Cole Kooper: “Portare Montesilvano il più in alto possibile”
Cole Kooper: “Portare Montesilvano il più in alto possibile”
Paolo Columbaro, in arte Cole Kooper, è un rapper di 20 anni cresciuto a Montesilvano
di Davide Pietrangelo
D: Cole, quando e come nasce la tua passione?
R: Ho iniziato a scrivere a 13 anni, senza formazione né preparazione. Scrivevo disordinatamente racconti a rime, strofe, sfoghi ispirandomi in luoghi tranquilli della città come il lungomare o il Parco della Libertà.
D: Come si sono trasformati in pezzi i tuoi versi?
R: Ho iniziato a “rappare” in particolare a scuola con l’amico Lorenzo Crispini che da allora in poi si è rivelato importantissimo per me. Con lui ho inciso Emicrania, il mio primo pezzo. In seguito, ho collaborato con rapper e gruppi rap di cui prima ero soltanto ammiratore (Cariche esplosive, Adriatic jungle, Ks) e mi sono costruito un discreto giro. A 16 anni ho inciso il mio primo AP, Suoni marci. Successivamente ho prodotto i miei primi video. Che sfiga è stato il più virale ma è Cicileu, uscito nel 2017 che mi ha fatto affacciare alla scena italiana.
D: A cosa lavori oggi? Dove vorresti arrivare?
R: Sono stato fuori dai giri alcuni mesi per motivi personali. Mi sono preso anche del tempo per riflettere sui miei obiettivi, così nel 2018 ho iniziato a lavorare a un album legato a ciò che sento, alla rivincita mia e degli amici che ho accanto. Vedere che li emoziono, mi emoziona. La zona mi spinge e mi gasa. Ora sono determinato, e lavorerò con loro all’ uscita dell’album e alla sua promozione. L’obiettivo è portare Montesilvano il più in alto possibile.
D: Montesilvano sembra essere importante per te. Ti aiuta o ti ostacola? Come potrebbe aiutarti?
R: La città butta spesso giù perché è piccola di mentalità ma è la mia vita. Ho avuto la possibilità di trasferirmi a Milano, ma sono rimasto qui. In parte perché sto collaborando con un’azienda di canapa che sta crescendo, in parte perché qui ho la mia squadra, il mio team musicale, la mia famiglia. Non la definisco la mia crew, ma la mia famiglia. La serata di questa estate con Luchè e i rapper della zona è stata un successo e spero che si ripeta la formula o che si mantenga comunque l’attenzione ai giovani e alla loro musica. Siamo nella golden age del rap e del trap. Valorizziamo i giovani artisti! Teniamoli nel palmo di una mano!