Street art intervista ad Alessandro Pompei
Street art
Per la prima volta a Montesilvano si parla di Street art, letteralmente arte di strada. Intervistiamo Alessandro Pompei, giovane consigliere comunale che ha portato per la prima volta il tema nel Palazzo di Città.
di Davide Pietrangelo
D: Alessandro, cosa si prefigge il progetto “Street art” a Montesilvano?
R: In tutto il mondo la street art è ormai riconosciuta per il suo altissimo potere di riqualificazione. Il nostro progetto di riqualificazione delle aree urbane vuole passare anche per essa in due modalità. La prima con una serie di opere piccole e diffuse, la seconda con interventi importanti per generare risonanza e promuovere il progetto stesso.
Per la prima, con l’ottava Commissione ‘Sport e Cultura’, e l’aiuto del dirigente tecnico Mergiotti e del dottor Farchione, abbiamo elaborato una procedura e un regolamento che la favorisse. Abbiamo individuato aree e spazi da affidare agli urban street artist. Per questi spazi, disponibili da subito, invito gli interessati a presentare bozzetti. Inoltre I privati possono mettere a disposizione i loro spazi e chiedere riqualificazioni per altre aree pubbliche non presenti nell’ elenco. Una commissione valuterà la qualità artistica delle opere proposte e l’assegnazione degli spazi.
Per la seconda abbiamo voluto coinvolgere un artista di respiro internazionale, Millo, che con la sua arte riqualificherà una delle zone più difficili del nostro territorio: le case popolari di via Rimini. Non sarà solo un intervento d’arte, ma un modo per puntare i riflettori su un’area difficile del contesto cittadino e mostrare l’attenzione che questa Amministrazione ha sempre avuto nei confronti di questa zona.
D: Il Comune aveva annunciato che a ottobre sarebbero partiti i lavori di Millo. Questi non sono iniziati e nel frattempo l’artista ha lavorato a Pescara. Come mai?
R: Avevamo preso accordi per partire ad aprile e poi a settembre, prima di Pescara, ma a causa di cavilli burocratici e quindi ‘incomprensioni’ la data è andata slittando fino al 14 dicembre. L’ importante però non è giocare a chi arriva prima. Non si tratta di un’infantile gara tra politici, ma di un importante regalo alla città, di un’opera di livello internazionale.
D: Quali altre opere sta facendo sorgere il progetto?
R: Con il bando “Lo sport è…” vinto da Urka, abbiamo riqualificato lo stadio di via Ugo Foscolo, prima preda di scritte e disegni vandalici. Lavoreremo a progetti per la rampa di accesso della Nuova Scuola Comunale di Musica di Palazzo Baldoni, e per il sottopasso di viale Aldo Moro. Abbiamo ricevuto un interessante progetto per il muraglione di contenimento all’ingresso della variante alla SS 16, vicino al cimitero comunale e un’altra bellissima richiesta dagli amici di Alessandro Panaccio, il giovane montesilvanese morto in un tragico incidente stradale in Spagna lo scorso settembre, che desiderano realizzare un murale in suo onore sul ponte di viale Abruzzo. Intendiamo rispondere positivamente, non solo per il valore speciale di questa richiesta, ma anche perché esattamente nello spirito del progetto che stiamo portando avanti nel segno della Street Art, ovvero quello di vedere tutta la nostra città abbellita da questa forma d’arte. Ecco perché invito i giovani a presentare la propria richiesta e a contribuire.
D: Per molti è difficile distinguere tra atti vandalici sui muri e arte. State facendo qualcosa per questo?
R: Stiamo cercando di lavorare con le scuole per una campagna di sensibilizzazione che faccia distinguere arte e imbrattamento, in particolare con Teresa Cilli, della scuola elementare Delfico. In quella scuola c’è un murale per un bimbo venuto a mancare 10 anni fa. Accanto a questo muro i bambini realizzeranno un murale guidati da Urka.
D: Perché proprio la street art per riqualificare Montesilvano?
R: La street art oltre ad essere economicamente accessibile, è fruibile da tutti e conferisce identità a Montesilvano: i giovani necessitano proprio di questa. Ciò che mi amareggia è che per il bando di riqualificazione dello stadio si sono presentati esclusivamente partecipanti non di Montesilvano. Mi auguro che Montesilvano trovi una identità, e che i montesilvanesi si innamorino di essa.
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