Definizione del rischio in geologia (parte prima)
di Pierluigi Vasile, dottore in geologia
In tempi recenti in Italia, così come in Abruzzo, si sono manifestati rilevanti eventi naturali sia sismici sia idrogeologici che rimarranno a lungo impressi nella nostra memoria perché hanno coinvolto tutti sotto il profilo emotivo, ma soprattutto perché hanno significato per molti, purtroppo, anche la perdita di persone care e quindi di affetti insostituibili e profondi.
Gli eventi ai quali ci stiamo riferendo sono i terremoti per quanto riguarda i fenomeni sismici e frane, alluvioni, valanghe e crisi idriche per quanto riguarda i fenomeni idrogeologici: parole che incutono profondo timore essendo legate, come appena detto, innanzitutto alla perdita inestimabile di vite umane e in secondo ordine a ingenti perdite economiche individuali e collettive.
La ricorrenza di tali fenomeni ha portato alla diffusione di una parola che ormai è assai frequente nell’uso comune: rischio.
Quante volte, infatti, abbiamo sentito parlare di rischio sismico oppure di rischio idrogeologico in televisione o alla radio o abbiamo letto tali parole nelle cronache dei giornali? Diciamocela tutta, abbiamo finalmente imparato a pronunciare “idrogeologico” senza che questa parola si aggrovigliasse in bocca come il migliore degli scioglilingua!! Questi termini, ampiamente diffusi, sono orami entrati nella nostra accezione comune e fanno parte dei nostri discorsi con gli amici, ma sappiamo davvero cosa significa esattamente rischio? Siamo in grado di dargli un significato più appropriato al di là della sua definizione linguistica e della sua, anche se incerta, etimologia?
Proviamoci.
Una prima distinzione fondamentale da fare è la seguente: rischio e pericolo non sono la stessa cosa, anche se nel linguaggio comune e nella nostra testa molto spesso si tende a confondere l’uno con l’altro e a scambiarne quindi il significato.
Il pericolo è rappresentato dall’evento calamitoso che può colpire una certa area (la causa), il rischio è rappresentato dal danno (l’effetto) che ci si può attendere in quell’area in conseguenza del pericolo.
Ma non basta, perché questa è una distinzione di massima e introduttiva allo scopo di distinguere tra causa ed effetto, mentre la definizione specifica di rischio è più articolata e nelle scienze naturali, in specifico modo in geologia, sottintende una “interrelazione” fra ulteriori concetti, a loro volta meritevoli di una certa attenzione e concentrazione per una corretta comprensione: questi sono la vulnerabilità e il valore.
Ecco pertanto che il rischio viene definito come l’intersezione o combinazione, a volte più impropriamente come il prodotto, tra la pericolosità, la vulnerabilità e il valore.
Rischio (R) = Pericolosità (P) * Vunerabilità (V) * Valore (W).
In realtà il concetto di rischio è ben più ampio e articolato di quanto espresso dalla precedente relazione, e tiene conto anche d altri fattori che in questa sede, per semplicità, è opportuno tralasciare.
Andiamo per ordine e vediamo cosa significa il primo di essi, cioè la pericolosità.
P = pericolosità: indica la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area.
È un concetto che indica in sostanza la probabilità percentuale che in una determinata area presa inconsiderazione possa manifestarsi un evento naturale di una certa intensità in un determinato lasso di tempo; si basa quindi sulla ricorrenza probabilistica dell’accadimento di un fenomeno naturale di una certa intensità in un arco temporale di interesse. Una zona vicino al mare può esprimere, ad esempio, una pericolosità per una inondazione di una certa gravità, così come una zona fluviale una pericolosità per alluvione o una zona montana una pericolosità per terremoto o valanga: cioè il dissesto che può occorrere in un’area, e che esprime la pericolosità per l’area, è definita basilarmente sulle analisi delle componenti fisiche (geologia, morfologia, pedologia, idrogeologia, idrologia, climatologia, ecc..) relative a quell’area. Un’area, quindi, può essere pericolosa sotto un certo aspetto ma non per un altro. Se facciamo un esempio pratico riferendoci ai nostri paraggi, possiamo affermare, semplificando per opportuna comprensione, che la città di Pescara ha una pericolosità sismica bassa mentre ha una pericolosità per alluvione medio-alta, cosa che risulta comprensibile se si tiene conto che la città non rientra in una zona cosiddetta sismogenetica, cioè un’area che può originare terremoti , mentre è posta in un’area in cui, perlomeno in alcune sue zone, potenzialmente possono manifestarsi alluvioni legate al fiume Pescara e alla presenza di numerosi fossi idrici minori che afferiscono in mare direttamente dalle colline retrostanti, fossi perlopiù obliterati e imbrigliati a causa dell’urbanizzazione e che per questo risultano oggi ancora più pericolosi.
(..continua..)
PARTE TERZA https://ilsorpassomts.com/2020/06/29/definizione-del-rischio-in-geologia-parte-terza/