Intervista a Civitarese: La Grande Pescara

Favorevole alla Grande Pescara, la ragione dell’inazione è il cosiddetto benaltrismo

Ass. Civitarese: “Partire subito con un tavolo sulla mobilità”

di Domenico Forcella

Abbiamo intervistato l’assessore Civitarese con delega all’Urbanistica, Mobilità e Programmi complessi, Smart city e semplificazione amministrativa ricevuta il 5 ottobre 2016 nella giunta della Città di Pescara. Come abbiamo più volte affermato, riteniamo necessario procedere a una pianificazione della mobilità su scala sovracomunale, tenendo conto, se possibile, della conurbazione Chieti-Pescara e dei centri satellite al netto dei confini amministrativi. Riteniamo molto interessanti le posizioni del prof. Civitarese e speriamo che Montesilvano riesca rapidamente nell’intento di elaborare un piano della mobilità nell’ambito del piano urbano del traffico, cooperando con Pescara e partecipando ad un tavolo della mobilità, come proposto dall’Assessore.

  1. A quattro mesi dalla nomina vorremmo sottoporle alcuni quesiti relativi alla questione della mobilità che riguardano anche le città limitrofe. Partiamo da un quesito di natura generale. Nel 2014, contestualmente alle elezioni amministrative, si è tenuto il referendum per la fusione dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore. I cittadini che vivono da anni sulla propria pelle gli annosi problemi dovuti al frazionamento amministrativo di un’area complessa e ormai integrata hanno risposto positivamente a larga maggioranza, ma la Regione a tutt’oggi non ha proceduto con l’attuazione. L’alternativa sbandierata dagli scettici della fusione sarebbe quella di costituire tavoli su una scala più ampia per il governo coordinato di alcuni temi specifici e complessi, uno dei quali potrebbe essere proprio quello della mobilità sostenibile.

Ci chiediamo e Le chiediamo come mai fino a oggi, benché tutti ne riconoscono la necessità, non si sia mai proceduto in tal senso. Le chiediamo, inoltre, quale sia la sua posizione su questo tema, quali siano a suo parere gli ostacoli e come si possano superare concretamente, tenuto conto che il Comune di Pescara è quello più importante.

  1. Ritengo che il governo locale delle politiche sulla mobilità debba essere necessariamente di carattere intercomunale-metropolitano e sono d’accordo sul fatto che Pescara debba assumere un ruolo trainante in questo processo.

Il tema è di carattere generale, vale a dire non riguarda soltanto la mobilità. La strada maestra sarebbe quella di avviare una grande iniziativa politico-istituzionale per la costituzione di una Città metropolitana Chieti-Pescara. Si tratta di un’ ipotesi complessa, che a qualcuno potrà sembrare utopistica (viste le enormi difficoltà solo per avviare il processo di fusione relativo alla cosiddetta Grande Pescara), ma rappresenterebbe un formidabile cambiamento per lanciare l’area metropolitana verso un futuro in cui poter realmente competere con i centri urbani italiani ed europei in termini di attrazione di investimenti, turismo, vivibilità, etc.

Il percorso giuridico-istituzionale per una simile ipotesi richiede di rimettere in discussione, peraltro, la stessa impostazione della c.d. legge Del Rio, che di fatto si limita a sostituire le Provincie con le Città metropolitane, senza realmente affrontare i nodi del governo dei grandi centri urbani. In tutti questi anni si è perso molto tempo nel tentativo di abolire le Provincie, che sono invece il solo ente territoriale intermedio, un livello di governo indispensabile e presente in tutti i paesi europei. Le Provincie sono state praticamente distrutte e il governo locale metropolitano (a eccezione di alcune delle 10 Città metropolitane istituite che per tradizioni di buon governo ed esperienze di associazionismo intercomunale erano già avanti, come Bologna) è di fatto inesistente.

Le Città metropolitane, fermo restando il ruolo delle Provincie come enti di area vasta al di fuori delle grandi conurbazioni, devono essere disegnate sulla base delle effettive dinamiche sociali ed economiche e quindi, come nel nostro caso, prescindendo dagli attuali confini provinciali, del tutto anacronistici. Occorrerebbe, pertanto, a mio avviso, promuovere una legge della Repubblica che ai sensi dell’art. 133 C.I. ridisegnasse le circoscrizioni provinciali e poi, modificando la legge Del Rio, istituisse una nuova Città metropolitana, che insieme a Pescara, Montesilvano e Spoltore comprendesse Chieti, Francavilla e San Giovanni Teatino e probabilmente anche Città Sant’Angelo e Silvi.

Non credo si possa seriamente dubitare che questioni cruciali come quelle dei trasporti e della mobilità, dell’economia della conoscenza e dell’università, delle iniziative culturali, del destino dell’area industriale, del governo dell’ultimo tratto del fiume Pescara, solo per citarne alcune, potrebbero essere affrontate da un siffatto ente locale con un grado di efficacia oggi impensabile.

Tornando alla domanda iniziale, io sono comunque favorevole alla fusione dei tre Comuni, che è in teoria obbiettivo più a portata di mano, essendo sufficiente una legge regionale. Credo sarebbe anche uno stimolo al processo più ampio di cui dicevo. Sembra, però, che la maggioranza della classe politica regionale-locale continui a ritenere non ‘conveniente’ investire su tale progetto.

In ogni caso, sono tutte soluzioni che non escludono le altre ipotesi, tutt’altro. Al di fuori degli interventi legislativi, si può – io direi si deve – pensare, con specifico riferimento alla mobilità, alla costituzione di un organismo di programmazione e governo nell’area metropolitana che coinvolga tutti i comuni che ho citato prima, oltre alle Regione e alle Provincie. Il modello che ho in mente è quello dell’Agenzia per la mobilità di Torino, dove la forma giuridica prescelta è quella del consorzio, ma si potrebbe intanto partire con un semplice accordo per costituire appunto un “tavolo sulla mobilità”.

 

  1. Come sempre, quando in inverno non piove ci rendiamo conto che la qualità dell’aria delle nostre municipalità è scadente e nonostante la drastica riduzione delle centraline di rilevamento della qualità dell’aria, il responso è sempre impietoso. Nonostante la favorevole posizione delle nostre municipalità a ridosso del mare ripulite dalle brezze marine, i valori di PM10 continuano a superare i limiti di allarme. Secondo Lei, quali scelte possono permetterci di respirare aria migliore?
  2. Le cose da fare sono ormai note. Sarebbe intanto importante dotarsi a livello regionale di un piano dell’aria come quello della Regione Emilia Romagna, dove in modo organico e coordinato si prevedono una serie di misure sino al 2020. Due degli ambiti di intervento di quel piano riguardano la pianificazione e l’utilizzo del territorio e i trasporti. Vi si individuano, da un lato, misure relative alla limitazione della circolazione in ambito urbano, alla riduzione dei flussi veicolari nei centri abitati, alle zone a traffico limitato, all’ampliamento delle zone pedonali, all’incremento della mobilità ciclo-pedonale, all’ampliamento delle aree verdi e, dall’altro, azioni relative al potenziamento e riqualificazione dell’offerta dei servizi del trasporto pubblico locale e regionale, al rinnovo del parco autobus, all’integrazione modale e tariffaria, alla diffusione di car-sharing e car-pooling, allo sviluppo dell’ITS (Intelligent Transport Systems), alla promozione di accordi che prevedano l’attivazione di pedibus e/o bicibus per gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro, alla promozione dell’utilizzo di veicoli elettrici. Generiche indicazioni nella direzione della mobilità sostenibile erano già contenute nel Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria approvato dalla Regione Abruzzo nel 2007 con riferimento a misure da introdurre nel “piano metropolitano del traffico della Zona di risanamento metropolitana Pescara-Chieti”.

Entro questo quadro di misure e azioni cercherà di muoversi anche il Comune di Pescara, il cui Consiglio comunale ha recentemente adottato in proposito un Atto di indirizzi strategici per il governo del territorio, contenente le linee guida per il piano urbano della mobilità sostenibile, che si basa proprio su tali principi. Tra i suoi obiettivi questo Atto indica il raggiungimento nei prossimi 10 anni di una quota modale degli spostamenti urbani non motorizzati pari al 50%, di cui almeno il 15% ciclabili, e lo spostamento del traffico automobilistico di attraversamento della città sulle cosiddette strade-canale poste a ovest della ferrovia.

Ci sono, naturalmente, anche altri ambiti di intervento altrettanto necessari, come quelli relativi al risparmio energetico, che include anche il problema del riscaldamento civile. È appena il caso di osservare che esserne consapevoli non costituisce un alibi per non agire sulla mobilità. Anche per rispondere a un passaggio contenuto nella sua prima domanda a proposito della Grande Pescara, quasi sempre la ragione dell’inazione in Italia è il cosiddetto “benaltrismo”.

 

  1. Lei ha dichiarato pubblicamente che è favorevole alla soluzione del filobus sulla strada-parco nonostante la sua parte politica sia sempre stata molto attenta alle posizioni dei comitati strada-parco. Ha avuto problemi per queste sue esternazioni? Continua ad essere dell’opinione che l’utilizzo della strada parco per un trasporto pubblico collettivo di massa possa migliorare sensibilmente la qualità della vita dell’intera area metropolitana?
  2. Che il trasporto collettivo su mezzi elettrici che da Montesilvano, attraverso la strada-parco, giungano a Pescara sud sia una scelta strategica di fondo è scritto a chiare lettere nel documento di indirizzi strategici approvato dal Consiglio comunale cui facevo riferimento prima.

 

  1. Se Lei è favorevole, ha intenzione di avviare le procedure per proseguire secondo il progetto originario di trasporto pubblico su sede propria fino a Francavilla da un lato e a Chieti dall’altro?
  2. Il ruolo del Comune in questo caso è di impulso, ma sono intenzionato ad aprire un tavolo di confronto con le altre amministrazioni, a partire dalla Regione e dalla TUA, sul progetto di metropolitana di superficie su sede protetta, per arrivare al completamento del tracciato, che secondo il nostro piano strategico deve attraversare tutta la dorsale che congiunge il Parco centrale con il nuovo campus.

 

  1. A che stadio di avanzamento è arrivato l’appalto del filobus sulla strada parco? Si riesce a stimare a oggi la presunta data di entrata in funzione nel tratto Montesilvano Pescara?
  2. Siamo ancora alla fase del collaudo delle opere realizzate, che dovrebbe ormai avvenire entro poche settimane. Poi, risolto il contratto con l’impresa esecutrice, occorrerà acquistare i mezzi mediante l’avvio di una nuova procedura da parte della TUA. Da quello che mi risulta, dovrebbe trattarsi di 10 bus “full-electric”. Non sono in grado di fare previsioni sull’entrata in funzione del servizio, ma so che l’azienda è al lavoro per cercare di recuperare parte del tempo perduto. Per una gara di solo acquisto si può ragionevolmente pensare a un tempo di sei mesi, ma poi ne occorreranno almeno altrettanti per mettere a punto il servizio. Nel periodo occorrente a completare questa procedura si tratta, peraltro, di intervenire di concerto tra Comuni, Regione e TUA per adottare le misure e le azioni necessarie alla messa in opera e in sicurezza del tracciato. Nel medio periodo l’intera area – come si prevede nella bozza della revisione delle norme tecniche del PRG – sarà oggetto di una complessiva ripianificazione urbanistica mediante appositi piani particolareggiati per far coesistere armonicamente tutti i diversi utenti (residenti, pedoni, ciclisti e passeggeri).

 

  1. Che ne pensa della proposta del prof. Di Giampietro pubblicata sul numero di gennaio ‘17 de Il Sorpasso? La proposta è quella di dirottare immediatamente sulla strada parco tutti gli autobus urbani in attesa dell’arrivo del filobus, in modo da avere frequenze di 3-4 minuti e riduzione tempi di percorrenza e congestione di viale Bovio e degli altri assi di penetrazione.
  2. Capisco il senso della proposta, ma la trovo al momento di problematica realizzazione. Certo, la sfida dell’aumento della velocità commerciale del TPL è cruciale e occorre garantire in proposito un sistema cittadino efficace ed effettivo di corsie riservate. Se per qualche ragione la filovia tardasse ancora a prendere corpo, un sistema tipo BRT con gli autobus ordinari (ferma restando la necessità di rinnovo del parco macchine verso veicoli ecologici) su un’unica linea protetta ‘Montesilvano – Pescara sud’ sarebbe da prendere in seria considerazione.

 

  1. Ha altri progetti in cantiere nella direzione del miglioramento della qualità della vita della nostra area urbana?
  2. Nel suddetto documento di indirizzi strategici si individuano – accanto alla strategia della rigenerazione urbana nella città consolidata – tre aree strategiche prioritarie: il Parco Centrale (area di risulta), il Polo della Conoscenza (area universitaria) e il sistema fiume-area portuale. In questi progetti di riqualificazione urbana, che presentano contenuti e modalità operative assai diversi, il fil rouge è costituito dall’integrazione tra mobilità sostenibile, spazi verdi e creazione di servizi di qualità e dimensione metropolitana.

Per sostenere tali obiettivi occorrono naturalmente risorse finanziarie: siamo fortemente impegnati nella definizione di un pacchetto di progetti per l’accesso a finanziamenti europei e nazionali che ruotano tutti attorno a un cambio di paradigma sulla mobilità, quali per esempio quelli relativi al bando UE Urban Innovative Action Initiative, per azioni innovative di sviluppo urbano sostenibile, e al POR FESR 2014-2020 dove la Regione Abruzzo ha optato per l’asse prioritario “Sviluppo Urbano Sostenibile”, individuando le quattro città capoluogo come ‘autorità urbane’. Quest’ultimo, in particolare, non solo consentirà di avviare concretamente un sistema di trasporto intelligente (ITS), ma affronterà il problema del collegamento mediante il trasporto collettivo sostenibile e veloce tra le zone collinari e quelle pianeggianti della città.

In questo quadro l’approvazione del PUMS e quella del nuovo piano urbano del traffico, che avverranno entro il 2017, sono un momento decisivo verso l’obiettivo della vivibilità e resilienza urbane. Proprio sulle scelte da effettuare attraverso tali due strumenti, pur tenendo conto della loro diversa ordinata temporale, nei prossimi mesi occorrerà aprire un serio e approfondito dibattito in città e nell’area metropolitana.