L’utilizzo non efficace delle limitate risorse
di Mauro De Flaviis
Gentili lettori, eccoci a presentare il secondo numero di gennaio uscendo, come promesso, a ridosso di fine mese, per recuperare il mancato numero di fine dicembre sostituito con quello speciale, in quanto monografico e a foliazione ridotta, sul ponte Filomena Delli Castelli, distribuito dopo le ferie natalizie.
Nello scorso editoriale ho chiaramente criticato l’approssimativa pianificazione del territorio, delle funzioni e delle vocazioni dello stesso, e delle relative infrastrutture necessarie a soddisfare funzioni e vocazioni. Tale approssimativa pianificazione ha generato e continua a generare un utilizzo non efficiente delle sempre più scarse risorse disponibili.
Siamo stati abituati nel corso della prima Repubblica a spendere a cuor leggero risorse provenienti dal centro, ora invece, a causa di sempre più stringenti vincoli di bilancio pubblico, ci troviamo a poter utilizzare risorse sempre minori. Vi elenco di seguito alcuni investimenti pubblici sintomo di una approssimativa pianificazione: i lavori su via della Liberazione, la cosiddetta strada parco, per farla divenire sede del trasporto pubblico di massa a trazione elettrica; la costruzione della micro scuola in legno in via Migliorino Di Pietro mai terminata; i molteplici lavori di ristrutturazione della Stella Maris; il bocciodromo mai inaugurato nei pressi della scuola di legno testé citata; il distretto sanitario inaugurato da un anno circa e utilizzato solo in una porzione limitata; l’auditorium presso l’ex cimitero di Montesilvano Colle … . Ho citato solo alcuni dei recenti investimenti che a mia memoria non hanno generato alcun ROI (ritorno sull’investimento) positivo, tipico indicatore utilizzato dalle imprese nel decidere a preventivo se procedere o meno con l’investimento in analisi. Esso indica il tempo necessario a ripagare l’investimento effettuato, valorizzando i benefici ottenuti nel tempo a partire dalla data di utilizzo del bene acquisito.
Calcolare il ROI dei possibili e alternativi investimenti, procedere a una loro comparazione e scegliere su quale investimento, di quelli in analisi, focalizzare le scarse risorse è fondamentale per evitare errori potenzialmente esiziali per l’investitore. Normalmente un ROI accettabile è quello che permette di ripagare l’investimento in 3-5 anni, per poi generare utili fino al termine della vita utile del bene realizzato con l’investimento in oggetto.
Il ROI degli investimenti pubblici può essere identificato nella valutazione dall’aumento della qualità della vita di cui la comunità beneficia utilizzando il bene realizzato e non solo dal valore del flusso di cassa generato dall’investimento stesso, caratteristico di un’azienda privatistica. Evitare l’utilizzo inefficace delle poche risorse disponibili purtroppo utilizzate senza seguire una pianificazione che tenga conto delle esigenze complessive delle comunità, ma seguendo interessi di piccoli gruppi di cittadini, è importantissimo. Pianificare funzioni e vocazioni del territorio, valutarne di conseguenza i bisogni e applicare preventivamente il calcolo del ritorno dell’investimento può essere una buona prassi.
Gli amministratori andrebbero scelti dalla comunità sulla base delle diverse, a seconda dei contendenti, funzioni e vocazioni che propongono per la comunità. Essi dovrebbero pianificare coerentemente con quanto pattuito con gli elettori e scegliere come investire le poche risorse tra i tanti investimenti possibili calcolando il rendimento più elevato. Per rendere il più efficace possibile il processo di successiva realizzazione degli investimenti sarebbe preferibile utilizzare lo strumento della condivisione preventiva delle scelte di pianificazione e investimenti, accettando il confronto e la valutazione congiunta dei benefici attesi. È uno strumento che potrebbe, a una prima analisi, rallentare l’azione dell’amministratore chiamato a condividere obiettivi e valutare ritorni. Invece permetterebbe un’automatica accettazione dell’opzione scaturita dal processo di valutazione e confronto con chi, tra i cittadini, ha interesse a nome della comunità a suggerire adeguamenti e miglioramenti. Gli amministratori potrebbero replicare alle successive critiche: “Vi ho coinvolto e non avete proposto miglioramenti, ora è tardi…”.
Al fine di rendere possibile questa azione di miglioramento è necessario che gli amministratori attuino fino in fondo la trasparenza amministrativa, pubblicando per tempo i progetti di investimenti pubblici sul territorio e dandone chiara evidenza sul sito web comunale. Rispetto al progetto di realizzare una pista ciclabile sul tratto del marciapiede lato mare, interessato dalla rimozione delle siepi per permettere il concerto JBP, proponiamo un contributo di suggerimento nell’ottica prima menzionata dell’architetto Di Giampietro. Nel caso in oggetto Di Giampietro ha lavorato sul comunicato stampa emesso dal Comune e da noi integralmente pubblicato nell’ultimo numero.
L’effetto più dannoso per la comunità dell’utilizzo non efficiente delle risorse è il non miglioramento della qualità della vita. I fautori degli investimenti in mobilità sostenibile propongono prioritariamente la realizzazione di piste ciclabili, perché a fronte di investimenti molto limitati, l’utilità di tali investimenti è tale da ripagare abbondantemente il limitato utilizzo di risorse.
Noi continueremo, per quanto nelle nostre possibilità, a traguardare e proporre l’utilizzo delle risorse collettive in modo efficiente, valutando prioritaria la ricaduta sulla porzione più ampia possibile di comunità.
Il mio sogno è vedere i ragazzi, che abitano lungo la via Vestina, da Villa Carmine e fino al ponte autostradale di Cappelle, percorrere una pista ciclabile protetta lungo la via Vestina che permetta loro di raggiungere in piena sicurezza la scuola elementare e media Ignazio Silone nelle sue diverse sedi, il Liceo D’Ascanio, l’Istituto di Istruzione Superiore Alessandrini, il centro, il mare e, a quel punto, immettendosi sulla bike to coast, fino a Pineto e alla Costa dei Trabocchi. Sarebbe interessante calcolare il beneficio per la comunità, anche in termini di minori emissioni inquinamenti per chi deciderà di spostarsi in bici, confrontandolo con il costo di investimento. Ancora più interessante sarebbe paragonare l’accoppiata benefici/investimento con quelli degli investimenti proposti dalle amministrazioni che si succedono.
Valutato incredibile ciò che è accaduto a metà dicembre, consistente nel divieto per il traffico pesante di attraversare il ponte Cerrano sulla A14 in entrambe le direzioni, divieto che permane nel momento in cui scrivo questo editoriale, abbiamo intervistato il Sindaco di Città Sant’Angelo per ascoltare dalla sua voce quali siano le prospettive di risoluzione a breve e medio termine di queste criticità. La risoluzione a medio termine avrebbe potuto essere la prosecuzione della circonvallazione di Pescara dal cimitero di Montesilvano a Pineto, come da progetto ANAS del decennio scorso. Purtroppo Montesilvano non ne ha mai formalizzato l’accettazione, proponendo una fantasiosa alternativa e contribuendo a far dirottare il finanziamento su altro capitolo. Una parziale risoluzione al caos generato dai mezzi pesanti sulla SS16 nel breve termine sarebbe l’apertura del ponte sul Piomba e la connessione con il ponte Filomena Delli Castelli. Questo asse potrebbe drenare parte dell’attraversamento nord-sud degli autoveicoli leggeri sfruttando il lungomare di Montesilvano e Silvi, ma purtroppo, come ci ha spiegato il Sindaco, al momento mancano espropri e progettazione per il breve tratto stradale da realizzare. Fino a quando tale connessione non sarà realizzata, l’utilità dell’investimento, di diversi milioni di euro, per il ponte Filomena Delli Castelli è evidentemente scarsa e rimandata al futuro.
Il costituire un aggregato amministrativo come la Nuova Pescara potrebbe permettere l’utilizzo più efficace delle risorse a causa del venir meno delle motivazioni di campanile, occorrenza citata anche dal sindaco Perazzetti.
Abbiamo investigato i dati di salubrità dell’aria visionabili sul sito ARTA per la stazione di Montesilvano al link http://sira.artaabruzzo.it/#/stazioni-fisse/1977 immaginando di trovare valori dei PM2,5 e PM 10 da metà dicembre ad oggi molto più elevati di quelli degli anni passati, anche perché chi abita a ridosso della SS16 a Montesilvano racconta di vivere con una grande quantità di polveri e cattivi odori provenienti dalla strada. Al contrario, abbiamo rilevato valori confrontabili a quelli di pari periodo del 2018-2019 e 2017-2018. Forse perché la centralina è posizionata in un punto sul marciapiede tra il parcheggio del complesso Il Cormorano e la SS16 soggetta a buona ventilazione, tale da diluire polveri provenienti dalle auto e mezzi pesanti incolonnati sulla strada e non essere sufficientemente rappresentativa della qualità dell’aria?
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