C’era una volta: l’Arena dei fiori
di Simona Speziale
C’era una volta il cinema all’aperto, erano gli anni ’70 e l’Arena dei Fiori in viale Europa era un cult dell’estate montesilvanese.
Ogni sera, nel periodo estivo, un film di genere diverso emozionava gli spettatori. Gli spettacoli erano due con inizio alle ore 21 e alle 23.
Lo spazio era progettato appositamente per gli spettacoli cinematografici all’aperto. Racconta Pasqualino Cilli:”Lo schermo era in cemento armato a forma curva, 10 metri di lunghezza per 4 metri di altezza. Era equipaggiato con un tendone scorrevole che in caso di pioggia copriva la parte centrale della platea evitando di sospendere la proiezione e portare a termine lo spettacolo. La proiezione avveniva con un moderno proiettore 35 mm.mod. Victoria X con lampada allo xenon da 1600 W. e amplificatore mono con cassa tipo bifonica il tutto fornito dalla Cinemeccanica di Milano.
“I ragazzi dell’epoca invidiavano gli abitanti delle case intorno che avevano la vista diretta sul cinema, ma avevano trovato il modo per godersi lo spettacolo senza pagare, salendo sugli alberi che circondavano la struttura.”
Il titolare era il prof. Francesco Di Baldassare che tutti chiamavano il Prof. “Cecchino” che con la sua famiglia era stato titolare del Cinema Roma prima ed era proprietario del Cinema Diana che invece era aperto tutto l’anno in piazza Diaz. Ogni montesilvanese non può che ricordare quando la mattina con la sua 850 bianca attrezzata con amplificatore e trombe effettuava un lungo giro di propaganda per tutto il territorio comunale fino a Cappelle sul Tavo mentre alcuni ragazzini distribuivano volantini lungo la spiaggia ai bagnanti.
La sera dal passaggio a livello, sostituito successivamente dal sottopasso, non si riusciva a camminare tra la folla che animava fino a notte fonda viale Europa, il cuore pulsante della stagione estiva con una cornice di locali frequentatissimi, un lungomare vivo con gli stabilimenti sempre aperti, la musica, il camping, il dancing La Racchetta e il Riverside.
Purtroppo al posto del cinema e di altri spazi di aggregazione negli anni sono sorti palazzi spegnendo inevitabilmente i riflettori su Montesilvano che oggi ha un ruolo di città dormitorio che non le si addice.