, solo il mondo dei presuntuosi tronfi dell’onnipotenza del potere era assente “cosa deve succedere che ancora non sia successo”, l’occasione e l’ora del reale cambiamento è scoccato, i cittadini dormienti si stanno svegliando e tutti uniti questa volta non ci faremo prendere per…!! (Voltaire).
Sì, un’Italia diversa questa volta sarà possibile, uniti e coscienti!
“Il dubbio è scomodo, ma solo gli imbecilli non ne hanno” (Voltaire).