CON E SENZA
Un uomo si ritrova per animale domestico la sua coscienza. Scegliere di lasciarla a casa o portarla con sé cambia le cose…
Episodio 8 – Che fare
Se ne stava con il capo fra le mani, seduto sul divano. Taco continuava a fissarlo senza dire una parola, il cane accovacciato ai suoi piedi a sonnecchiare.
Pensava alle mattine, in cui sveglio da poco, si era guardato allo specchio e vedeva riflesso un uomo di cui fidarsi, con la testa sulle spalle. Sul lavoro non si tirava indietro, aiutava gli amici, se poteva, e di tanto in tanto andava pure in chiesa. Alle volte, quando qualcuno gli diceva che forse era un po’ troppo testardo o chiuso nelle sue idee, si scopriva meravigliato e anche un tantino offeso. Senza coscienza, in poco più di una giornata aveva lasciato morire un amico e assassinato una donna.
Guardò il suo nuovo animale da compagnia: «se esco senza di te non ho controlli».
Si sentì un boato in lontananza. L’uomo si alzò di colpo e corse al balcone, così pure il cane. Si erano affacciati anche gli altri vicini. «Che cosa è successo? – gli chiese gridando, la signora del palazzo di fronte – vede qualcosa da lì?».
L’uomo strizzò gli occhi e allungò il collo, ma non riusciva a vedere niente tra la giungla di case. Intravedeva solo del fumo in lontananza, che si disperdeva nel cielo.
«Solo fumo, signora, non so cosa sia successo».
«Beh, deve essere esploso qualcosa – continuò la donna – mi ricorda tanto quando dieci anni fa, qui vicino, il signor Cirotti dimenticò il gas aperto in casa. Crollò tutto il palazzo, morirono tre persone».
Alex sbiancò, salutò frettolosamente la dirimpettaia e si chiuse in casa. Tornò in salotto e si lasciò cadere di nuovo sul divano. La casa di Angela doveva essere esplosa.
«Quello che è successo è successo, non puoi farci niente. Confessare tutto aggraverebbe solo la tua situazione, vedrai, col tempo le cose si sistemeranno – Taco gli parlava dolcemente, cercando di rincuorarlo – cerca di risolvere la situazione nel modo più indolore possibile per tutti».
L’uomo guardò la sua coscienza e gli sembrò tutto chiaro: «senza di te non posso più uscire, potrei commettere di tutto – sospirò – ho bisogno di trovare una soluzione».
Sì ricordò che Angela aveva un appuntamento con uno sconosciuto complice quel pomeriggio e lui aveva intenzione di scoprire chi fosse. Doveva trovarsi alle quattro in cornetteria e doveva portare con sé Taco.
«Ti porterò in una borsa – concluse – sei troppo strano per venire al guinzaglio come un cane. Dirò che è la roba della palestra se qualcuno mi chiede qualcosa.»
Taco lo guardava sbalordito. L’ultima cosa che avrebbe voluto fare era di andarsene in giro ficcato in una borsa per la palestra. «Ehi amico, ma sei impazzito? Starei stretto in una borsa e poi, dopo quello che hai fatto, credo di essere diventato abbastanza pesante da portare».
Alex lo scrutò con attenzione e si accorse che l’animale era cambiato. Il pelo si era ingrigito in alcuni punti, compreso il muso, e sembrava più vecchio. Gli occhi erano infossati e avevano perso di brillantezza. «Che cosa ti è successo, Taco?» gli chiese a bruciapelo.
«Le tue azioni ricadono su di me, caro mio. Le cose negative che fai mi cambiano, e mi appesantiscono. La mia salute peggiora».
«Perché hai quella forma così strana? Sembri un fritto misto animale. Un formichiere con le zampe di un elefante».
«Che razza di domanda è? – ribatté Taco piccato – Come se io ti chiedessi come mai hai i capelli neri». E ancora arrabbiato: «ognuno ha la coscienza della forma che si merita».
Emilio Pirraglia
Fine episodio 8
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