Niente è reale, tutto è meme
#cosaresta
di Pierlugi Lido (pierluigi.lido@gmail.com)
Per chi non lo sapesse, il nero non è un colore.
Il nero nella mia mente è il vuoto, il nulla, il niente. Quello che resta di internet dopo il suo utilizzo massivo. Accade in tante persone, mi auguro a poche rispetto a quelle che mi leggono.
Copio il titolo della Pagefan “Gli Eurocrati” che seguo da tempo su social per esplicitare un concetto ormai divenuto la norma nella nostra società. Ovvero che ormai realtà e finzione, digitale e reale si stanno intrecciando a tal punto da non capire più con tollerabili confini di manovra cosa sia vero da cosa sia falso, cosa sia giusto da cosa sia sbagliato, etico da antietico, sacro da profano. Ma il quadro è invece chiarissimo poiché rappresenta il crollo dei valori e delle certezze disegnato da Friedrich Nietzsche a metà dell’800: la morte di Dio e con essa il pensionamento di tutti i valori consolidati o della fine di ogni limite psicanaliticamente parlando. Cosa resta del padre è il titolo del contributo più famoso di Massimo Recalcati. Dovremmo chiedercelo: cosa resta del padre, del Padre eterno? di nostro padre? dei limiti da loro imposti? dei confini tra realtà e finzione, digitale e reale? etico e antietico? sacro e profano? Cosa resta?
Cosa resta delle storie Instagram di 24 ore, delle dirette Facebook, dei selfie, dei like, delle condivisioni, delle interazioni, dei commenti, degli hashtag, dei cuori, degli incontri e degli scontri online, dei repost, dei cinguettii, degli insight delle Pagefan, dell’architettura di pensiero volta a massimizzare un pubblico online, per soldi od obiettivi collaterali? Politici, economici, di controllo. Cosa resta in noi? Io non ho la palla magica e nemmeno l’algoritmo di Dio (non la particella) che vi guardi nel cuore e nell’anima e che vi possa aiutare a vario titolo. Vi dico cosa resta a me. Niente. Nulla. Il vuoto. L’insensatezza del vuoto da riempire e colmare, colmare e riempire. Riempire e colmare. Di nuovo, all’infinito, come nel mondo dei consumi. Ora lasciate stare la pippa sul consumismo, i comunisti e il capitalismo, la proprietà privata e altre sciocchezze. Sto parlando d’altro, del nulla e del vuoto. E sono cose profondamente diverse, il nulla e il vuoto. Questo resta, fidatevi di uno che su internet ci è nato, ci vive e ci lavora e che di starci in questo modo si è anche rotto i coglioni. Vi auguro il meglio, cioè di rompervi i coglioni.
Facciamo questo esercizio.
Inizio io, anche se non so dove iniziare.
Proverò. Proviamoci. Vi voglio bene pure se non vi conosco.
Un ragionatore.