Nuova Pescara, dov’è finito il finanziamento regionale di 300 mila euro?
Nuova Pescara, dov’è finito il finanziamento regionale di 300 mila euro?
di Marco Camplone
Sono trascorsi cinque mesi dalle elezioni regionali e, sul tema Nuova Pescara, il governatore Marco Marsilio (Fratelli d’Italia) si sta comportando proprio come il suo predecessore Luciano D’Alfonso (Pd): è inoperoso, inattivo, immobile.
Certo, il governatore della Regione Abruzzo ha tante incombenze e anche una gran quantità di problemi da affrontare, ma non per questo si può giustificare il silenzio sulla fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore, sancita da un referendum consultivo datato 2014 e da una Legge regionale del 2018. Legge che prevede una data per l’istituzione del nuovo comune: primo gennaio 2022 e, come sintesi di compromesso politico, una seconda data, primo gennaio 2024. Il compromesso è nato dal desiderio di non interrompere a metà mandato le consiliatura di Pescara e Montesilvano, città ora guidate rispettivamente dai sindaci Carlo Masci e Ottavio De Martinis, entrambi di centrodestra. Molti dei politici di Montesilvano e Spoltore, abituati a curare il giardinetto degli interessi personali e desiderosi di tenersi stretti privilegi e gettoni di presenza, fanno da sempre melina.
Nessuno si meraviglia di questo. Stupisce, invece, che Marsilio lasci fare e che i tanti politici pescaresi eletti in Regione tacciano sull’argomento Nuova Pescara. Due nomi su tutti, quelli di Lorenzo Sospiri e Guerino Testa, che Nuova Pescara l’hanno caldeggiata a più riprese. Finora, non è stato rispettato neppure un passaggio della Legge. Non risulta neppure che Pescara, Montesilvano e Spoltore abbiano fatto la richiesta congiunta alla Regione per ottenere lo stanziamento di 300mila euro come primo contributo per i lavori necessari alla fusione, così come indicato al punto 2 dell’articolo 8 della Legge. A ben guardare, questa mancanza va a danno dei cittadini, sia di quelli, la maggioranza, che hanno votato Sì al referendum, sia di quelli, maggioranza anche in questo caso, che hanno scelto Marsilio anche perché aveva dichiarato pubblicamente, anche in un incontro promosso da Confindustria Chieti Pescara, di essere favorevole alla concretizzazione delle più grande fusione di comuni della storia d’Italia. Occorre un salto di qualità dei nostri amministratori. Partendo dagli interessi della collettività, devono mettere in campo le azioni necessarie e ben codificate dalla Legge per la fusione e devono cominciare una progettazione seria della nuova città.
A ben guardare, sono proprio Spoltore e Montesilvano a fare il salto di qualità. Spoltore perché eviterà quella speculazione edilizia, già oltre i primi vagiti, che ha devastato Montesilvano e la stessa Montesilvano perché potrà, finalmente, andare oltre gli stucchevoli proclami di ogni sindaco sulla lotta alla prostituzione e sul recupero della Stella Maris. La città che verrà, come fanno notare tutti i sodalizi aderenti all’associazione Nuova Pescara, è una straordinaria occasione per ottenere finanziamenti, progettare linee di sviluppo adeguate ai tempi, esaltare un agglomerato fulcro di un’area metropolitana dalle notevoli potenzialità, razionalizzare la spesa pubblica, migliorare e modernizzare i servizi, a cominciare dal trasporto pubblico che significa anche limitare l’inquinamento atmosferico, creare insediamenti produttivi e, quindi, lavoro. Insomma, diventare una grande città.