QUESTO MESE SORPASSIAMO…LA MEDIOCRITA
di Vittorio Gervasi
Un tempo, nemmeno troppo lontano, esisteva nelle grandi aziende l’ufficio selezione del personale. Aveva il compito di selezionare i migliori e i più adatti a ricoprire una posizione lavorativa. Questo ufficio faceva un lungo lavoro: reperiva i curricula migliori, li analizzava a fondo, scremava e convocava per le selezioni. Poi avviava un lungo processo di prove e colloqui fino a trovare una rosa di candidati ritenuti idonei per il ruolo da svolgere all’interno dell’azienda. All’interno della rosa, ufficio selezione del personale e funzione aziendale dove sarebbero finiti i candidati, si sceglieva l’uomo ritenuto più giusto. Oggi questo ufficio non viene chiamato più “selezione del personale”, si utilizzano altri nomi spesso inglesi, si adottano altri strumenti di verifica delle capacità/competenze, ma la sostanza di fatto non cambia. Perché tante risorse impegnate nella selezione? Perché trovare la persona giusta non è facile, ma soprattutto inserire quella sbagliata significa arrecare danni rilevanti. Ergo la selezione è indispensabile. E dopo la selezione arriva la formazione. Non basta quello che hai già studiato, adesso ti devi ancora formare per crescere e per far crescere la realtà in cui lavori. Un percorso lungo, impegnativo, che non garantisce che il risultato finale sia esattamente quello atteso, ma mette tutte le condizioni perché così sia! E se il risultato atteso coinciderà con il risultato ottenuto avremo la soddisfazione piena di chi in questo percorso si è impegnato per raggiungere il risultato, di chi il risultato l’ha ottenuto e di chi del lavoro ben fatto della persona giusta al posto giusto se ne avvantaggerà. Pensate a quando vi avvalete di un consulente che è chiaro nell’esposizione, corretto nei comportamenti, padroneggia la materia, sa dare il consiglio giusto, in altre parole è un vero professionista nel suo lavoro, non siete massimamente contenti e soddisfatti di avvalervi di una persona così? E perché no pagare anche il giusto compenso per un lavoro ben fatto? Bene, il contrario di tutto ciò ha un nome; ma lasciando perdere l’eccesso opposto, se ci posizioniamo anche solo in una posizione mediana tra chi è bravo e chi non lo è affatto, con quale sostantivo potremmo definire questo comportamento di mezzo? Ci provo: mediocrità. È propria di chi si accontenta, di chi non punta a rendere migliore fino in fondo sé stesso e gli altri. Prima che pensare agli altri – pensiero automatico quando si parla di difetti – pensiamo a noi stessi. Buon sorpasso della mediocritas, come direbbero i latini, cari Amici lettori !
nulla di eccezionale,normalita” nei Comuni con amministratori capaci,l”annuncio del miracolo per ragioni di visibilita”,spot pubblicitario per i numeri statistici,pura vanita” per l”atteso interventodi che? La messa in sicurezza,la manutenzione,il decoro,ecc,ecc sono attivita” ovvie,naturali,quotidianita” per amministratori efficienti attenti ai risultati sempre in rispetto e riferimento agli azionisti,proprietari, i Cittadini.