EX TENEBRIS VITA: IL RECUPERO DEL MONTE MORRONE

EX TENEBRIS VITA: IL RECUPERO DEL MONTE MORRONE

di Davide Canonico

Abruzzo forte e gentile” vuole il proverbio. E di forza ce n’è voluta davvero molta per far fronte ai tristi eventi che hanno colpito la nostra regione negli ultimi anni. Tra tutti, quello di cui vorrei parlare oggi è l’incendio che nell’estate 2017 ha colpito il monte Morrone nel territorio di Pratola Peligna, in provincia dell’Aquila, nel cuore del Parco Nazionale della Majella, dove la ferocia delle fiamme propagatesi per giorni interi ha devastato la flora e la fauna locali, vanto di una biodiversità unica e complessa. Tuttavia, quella di oggi non è una storia di distruzione ma di rinascita, una storia di dedizione e coraggio che nel corso degli anni spero possa avere un lieto fine.

Protagonista è la ONLUS di Montesilvano “Salviamo l’Orso” che grazie al suo progetto “Api in azione per l’orso marsicano” si è aggiudicata un bando promosso dalle associazioni di una comunità di italiani in Belgio attraverso le associazioni Abrussels, Associazione Abruzzese del Limburgo, e Association Abruzzese du Centre & Borinage. Il progetto vincitore mira a ripristinare la biocenosi vegetale di una parte dei versanti del monte Morrone così da ricostruire nel medio-lungo periodo l’habitat dell’orso bruno marsicano, una sottospecie in pericolo critico di estinzione. Oggi infatti si contano solo 50 esemplari all’interno dell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’iniziativa prevede l’installazione di alcune arnie, sotto la cura di un apicoltore locale, per favorire la ricostruzione spontanea della vegetazione attraverso l’ausilio di insetti impollinatori, come le api italiane, la cui funzione, come si legge nella nota del progetto, è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi e il benessere delle specie che li abitano. Per dar manforte alle api, si procederà anche alla dispersione di semi melliferi coinvolgendo la popolazione locale, soprattutto i giovani, anche attraverso il monitoraggio della ricostruzione vegetale nel tempo e delle specie coinvolte. Il progetto inoltre prevede attività didattiche con gli studenti di Pratola Peligna, campagne di sensibilizzazione sul rischio incendi, oltre alla realizzazione di un video per raccontare il progetto e valorizzare le risorse del territorio.

Certo, non sarà facile riportare alle origini l’area sottratta alle fiamme, anzi saranno necessari molto tempo e cure, eppure l’idea alla base di questo progetto, oltre a poter essere uno spunto per la soluzione a problematiche future, ha in sé qualcosa di affascinante: la natura che aiuta se stessa nella ricerca dell’equilibrio della vita, il tempo nella sua eternità, come a noi umani non è concesso di percepirlo, in grado di rimarginare le ferite più profonde, la forza indomita della natura selvaggia quando non è soggetta al giogo degli uomini, in una parola il Wild, come lo definiva Jack London. La memoria corre al celebre parco americano di Yellowstone, anch’esso rinato dalle proprie ceneri come l’araba fenice: devastato dalle fiamme nel 1988, sulle profonde ed evidenti cicatrici di un incendio che perdurò la sua furia per mesi, oggi si assiste al miracolo della vita. Dalla sofferenza della più nera distruzione nasce la prepotente lotta della vita per affermare il proprio dominio. Ex tenebris vita.

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