MONTESILVANO CHE LAVORA Ferramenta Orsini
di Mauro De Flaviis
Intervista a Franco Orsini, storico commerciante di Montesilvano che individua nella incapacità di attrarre le industrie e i servizi artigianali a insediarsi in città, lo stallo economico attuale. Inoltre identifica il male montesilvanese di aver costruito male e dappertutto senza badare alla qualità del costruito e agli spazi pubblici. Franco si sposta regolarmente in bicicletta e chiede la realizzazione di una rete di piste per muoversi in sicurezza.
- Da quando è attiva la sua storica attività?
R.I fratelli Fortunato e Amerigo Orsini negli anni ‘20 hanno avviato l’attività di riparazione di attrezzature agricole e fabbro in via Vestina, nei locali dove ora è ospitato il lavaggio Enoel. Il negozio di ferramenta è stato aperto da nonno Panfilo e io dal 1965 vi lavoro ininterrottamente. Nel 1976 ho rilevato l’attività che ho ceduto 5-6 anni fa alle mie figlie Mariagrazia e Franca.
- Come si è modificata l’attività nel tempo?
- In 40 anni ho ampliato tanto l’azienda sia come ampiezza di settore merceologici gestiti che come volume d’affari.
- Dal suo punto privilegiato di osservazione come ha visto cambiare la città?
- La città è cambiata tantissimo per il costruito, mentre il settore edile si è fermato completamente da alcuni anni e con questa brusca frenata molti altri settori sono anch’essi fermi. Si è puntato negli anni passati solo sul comparto edile e ora paghiamo questo errore marchiano.
- A suo avviso, come si sarebbe potuto ovviare a questa situazione di stallo?
- Non abbiamo puntato ad avere una zona industriale con terreni gestiti direttamente dal Comune a prezzi calmierati, ma si è preferito far speculare i proprietari terrieri e i costruttori, con il risultato che la maggioranza delle imprese presenti sul territorio sono emigrate principalmente a Sambuceto, o Moscufo o Atri dove hanno trovato condizioni migliori per impiantare le attività.
Porto ad esempio la IMET che ha spostato 120 operai a Sambuceto con costi del terreno 4 volte più bassi, o la Menozzi De Rosa che dallo stabilimento qui vicino alla mia ferramenta si è trasferita ad Atri o ancora a Falcone e Universal Caffè che si sono spostati a Moscufo.
Non abbiamo messo in condizione le aziende presenti a Montesilvano di radicarsi e generare quella ricchezza che sarebbe ricaduta sulla collettività.
- Se abbiamo puntato tutte le carte sul comparto edilizio, esso è di qualità?
- Guardi i palazzoni che abbiamo costruito in collina: oltre ad essere brutti, a mio avviso sono anche pericolosi per le frane sempre in agguato. L’idea di costruire senza la regia di un piano regolatore di qualità ha generato un ingente patrimonio immobiliare di scarso valore, proprio per la mancanza degli spazi come i marciapiedi, le strade, i parcheggi, il verde, etc. . L’edilizia di qualità a mio avviso la trova a Pineto, dove hanno avuto il coraggio di non andare oltre i piani e ora la città ne gode i benefici.
- Cosa consiglia di realizzare per migliorare la qualità urbana?
- Instradare sulla strada parco gli autobus e il filobus, rendere ciclabile il ponte in costruzione dietro Porto Allegro e costruire una rete di piste ciclabili. È bellissima la pista di Francavilla fino al Villaggio Alcyone. Ora il mezzo di trasporto più pericoloso è la bicicletta perché sui marciapiedi non si può andare pena multa dalla polizia municipale, mentre su strada si rischia fortemente di essere investiti.