Luis Cesar Amadori
Luis Cesar Amadori
di Pasquale Criniti
Luis Cesar Amadori nato a Pescara il 28 maggio 1902 e morto Buenos Aires (Argentina) il 5 giugno 1977 è stato un brillante regista cinematografico e l’autore di numerosi testi di tango di grande successo.
Nel 1907 il padre Aldo e la madre Silvina Ricciotti, come migliaia di altri disoccupati, lasciarono l’Italia per cercare oltre oceano la possibilità di lavorare e portarono con sé il figlio di cinque anni in questa avventura.
Dopo un lungo, noioso ed interminabile viaggio in nave sbarcarono a Buenos Aires e si prepararono ad affrontare il loro difficile destino di emigranti, provando insieme tanta nostalgia ed un certo risentimento verso la terra che si erano lasciati alle spalle, perché sentivano che in qualche modo li aveva espulsi.
Mentre cercavano di adattarsi alla loro nuova condizione purtroppo l’improvvisa morte di Amadori padre lasciò la vedova senza sostegno psicologico ed economico.
Ma la sfortuna rafforzò lo spirito di lotta di Silvina che con determinazione permise al ragazzo abruzzese di frequentare la scuola elementare a Villa Ballester e poi la Scuola De La Salle di Buenos Aires.
Luis conseguito il diploma di maturità intraprese gli studi di medicina, abbandonati per dedicarsi a tempo pieno alle sue passioni: il giornalismo e lo spettacolo.
Divenne così autore, sceneggiatore, produttore e regista cinematografico raggiungendo grande popolarità per la qualità dei suoi film.
È stato scelto da Walt Disney per dirigere il doppiaggio in spagnolo di 4 dei suoi film: Fantasía, Pinocchio, Dumbo e Bambi.
Il direttore della fotografia per il suo film “Honeysuckle” è stato l’ungherese John Alton, che in seguito ha continuato il suo lavoro ad Hollywood.
Nella sua carriera ha realizzato oltre 70 produzioni in gran parte in Argentina ed anche in Messico ed in Spagna.
Come sceneggiatore cinematografico ha usato lo pseudonimo di Gabriel Peña, come autore di riviste musicali di Leo Carter ma i suoi amici intimi lo chiamavano Gino.
Il suo film “L’ultimo dei Montecristo” ha ottenuto la nomination all’Oscar nel 1949, risultando la prima opera cinematografica argentina nominata ad un Oscar.
Il suo film “La dama de las camelias” vinse il prestigioso premio “Golden globe” negli Stati Uniti.
Il tango fu un’altra passione di Amadori che, come in ogni iniziativa avviata nella sua vita, svolse con successo.
Scrisse oltre trenta testi per altrettanti brani di tango, tra i quali “Madreselvas”, “Confesion” e “Rencor”.
Ha collaborato con i musicisti di origine italiana Francisco Canaro, Julio De Caro, Enrique Delfino, Enrique Discepolo e Rodolfo Sciammarella.
Amadori aderì apertamente al peronismo per cui, alla caduta di Juan Peron, fu incarcerato insieme alla sua compagna, l’attrice Zully Moreno, e poi costretto all’esilio in Spagna.
Grazie al suo talento, nella penisola iberica Amadori diventò uno dei registi più apprezzati.
Durante il suo esilio girò vari film, tra i quali quello di maggior successo al botteghino: “La Violetera”, con Sara Montiel, protagonista con Maurice Ronet anche del successivo film: “Mi ultimo tango”.
C’è chi assicura che durante il suo esilio in Spagna, il regista sia venuto a Pescara nel più assoluto anonimato.
Rientrato in Argentina, sposò la Moreno, della quale era profondamente innamorato (fino al giorno della sua morte nella sua casa di Buenos Aires, all’età di 75 anni, le continuò a mandare rose rosse ogni venerdì).
Zully Moreno(1920-1999) gli diede un unico figlio, Luis Alberto.
Tra i suoi film da ricordare:- Il povero Perez (1937) – Il romanzo di un maestro (1938) – Madreselva (1938) -L’ultimo dei Montecristo (1948) – La violetera (1958) – L’ultimo tango (1960) – Un trono per Cristina (1960) – Il mio amore è scritto sul vento (1961) – Le bellissime gambe di mia moglie (1963) – Cristina Guzmán (1968).
Tra le canzoni i cui testi sono stati scritti da lui ricordiamo: Alma de Bandoneón – Madreselva – Cobardía – Confesión – De Contramano – Desencanto – Envidia – Olvido – Rencor – Serenata – Tormento.
La conoscenza della storia di questa prestigiosa personalità dovrebbe spingere le autorità abruzzesi, ed in particolare quelle del Comune di Pescara, a riscattarla dall’anonimato e a renderle un meritato omaggio.
Luis Cesar Amadori dovrebbe essere inserito, per i suoi meriti artistici, nell’elenco degli Abruzzesi illustri.