Ariodante Mambelli Patriota, filosofo ed insegnante
Ariodante Mambelli
Patriota, filosofo ed insegnante
di Pasquale Criniti
Il canonico Ariodante Mambelli (1819-1890) fu patriota, filosofo ed insegnante.
Ariodante Candeloro Mambelli era nato in Atri il 2 febbraio 1819 nel palazzo privato situato in Piazza Duomo, risalente alla metà del XVIII sec. ma con vari rimaneggiamenti nei tempi successivi, appartenente alla sua facoltosa famiglia, proprietaria di tanti terreni nel contado atriano.
L’ingresso del palazzo è in Via Cardinale Cicada, ma la parte architettonicamente più interessante è a sinistra della Cattedrale, con la fuga di archi a tutto sesto e il portico chiamato appunto “Mambelli”.
Si racconta che una notte nel palazzo una voce misteriosa avvisò che le clarisse di Atri non avevano nulla da mangiare.
Dovevano addirittura accontentarsi delle rape dell’orto, non avevano neppure il pane ed allora la Signora Mambelli tramite la domestica fece arrivare le vettovaglie al monastero contribuendo così alla sopravvivenza delle Clarisse.
Gli fu imposto come secondo nome Candeloro perché nato nel giorno della Purificazione di Maria, data particolare per gli atriani in quanto erano stati salvati in quel giorno da un terremoto per intercessione di S. Reparata.
Ai tempi di Don Ariodante, ma anche dopo, veniva esposto in Cattedrale il busto argenteo della protettrice, della quale si ricorda più la protezione dal sisma che la respinta dei Saraceni.
Il giovane Ariodante si formò nel Seminario cittadino, vicino al momento di gloria nella seconda metà del XIX secolo.
Imbevuto di ideali mazziniani, ebbe rapporti epistolari con la figura di riferimento dei repubblicani ed ebbe, ovviamente, problemi con il Vescovo.
Appartenente alla Giovine Italia, fu lungamente in corrispondenza epistolare oltre che con Giuseppe Mazzini anche con Giuseppe Garibaldi, e fu collaboratore del settimanale democratico genovese “Il Dovere”.
Esponente del più avanzato liberalismo abruzzese e propugnatore degli ideali mazziniani, patì le persecuzioni del regime borbonico.
Filosofo e matematico, il suo pensiero influì sul giovane patriota Pietro Baiocchi (Atri 17 maggio 1834 – Palermo 27 maggio 1860), unico abruzzese della spedizione garibaldina dei Mille partito da Quarto, che morì combattendo durante l’assedio alle porte di Palermo.
Il 10 settembre 1860 prese parte nella villa Delfico di Montesilvano ad una riunione con il conte Troiano De Filippis Delfico, Clemente De Caesaris, Antonio Tripoti, e numerosi altri patrioti abruzzesi per pianificare l’insurrezione contro il regime borbonico.
Nonostante l’abito talare attraverso le sue lettere ai capi liberali abruzzesi ed i suoi scritti si rivelò un capo rivoluzionario perfettamente a conoscenza della situazione militare in Abruzzo alla vigilia del passaggio del Tronto da parte delle truppe piemontesi.
In un suo inedito dal titolo “Ricordanze istoriche” fece i nomi degli abruzzesi che militarmente liberarono l’Abruzzo dalle truppe borboniche preparandolo all’ ingresso di re Vittorio e quindi all’ Unità: Clemente De Caesaris. Antonio Tripoti, Massimiliano Guerri, Giovanni De Sanctis, Angelo Pellegrini, ecc. e che furono per questo ripagati col silenzio.
La sua era una personalità distinta in Abruzzo; la sua grande cultura, le persecuzioni della tirannide, i suoi lavori filosofici, tra i quali la Filosofia del Diritto, che gli diede l’accesso ad una cattedra universitaria, resero notissimo il suo nome tra gli studiosi di tutta Italia.
Fu docente di filosofia a Lucera, all’epoca capoluogo della Capitanata, corrispondente all’antica Daunia ed all’odierna provincia di Foggia.
Tornato ad Atri da Lucera concluse la giornata terrena improvvisamente nel 1890 a 67 anni.
Le esequie furono celebrate con gran pompa in Atri e magnifiche furono le orazioni celebrative.
La città di Atri gli ha intestato una Piazza nel rione S. Antonio ed intitolato il ginnasio inferiore, dove insigne esponente fu il canonico umanista Luigi Illuminati.
Il 19 maggio 2017 nell’Auditorium Sant’Agostino di Atri, è stato presentato il volume di Giancarlo Prosperi e Sandro Galantini “Il pensiero coerente. Ariodante Mambelli tra speculazione filosofica ed ideologia”.
Dopo i saluti del sindaco di Atri Gabriele Astolfi e della dirigente scolastica Iolanda Iannetti, moderati da Paola Sorgentone sono intervenuti Giancarlo Prosperi sulla filosofia del diritto in Ariodante Mambelli, Sandro Galantini sul processo Mambelli, Franco Trubiani per le riflessioni sulla legge elettorale di Ariodante Mambelli ed Antonio Di Felice per tratteggiare la città di Atri nella seconda metà dell’ ‘800.
Il volume di Prosperi e Galantini, oltre a riproporre la vicenda biografica dell’illustre atriano, sollecita una riflessione sul pensiero politico del Mambelli tra riforme ed utopia nonché sulla sua elaborazione filosofica in relazione al diritto ed è impreziosito dalla riproposizione del raro scritto di Ariodante Mambelli “Alcune osservazioni critiche sulla legge elettorale” consegnato alle stampe nel marzo 1848.
La famiglia Mambelli, dopo impegnativo lavoro preparatorio e con grande entusiasmo, ha aperto gratuitamente al pubblico dal 12 al 14 agosto 2018 le porte di Palazzo Mambelli, dimora storica del loro antenato Ariodante.