SORPASSIAMO LA DROGA
di Vittorio Gervasi (num. Luglio 2019)
Mentre mi accingo a scrivere queste righe, arriva improvvisa la notizia – tragica e sconvolgente – del carabiniere ucciso a Roma, nel quartiere Prati, con quattro coltellate inferte da un giovane americano.
Il movente, inizialmente, non sembra chiaro, ma con il passare delle ore acquista forma. Una storia di ordinaria follia, dove si esce per acquistare droga, non la si ottiene, si rivendica qualcos’altro e alla fine si arriva alla tragedia che fine non ha.
La droga è veleno: veleno per il corpo ma anche per l’anima. Un veleno terribile, perché si insinua un po’ alla volta, ma ogni volta conquista una posizione più avanzata, rendendo sempre più difficile la battaglia di chi, la droga, vorrebbe debellarla.
Non è argomento facile, anche perché è stato versato un fiume di inchiostro sul tema. Ma alla base di tante storiacce dei nostri tempi, c’è proprio lei, la droga.
Molti delitti che spesso rimangono irrisolti o comunque controversi, gira che ti rigira, c’è dell’inspiegabile che alla fine si spiega con la droga.
Ma come è possibile – si sente spesso dire – che un bravo ragazzo abbia potuto commettere un gesto simile?
È possibile proprio perché c’è la droga; c’è questa maledetta sostanza che provoca uno stato di alterazione e di allucinazioni varie, che alla fine si diventa capaci di tutto, anche di cose impensate e impensabili.
Ma nonostante tutto questo, c’è ancora chi chiude gli occhi di fronte alla realtà e si batte per la libertà di diffusione di questo orribile veleno.
Orribile in se stesso e per quello che spinge a fare.
Ho in mente un ragazzo, con il cervello bruciato dalla droga. Mi chiedo ogni volta che ci penso: si può finire così?
È possibile che se sei in difficoltà c’è chi ti offre una via di uscita che in realtà altro non è che la via che ti porta dritto al cimitero?
E i danni che arrechi oltre che a te stesso anche a tutti quelli che ti sono intorno, dovessimo valutarli, non finiremmo mai perché sono appunto infiniti.
La tragedia di questi tempi è la tendenza a giustificare tutto, anche azioni e cose ingiustificabili.
La tragedia di questi tempi sta nel non chiamare le cose con il loro nome.
DROGA = MORTE , morte per te , per chi ti sta intorno e per tutta la società.
A me il profumo di morte non è mai piaciuto e non mi stancherò mai di riconoscerlo e dirlo a gran voce, costi quel che costi!