Stefano Rapposelli: Via D’Annunzio non è più “il centro”
Abbiamo incontrato Stefano Rapposelli gestore della Pasticceria Adriatica in Via San Francesco che ci ha raccontato gli inizi dell’attività avviata dal padre, l’esperienza della zona a traffico limitato del 2006 e la sua idea di centro città. Stefano si dice favorevole alla zona a traffico limitato, ma a valle di una serie di interventi che devono rendere attraente la zona.
Quando è nata la Pasticceria Adriatica?
Mio padre 43 anni fa ha avviato questa attività con molti sacrifici e, non appena siamo cresciuti, noi figli lo abbiamo aiutato nel gestirla. Oggi siamo rimasti in totale 12 persone: mio padre, io, 4 famigliari e 8 dipendenti. All’epoca si lavorava per gli alberghi, i ristoranti e i bar da Giulianova fino a Vasto, ma non per la vendita al minuto: quaranta anni fa non era usanza comune acquistare dolci in pasticceria.
Questa è la locazione iniziale dell’attività?
No, mio padre la avviò nella palazzina qui a fianco su via D’Annunzio di fronte alla Chiesa e dal 1990 siamo in questi locali. Qui prima c’era una piccola casa: l’abbiamo acquistata e ricostruita come la vediamo oggi, aggiungendo il bar alla pasticceria. Prima in via d’Annunzio avevamo solo la pasticceria.
Ha visto passare tutta la città nei locali della pasticceria: cosa è cambiato?
Prima il centro di Montesilvano era principalmente identificato in questa zona, ora invece la città si è espansa e non possiamo più identificare il centro in questa zona. Noi abbiamo avuto alti e bassi: il periodo peggiore è stato nel 2006 quando fummo oggetto del provvedimento che istituì la Zona a Traffico Limitato, che ebbe come effetto un crollo verticale della clientela. Alle cinque del pomeriggio nel periodo autunnale non c’era più nessuno in circolazione in questa zona! In quel periodo avremmo dovuto licenziare metà dei dipendenti: consideri che negli anni migliori abbiamo avuto un gruppo arrivato fino a 15 unità. Per fortuna, dopo qualche mese l’esperimento fu sospeso.
Dopo l’annullamento della ZTL cosa è accaduto?
Piano piano la zona si è rivitalizzata ma non è mai tornata alla condizione precedente l’istituzione della ZTL.
Se potesse scegliere, cosa farebbe per questa zona?
Innanzitutto favorirei la riqualificazione delle vecchie case per rendere la zona vivibile e gradevole al passeggio. La zona è centrale ma non presenta le caratteristiche di un centro dove applicare una zona a traffico limitato a causa dei numerosi vuoti urbanistici. È impensabile istituire una ZTL se prima non viene resa attraente per chi dovrebbe viverla pedonalmente. Chiudere la strada al traffico è l’atto finale di una serie di interventi che, come a Pescara, rendono piacevole la fruizione. Qui locali commerciali ce ne sono sempre meno e quelli rimasti tendono a chiudere: che senso ha l’istituzione della ZTL in questa condizione? Io sono dell’avviso che il modello sia quello di Pescara e della zona nei pressi del mercato coperto: fino a poco fa una zona marginale, ora dopo l’intervento di riassetto della piazza e la chiusura al traffico luogo di incontro e di frequentazione. Altri locali stanno aprendo in una zona diventata un ulteriore polo di attrazione dopo il polo di via delle Caserme.
E cosa farebbe per il resto della nostra città?
La città è cresciuta a dismisura nelle zone che una volta erano considerate periferia, mentre è rimasta bloccata, quasi cristallizzata, nella zona centrale. Sarebbe stata utile una crescita più armoniosa delle zone periferiche, con un’attenzione maggiore alla qualità degli spazi pubblici e un’equivalente attività di riqualificazione del patrimonio edilizio della zona centrale, che invece è sembrata abbandonata e priva di attrattiva. È un peccato che proprio la zona centrale a ridosso di via d’Annunzio non sia caratterizzata da un patrimonio edilizio di qualità elevata capace di attrarre nuovi nuclei familiari.
Per un ragazzo che voglia intraprendere la professione di pasticcere, che percorso formativo?
L’istituto alberghiero in primis e poi la pratica in una pasticceria; purtroppo qui da noi in zona non ci sono scuole di pasticceria, bisogna spostarsi a Roma o a Bologna, oppure il top a Torino presso l’Arte Bianca.