Street Art in via Rimini
Street Art in via Rimini
di Maria Letizia Santomo
I murales di via Rimini, presentati sabato 19 maggio, a dispetto del nome “Coesione” hanno diviso l’opinione pubblica della città. Intervistiamo Alessandro Pompei, il consigliere comunale che si è attivato per rendere possibile la realizzazione dei murales e per la Street Art in città, già intervistato sul tema nell’ ottobre scorso dal nostro mensile.
D: Alessandro, nello scorso ottobre ha presentato il progetto di Street Art a Montesilvano su Il Sorpasso. Il progetto prevedeva tra l’altro un murales in via Rimini a opera dello Street artist Millo entro la fine del 2017. Come mai l’opera è stata realizzata da Pixel Pancho a maggio?
R: Abbiamo svolto un’approfondita ricerca su quali potessero essere le migliori soluzioni per regalare alla città un’opera di prestigio. Per un discorso di territorialità eravamo inizialmente orientati su Millo (molto prima che a Pescara se ne iniziasse anche solo a parlare), ma per via di alcuni suoi comportamenti da “prima donna” profondamente irrispettosi, poco trasparenti, per nulla professionali e soprattutto colpevolmente denigratori verso Montesilvano e i suoi abitanti, abbiamo deciso di puntare ben più in alto con Pixelpancho.
Pixel è un’artista di fama mondiale che oltre ad aver dipinto pareti praticamente ovunque sulla Terra, ha esposto le sue opere finanche al Moma e al Guggenheim di New York, ed è riconosciuto come uno degli Street Artist migliori al mondo. Negli Stati Uniti è quasi una rockstar. Per capirci, Pixelpancho sta a Millo come il Real Madrid sta al Benevento.
Siamo stati fortunati a trovare in Pixelpancho un professionista esemplare e un ragazzo eccezionale che ci ha dato immediatamente disponibilità per queste date di maggio. Abbiamo colto al volo questa irripetibile opportunità.
D: Sempre a ottobre Lei parlava di altri progetti nell’ambito della Street Art: tra questi vi erano la riqualificazione della rampa di accesso della Nuova Scuola Comunale di Musica di Palazzo Baldoni, del sottopasso di viale Aldo Moro e del muraglione di contenimento all’ingresso della variante alla SS 16 vicino al cimitero comunale. Vedranno mai la luce?
R: I progetti sono tutti in cantiere, pronti a vedere la luce. Tante altre proposte sono arrivate e in alcuni casi sono state realizzate. Un esempio è il murale che gli amici hanno voluto realizzare in memoria di Alessandro Panaccio in viale Abruzzo. Tantissime persone che prima erano disinteressate o scettiche riguardo al tema della Street Art ora sono state sensibilizzate al genere.
Voglio fare uno spoiler: proprio in questi giorni parlavamo con Pixelpancho della possibilità di realizzare con cadenza annuale un festival di Arte di Strada che, sotto la sua direzione artistica, andrebbe ad abbellire di anno in anno Montesilvano sia attraverso il coinvolgimento degli artisti del territorio sia attraverso la realizzazione di un’opera di livello mondiale. Nel medio periodo potrebbe diventare un evento di riferimento per la nostra città e che porterebbe con sé, come già avviene in molte altre città nel mondo, un indotto artistico, sociale ed economico di fondamentale importanza.
D: L‘opera di via Rimini si chiama Coesione. Che significa?
R: Pixel disegna robot come metafora dell’essere umano. Il ferro arrugginisce come la pelle invecchia, gli ingranaggi si consumano e iniziano a scricchiolare come le articolazioni, le piante invece sono i sentimenti che proviamo e che ci crescono dentro.
Coesione rappresenta quello che l’artista ha vissuto in via Rimini e quello a cui la stessa via Rimini dovrebbe tendere: l’appianamento di dissidi e contrasti sociali per cercare insieme, attraverso un percorso di collaborazione anche con le istituzioni, di migliorare per tutti la qualità della vita dell’intero quartiere.
L’artista è stato accolto come un figlio da tutti i residenti. Tutti indistintamente hanno aperto le porte delle loro case e si sono messi a sua totale disposizione per ogni necessità, contrattempo o evenienza, a testimonianza del fatto che ci sono tantissime brave persone lì, che non meritano assolutamente di essere mal giudicate, emarginate e abbandonate.
Mai nome fu più azzeccato.
D: A ottobre sperava che il progetto Street Art potesse portare identità a Montesilvano con costi accessibili. Ne è ancora convinto?
R: Ho sentito tantissime bugie in questi giorni, provenienti soprattutto da personaggi imbarazzanti che in anni e anni di politica non hanno mai fatto nulla per Montesilvano, se non cambiare casacca al cambiare del vento o al massimo prendere pubbliche posizioni solo per esclusivo vantaggio personale. Il cancro politico di questa città, gente che non ha mai mosso un dito disinteressatamente per la collettività e che ora si permette anche il lusso di puntare il dito verso un’iniziativa di spessore internazionale di riqualificazione sociale e urbana, senza precedenti a Montesilvano. Ho ricevuto messaggi, complimenti e parole di elogio da centinaia di persone, da esponenti locali e non, di qualsiasi provenienza politica, dalla destra alla sinistra passando per i 5 Stelle. Gli stessi abitanti del quartiere erano al settimo cielo e non hanno fatto altro che ringraziarci durante la nostra presenza. Si è creato un clima di integrazione e collaborazione che, non mi vergogno a dire, non mi sarei mai aspettato. Artisticamente l’opera può piacere come può non piacere, i gusti sono gusti, ma non riconoscerne la lungimiranza e la funzione sociale, e strumentalizzarla, è da bifolchi ignoranti.
Le cifre che questi personaggi imbarazzanti hanno tirato fuori non riguardano il cachet di Pixel che è addirittura meno di 1/3 di quello che hanno voluto far credere. Un imbianchino sarebbe costato di più. Quei famosi 13.000 euro comprendono anche altre spese accessorie e soprattutto altre attività volte alla riqualificazione di via Rimini: miglioramenti strutturali, eventi e attività di intrattenimento.
La strada è quella giusta e la porteremo fino in fondo, perché come si suol dire: chi sa… fa, chi non sa… parla (a vanvera).