Esiste un’idea di Città?
Innanzitutto ci scusiamo per la lunga assenza di cui sono primariamente responsabile e la cui ragione è ben lontana dalle cattiverie delle malelingue che ci immaginavano silenti in quanto allineati all’attuale maggioranza consiliare.
Soffermiamoci sugli ultimi accadimenti cercando di valutare allo stesso tempo la consiliatura uscente. Nell’ultimo Consiglio comunale dell’anno la proposta di Statuto della Nuova Pescara, licenziato dal Consiglio comunale congiunto con il voto contrario dei Consiglieri comunali di Pescara, è stata approvata all’unanimità a Montesilvano e a maggioranza a Spoltore (12 favorevoli e 4 astenuti). Il Consiglio comunale di Pescara ha invece deciso di non procedere all’approvazione della bozza di Statuto non ritenendola accettabile per via della moltiplicazione delle poltrone (quattro municipi corredati da quattro presidenti, 16 assessori e 60 consiglieri, totale 80 più gli amministratori della nuova città, presumibilmente 42, contro gli attuali 3 sindaci, 19 assessori e 70 consiglieri) oltre ai 32 consiglieri comunali e ai 9 assessori della Nuova Pescara e al sindaco, e per la denominazione Nuova Pescara preferendo semplicemente Pescara. Con la proposta di nuovo Statuto, sponsorizzata da Montesilvano e Spoltore e da loro approvata a tempo di record, si passa dagli attuali 92 amministratori a 122. Un capolavoro se confrontato alla volontà popolare chiaramente espressa nel quesito referendario che invece aveva chiara l’ambizione di ridurre il numero complessivo degli amministratori! Pescara ha semplicemente deciso di non approvare la bozza di Statuto lasciando al prossimo Consiglio comunale che si insedierà in tarda primavera – inizio estate la scelta. Tale scelta è successiva alla seduta del 10.11.23 dell’organo politico del progetto di fusione, costituito dai Sindaci, dai Presidenti e Vicepresidenti dei Consigli comunali e dai Segretari Generali dei Comuni e dal responsabile dell’Ufficio di fusione, Dr. Molisani, dove è stata verbalizzata la non necessità di approvare la proposta di Statuto entro il 31 dicembre 2023, perché con lo spostamento della fusione dal 1° gennaio 2023 al 1° gennaio 2027, come da Legge Regionale 13/2023, si è resa possibile tale approvazione fino al 31 dicembre 2026.
È alquanto singolare che i Consigli comunali di Montesilvano e Spoltore, che hanno sempre tentato di non riconoscere l’esito del referendum, ora si appellino letteralmente al testo del quesito referendario per avvalorare il fatto che gli elettori hanno scelto Nuova Pescara e non Pescara come denominazione della città emergente dalla fusione. Se da nove anni gli amministratori di Montesilvano e Spoltore hanno tentato in tutti i modi di rinnegare l’esito referendario come mai oggi si appellano al testo del quesito referendario e come mai si sono affrettati ad approvare la bozza di Statuto da loro imposta al Consiglio comunale congiunto?
La risposta è purtroppo semplice, perché non hanno alcuna idea sulla evoluzione possibile della architettura degli organi di rappresentanza e di governo della futura città unica e delle opportunità di miglioramento dei processi e dei servizi a favore degli utenti, noi cittadini, ma vogliono conservare, e se possibile aumentare, come da Statuto da loro proposto e approvato anche se non accettato da Pescara, i rappresentanti negli organismi di rappresentanza. È questa la concretizzazione della volontà popolare espressa in risposta al quesito referendario? Gli amministratori, rappresentanti dei cittadini nelle Istituzioni, non dovrebbero mettere in pratica la volontà popolare?
La denominazione Nuova Pescara o Pescara è solo uno strumento per opporsi politicamente a chi ha smascherato l’ambizione di moltiplicare le poltrone e non è disponibile ad avallarla, e speriamo ciò si confermi anche con il nuovo Consiglio comunale di Pescara.
Ricorderei agli amministratori di Montesilvano e Spoltore che la forza delle loro realtà è tale perché confinano con Pescara e la maggior parte dei loro abitanti le hanno scelte perché più economiche. Se Montesilvano e Spoltore non confinassero con Pescara ma fossero distanti avrebbero le stesse opportunità essendo scelte da chi non trova abitazione a costi accettabili a Pescara? Montesilvano e Spoltore sono quello che sono perché vivono in simbiosi con Pescara e la fusione è un passaggio scelto dai cittadini delle tre città per recepire anche a livello amministrativo ciò che la vita di tutti i giorni è realtà, per tentare di efficientare le strutture amministrative e per semplificare la vita degli operatori economici che hanno a che fare con tre modalità differenti di gestione dei servizi. Si raggiungono tali obiettivi con l’istituzione dei municipi? La necessità dei municipi è quella di rappresentare le istanze di Montesilvano e Spoltore nel nuovo Consiglio comunale anche se esso sarà costituito da consiglieri eletti con i voti dei montesilvanesi che rappresentano più di un quarto della popolazione del nuovo comune. Il timore è quello di non essere in grado di esprimere consiglieri nella nuova assise nonostante la evidente dote quantitativa di popolazione? Più di un quarto degli abitati vuol dire ambire ad eleggerne nove su trentadue. Probabilmente consapevoli della bassa qualità degli amministratori attuali, il timore è quello di non essere in grado di competere con aspiranti amministratori pescaresi di qualità maggiore che possono raccogliere consenso nelle corti elettorali montesilvanesi? Se questo è il sospetto perché non hanno lavorato in commissione per tentare di riservare un numero definito di consiglieri per Montesilvano e Spoltore nella proposta di Statuto? Lo stracciarsi le vesti sulla denominazione della città emergente dalla fusione ha davvero senso?
Mi sembra di percepire, valutando le scelte e soppesando le dichiarazioni degli amministratori, che una idea di città non l’abbiano mai avuta, e se l’hanno avuta non hanno di certo lavorato per renderla effettiva. Mi sarei aspettato una serie di interventi che aiutassero a ridefinire un centro che non è mai esistito a Montesilvano anche attraverso la protezione degli esercizi commerciali creando delle zone dove favorire centri commerciali naturali composti da più attività anche ricorrendo a zone pedonalizzate sul modello di Via Firenze e Corso Umberto a Pescara.
Montesilvano è nei fatti periferia di Pescara perché non è mai riuscita ad esprimere una sua centralità e le amministrazioni che si sono succedute non sono mai riuscite nell’intento di invertire la rotta. Allora perché non lavorare per costruire il modello più efficiente possibile della nuova città ponendosi l’ambizioso obiettivo di scalare il nuovo Consiglio comunale e non limitarsi alla battaglia di retrobottega sui municipi e sugli assessori dei municipi?
Questi signori, dunque, si ha la netta impressione vogliano solo a parole occuparsi di Montesilvano, essendo più protesi a quanto pare a tenersi stretta la poltrona.
Questa è più di una semplice impressione, si pensi a due esempi significativi che la confermano in pieno:
1. Le recenti elezioni di secondo livello che hanno rinnovato il Consiglio provinciale della Provincia di Pescara, ebbene nessun amministratore di Montesilvano, né di maggioranza né di opposizione, si è candidato! Come mai? Montesilvano aveva a fine 2022 53.275 abitanti a fronte di 311.413 abitati della Provincia. Montesilvano è la seconda città più importante della Provincia e ne rappresenta più del 17% della popolazione e i suoi attuali amministratori, ripeto sia di maggioranza che di opposizione, hanno ritenuto non necessario rappresentare gli interessi della città nel Consiglio provinciale. Come dobbiamo leggere questo disinteresse per la Provincia? Probabilmente si ritiene che la Provincia non tratti questioni di immediata ricaduta sulla comunità o forse si delega al Sindaco, anche Presidente Provinciale pro tempore, gli interessi di Montesilvano? Io sinceramente sono allibito di tale scelta che unita a tutte le altre mi fa intendere che ai nostri amministratori interessi solo gestire l’orticello vicino casa ed è forse per questo che sono così intimoriti rispetto alla fusione chiaramente richiesta da noi cittadini;
2. Nell’ultimo Consiglio comunale è stata approvata la proposta di delibera n. 3567 del 15.11.2023 ad oggetto: <<ADOZIONE VARIANTE PARZIALE AL PRG, AI SENSI DELL’ART. 10 DELLA LUR 18/’83 E SS.MM.II., RICHIESTA DALLA SOC. SICA SRL.>>. Tale variante da zona artigianale e industriale a commerciale permetterà la costruzione di un ulteriore discount LIDL di media dimensione tra via Ruffilli e Corso Umberto. Continuare ad accettare di costruire volumi adibendoli ad esercizi commerciali di media dimensione anche in prossimità dell’ideale centro cittadino corrisponde all’idea di città che questa amministrazione vuole perseguire cercando in tutti modi di evitare la fusione con Pescara e Spoltore? Sono sinceramente sgomento perché la continua costruzione di tali capannoni da adibire ad esercizi commerciali non allontana in alcun modo la ulteriore periferizzazione di Montesilvano ed anzi, a mio modesto avviso, la spinge esattamente in quella direzione. Normalmente i centri commerciali di media dimensione sono costruiti in periferia ed in punti facilmente accessibili con le automobili e non favoriscono di certo il commercio di vicinato a cui si accede a piedi o in bici. Come si sia potuto accettare fino ad oggi che via Ruffilli, in pieno centro, nella sua parte terminale a ridosso con Corso Umberto non abbia marciapiedi è un mistero. Più volte l’ho attraversata in macchina rischiando di investire pedoni costretti a camminare sulla carreggiata. Su questa via andiamo a posizionare un altro attrattore di traffico oltre al confinante Conad e alla palestra, già buoni attrattori di traffico? Il modello a cui si tende è quello statunitense dove i centri commerciali si raggiungono esclusivamente in auto? In questi anni si sono viste le costruzioni di molti capannoni adibiti ad uso commerciale, Lidl a confine con Pescara nord e i vicini Carrefour – Redhouse – Calavera, MD – Tigotà – Kik in zona Bingo su via Vestina e ulteriore raddoppio nelle vicinanze, Maury’s a ridosso del ponte ferroviario su Corso Umberto, … e tutti questi interventi non hanno apportato miglioramenti ai quartieri impattati. Comprendendo un raggio di un chilometro intorno alla zona di intervento sono presenti due Conad, un Coop, un Eurospin, un In’s, due Todis mi pare tutti di medie dimensioni e un Oasi di grandi dimensioni. Considerando che a due chilometri è presente il grande polo commerciale di Città Sant’Angelo e a meno di due chilometri verso sud è presente un ulteriore punto vendita del discount che si verrà a posizionare in via Ruffilli, siamo certi questa concessione a variare la destinazione d’uso del PRG per costruire un ulteriore discount sia la scelta migliore per Montesilvano?
Purtroppo la sensazione è che si ceda agli interessi di chi vuole valorizzare i terreni che sono stati conservati non rispettando le ordinanze che richiedono pulizia e decoro, e sarebbe interessante comprendere come ciò sia stato possibile, e di chi, realizzando tali strutture possa trovare il modo di utilizzare risorse facendole rientrare nel normale circolo economico. È normale una concentrazione così elevata di esercizi commerciali di medie e grandi dimensioni in una città che fatica a identificare un centro? Esiste un piano commerciale comunale che tiene conto delle esigenze della grande e media distribuzione e della piccola distribuzione di vicinato?
La mia personale sensazione, e spero sinceramente di sbagliarmi, è che non si abbia alcuna idea e che si tiri a campare o semplicemente a tirare il calcio alla lattina spostandola sempre più in avanti con l‘unico obiettivo di continuare a svolgere il ruolo di amministratori.
Abbiamo davvero bisogno di ciò? Ecco perché sono fiducioso che l’unica piccola possibilità di migliorare questa periferia della periferia sia smettere di essere amministrati da questi amministratori, rinnovare la classe dirigente e la fusione in Pescara potrebbe essere il giusto viatico per tale scopo. Amen!!