Italia modello ?
di Davide Pietrangelo
Il 21 Gennaio 2020 il Ministero della Salute scrive in un comunicato: “In Italia è attiva una rete di sorveglianza sul nuovo coronavirus (2019-nCoV)”.
Il 22 Gennaio 2020 scrive: “è stato verificato che le strutture sanitarie competenti sono adeguatamente allertate a fronteggiare la situazione”.
Il 31 Gennaio 2020 scrive che le misure assunte “collocano l’Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale”.
Il 21 Febbraio 2020, giorno della prima vittima in Italia per covid-19, Conte afferma che la situazione è tutta “sotto controllo”.
Mascherine?
Il 22 Gennaio il Ministero della Salute dirama una circolare raccomandando al personale sanitario misure standard di biosicurezza e mascherine protettive adeguate.
Il 4 Febbraio i medici scrivono alle autorità chiedendo di provvedere ai rifornimenti di protezioni di sicurezza per gli operatori sanitari.
Il 15 Febbraio doniamo 2 tonnellate di materiale sanitario alla Cina!
Oggi (30/03/2020), oltre ad appoggiarci agli aiuti delle potenze estere, proviamo a comprare i dispositivi di protezione a mezzo di fornitori, con gara tramite Consip e tramite centrali di acquisto regionale.
Alcune mascherine sono state fermate da Ankara. Altre sono state fermate alla dogana di Mumbai. Molte altre sono state rubate, bloccate o perse in giro per il Mondo. I prezzi delle FFP3 sono tre – quattro volte più alti di quelli pre – emergenza. Quelli delle FFP2 5 – 10 volte più alti. Quelle delle chirurgiche fino a 40 volte più alti. Il costo del trasporto è quasi decuplicato perché i voli charter non hanno più la concorrenza dei voli di linea.
La sufficienza (stimata in 90 milioni di mascherine al mese) non è stata ancora raggiunta. Anche per questo il 15 per cento dei contagiati è tra il personale sanitario e 63 medici sono morti di coronavirus.
Ventilatori?
Soltanto ai primi di Marzo si è scoperto che in Italia esiste un’azienda che produce ventilatori polmonari, e soltanto all’inizio del mese è stata contattata. Si chiama Siare Engineering. Oggi lavora al massimo con l’ausilio dei mezzi di Ferrari e FCA e con gli uomini dell’Esercito. Preziosa, direttore dell’azienda, ha dichiarato rammaricato: “Si poteva fare meglio con un po’ di anticipo. Dopo il contatto con Conte ho subito bloccato i respiratori già imballati nei cartoni per partire verso l’Asia, così ne abbiamo recuperati più di trecento per gli ospedali italiani”.
Ancora nessun tracciamento e uno sbagliato contenimento:
Il Ministero dell’Innovazione sta ancora valutando le proposte di app per tracciare i movimenti dei cittadini e risalire ai contagi (NB l’installazione sarebbe su base volontaria). Il contenimento delle prime zone rosse si è esteso a tutto il paese e non ha evidentemente funzionato.
Differenze abnormi di mortalità ufficiale del Coronavirus hanno dimostrato che alcune regioni hanno fatto meglio di altre. Differenze colossali nella curva di contagi con altri paesi hanno dimostrato che fare meglio era possibile.
Tre bozze di decreti sono circolate prima della loro firma e comunicazione, e in due casi hanno provocato esodi, di universitari prima, di lavoratori poi. Quattro modelli di autocertificazione hanno dovuto intasare la burocrazia.
L’Italia allora è un modello? Chiaramente non è così. Ci vorrà del tempo per giudicare l’operato del Governo e probabilmente non risulterà il peggiore, ma un paese che può solo stimare il numero di contagi, presenti in tutte le province italiane, e che ha bloccato ogni attività non essenziale, non può definirsi tale. Un esercizio autoassolutorio dell’opinione pubblica che ritengo buffo è quello di immaginare cosa sarebbe successo se ci fosse stato qualcun altro al posto di Conte.
Io invece non oso immaginare cosa avrebbe sentenziato l’opinione pubblica se, con qualcun altro al posto di Conte, il paese si fosse trovato chiuso in casa, con ordini dati via Facebook, e con i militari russi a sfilare per il paese.