BELLA SENZA TRUCCO
dall’emergenza ambientale alla sfida sociale
Ho incontrato qualche giorno fa un noto commerciante montesilvanese, che prima ancora di lanciarmi un saluto vocale, con fare sornione ha voluto stringermi la mano per complimentarsi per la mia storia d’amore che ho reso pubblica scrivendo per questa testata un editoriale dal titolo <<Montesilvano ti amo>>. Mi ha detto: <<Complimenti ! perché innamorarsi di una donna brutta è veramente difficile, innamorarsi di una donna bella è molto facile>>. Ed in effetti è proprio così. Chi sa resistere al fascino di una bellezza dirompente ? Una grande bellezza non passa inosservata: inebria, confonde, arriva finanche a stordire. Quando invece belli non si è colpire è indubbiamente più difficile, ma non è affatto impossibile. Fuor di metafore, è chiaro a tutti che la donna in questione è la città di Montesilvano. La mia risposta alla provocazione è stata comunque decisa e senza tentennamenti: << Un amore sofferto è segno inequivocabile di un amore davvero grande>>. E con questa espressione credo di interpretare il sentimento di tanti concittadini montesilvanesi. Si soffre quando si ama un territorio e questo non è proprio come lo vorremmo, eppure non si smette di desiderarlo all’altezza dei propri sogni. Anzi, il desiderio si accende ancora di più – la passione diventa ancora più forte – perché non si rinuncia ad un vero amore solo perché a prima vista non viene corrisposto. Vi dirò di più, ho impressa nella mia mente la frase del Petrarca “amor con amor si paga, chi con amor non paga, degno di amar non è” e pertanto voglio essere ripagato. Vogliono essere ripagati tutti quelli che hanno scelto Montesilvano come la propria città per viverci (non abitarci) e vogliono restarci per sempre. Perché un amore vero, o è per sempre, o non è vero amore.
Il nostro perimetro urbano ha un primo confine segnato da un fiume; ha un secondo confine segnato dal mare ed ha un terzo confine segnato da dolci colline.
Siamo immersi nella natura. Chi non porta nella memoria l’odore della salsedine scoperto passeggiando sulla riviera. Chi non porta nella memoria un fantastico tramonto assaporato alla foce del Saline. Sono gli odori e le fotografie che si imprimono nella scatola dei ricordi. E quando senti che il mare pulito non lo è più o gli odori che salgono dal fiume profumo non sono, comprendi che a certe belle sensazioni non si può rinunciare perché chi questo mondo lo ha voluto, lo ha fatto bello per lasciarcelo in regalo, in eredità, ben sapendo che lo avremmo gradito e custodito. I regali non si buttano mai !
Non entro sulla vicenda che ha toccato il Comune di Pescara in merito alla balneabilità delle acque; ne hanno parlato e scritto già in troppi. A me interessa che il mare sia pulito. A me interessa che il territorio sia rispettato. Non cerco qualcuno su cui gettare addosso la croce per poi sentirmi a posto con la mia coscienza.
L’esaltazione del problema, e non piuttosto della soluzione al problema, mi sconcerta ancor di più. E questo accade non solo in campo ambientale. C’è chi dinanzi ai problemi non propone assolutamente nulla, perché è molto più comodo accendere infinite discussioni, crogiolarsi nelle polemiche, piuttosto che venire a capo dei problemi, studiarli a fondo, informarsi per bene e poi parlare prospettando soluzioni concrete e non inconcludenti chiacchiere da bar oggi tanto in voga.
Talvolta i problemi – e non le soluzioni – diventano occasioni per mettersi in mostra nel palcoscenico della politica con l’aiuto determinante dei mezzi di comunicazione. Al cittadino, come alla buona informazione, spetta il compito di approfondire e di distinguere chi blatera da chi ragiona. E purtroppo sono in sensibile aumento gli irrefrenabili aizza popolo.
Le grandi risposte alle sfide ambientali della nostra città devono nascere da alcune riflessioni profonde. La prima: ci sono errori commessi nel passato ai quali non è affatto facile porre rimedio. La ex discarica di Villa Carmine che è una vera e propria collina artificiale ripiena di immondizia così come le tonnellate di rifiuti sepolti sulle sponde del Saline sono emergenze frutto di anni di incuria, abbandono che oggi paghiamo e che pagheremo ancora a lungo e che per la bonifica necessitano di ingenti risorse che in questo momento mancano. Secondo aspetto. Se siamo tutti convinti che mare e fiumi puliti sono una priorità, allora le risorse, sia pure scarse, vanno orientate in questa direzione sapendo che dovremo rinunciare ad altro perché la coperta è corta e quindi se copri i piedi si scopre la testa. Ma una scelta chiara va fatta e subito. Una opinione pubblica coesa e convinta sul fatto che questa sia una assoluta priorità può essere determinante per favorire le giuste scelte. Inneschiamo un processo virtuoso. I percorsi virtuosi cominciano dal basso. Quando si ha a cuore un problema si cerca una soluzione superando ogni barriera. E contrariamente a quanto si pensa, la politica non la fanno solo gli eletti. Ci sono gesti quotidiani che ciascuno di noi compie che hanno un grande contenuto politico, e ve lo dimostro. Ridurre la produzione di rifiuti a casa propria installando una compostiera nel giardino per smaltire l’organico auto prodotto, acquistare prodotti sfusi che non richiedono imballaggio, scambiare con gli amici beni usati (penso ai vestiti dei bambini in primo luogo), sono tutte pratiche che migliorano l’ambiente in termini di ecologia ma anche in termini di qualità dei rapporti umani. Vivere un’esperienza associativa a difesa di interessi collettivi piuttosto che individualistici è un’azione molto politica. Comprare prodotti del territorio per aiutare l’economia locale piuttosto che acquistare prodotti d’importazione è una precisa scelta politica con ricadute economiche importanti. Chiedere ad un politico di sposare un problema collettivo piuttosto che andare a chiedere un favore personale è davvero un bel segnale, I comportamenti personali – nel bene come purtroppo anche nel male – sono dirompenti più di una tornata elettorale, anche se qualcuno vuol far crederci il contrario.
Ritrovarsi su queste idee, parlarne, è l’inizio di una rivoluzione vera. E allora anche l’ambiente non sarà più soltanto un’emergenza, ma piuttosto una sfida per recuperare qualità della vita e per godere di una bellezza tutta al naturale senza più alcun trucco.
di Vittorio Gervasi