Tutto arriva alla foce

 

di Franco Vitileia

 

Come ogni anno, in questo periodo si traccia il bilancio dei casi più clamorosi di inquinamento dei fiumi, causati dalla insufficiente depurazione che, nel periodo estivo con la diminuzione della portata dell’acqua e l’aumento della presenza dei turisti, maggiormente si manifestano, come accade per i fiumi Pescara, Tavo-Fino-Saline e Piomba.

Tale situazione drammatica dei nostri fiumi, purtroppo nota da anni, è supportata dai dati pubblicati dal WWF Abruzzo in un dossier sulla depurazione delle acque da cui risulta irregolare circa un quarto dei controlli sui depuratori esistenti.

Una situazione questa che colloca l’Abruzzo in un punto di non ritorno: infatti la maggior parte dei prelievi ha fatto emergere un livello di inquinamento fisico e microbiologico tra i peggiori nella realtà italiana.

Questa disastrosa situazione è in buona parte derivante dall’inefficiente gestione degli scarichi urbani e da scarichi abusivi provenienti da insediamenti produttivi irresponsabili.

La preoccupante situazione dei fiumi abruzzesi è stata confermata anche dai risultati dell’ultimo monitoraggio sullo stato delle acque effettuato da Goletta Verde sulle foci dei fiumi. Ancora una volta è stata messa in evidenza la situazione di grave contaminazione dei nostri corsi d’acqua unitamente ai fossi che, così come sono ridotti, non riescono più a svolgere la loro originaria funzione che era quella di veicolare le acque piovane di ruscellamento verso i fiumi.

Peraltro lo stesso piano di tutele delle acque, adottato dalla Regione Abruzzo, denuncia un progressivo scadimento della qualità delle acque andando da monte verso valle, qualità che diventa pessima man mano che si prosegue verso la foce.

I nostri corsi idrici, o tratti di essi, sono caratterizzati da situazioni di emergenza ambientale e fra le cause principali delle criticità emerse si riscontra la ripetuta immissione di scarichi abusivi, ma spesso anche quelli depurati sono dannosi in quanto gli stessi impianti di depurazione risultano mal funzionanti o sottodimensionati.

Eppure i cittadini abruzzesi spendono ogni anno con la tariffa dell’acqua diverse decine di milioni di euro per l’attività di depurazione, mentre centinaia di euro delle nostre tasse, spese per impianti, di fatto poi risultano non idonei allo scopo.

Occorre allora far partecipare i cittadini alla gestione del Sistema Idrico Integrato, garantire la trasparenza dei dati, rendere omogenei e ripetitivi i controlli e far “abrogare subito” la legge fogna che ha alzato i limiti della soglia di inquinamento e quella che ha ridotto le multe sanzionatorie.

Lascia un commento