Mancata revisione PRG, ecco i risultati!
Mergiotti: “Decreto sviluppo la opportunità sfruttata per tali volumi”
“Mi aspetto i compratori siano in grado di valutare”
di Mauro De Flaviis
Abbiamo ascoltato il dirigente all’Urbanistica Valeriano Mergiotti per comprendere come sia possibile continuino a comparire palazzi da 6 piani in rioni costituiti da abitazioni di 2 o 3 piani. In Via Dora Baltea l’ultimo “fungo malefico” è spuntato a soli 10 metri di distanza da una abitazione a 3 piani, in direzione a nord est, negando in futuro l’irraggiamento solare alla abitazione preesistente. Apprendiamo dal dirigente che ciò è stato possibile, in virtù del recepimento del Decreto Sviluppo di matrice governativa, solo per la cronaca non recepito a Pescara e confermato dal Consiglio Comunale vigente, anche se ridotto nelle premialità, per il 2016 e 2017. Il risultato è che su strade senza marciapiedi, dove non transitano due autoveicoli se presenti auto in sosta, si costruisce una palazzina da 18 appartamenti senza la cessione effettiva di standard pubblici, ma attraverso la monetizzazione. Purtroppo, è evidente la volontà politica dell’intero Consiglio Comunale di proseguire nella direzione dell’aumento del carico urbanistico dell’area compresa tra Corso Umberto e il mare, senza pretendere standard minimi che garantiscano una qualità della vita accettabile. La non scelta di revisionare il Piano Regolatore Generale, che ha accomunato attuale Giunta e l’intero Consiglio Comunale dall’insediamento, è un chiaro segnale di accettazione dello status quo.
Nessuna voce si è chiaramente udita chiedere la revisione del PRG.
- Come è possibile sia stata concessa autorizzazione a costruire a dicembre 2016 per una palazzina da 6 piani in Via Dora Baltea con gli edifici confinanti a 10 metri di soli 2 o 3 piani?
- Nel lotto in questione era presente un insediamento produttivo dismesso realizzato negli anni sessanta, oltre ad una serie di altre superfici condonate nel corso degli anni, determinando complessivamente, nonostante la struttura fosse solo a due livelli, una superficie autorizzata notevole. L’opificio dismesso, era in realtà ubicata in una zona di PRG vocata al residenziale. Il cambio di destinazione d’uso, da produttivo a residenziale nel caso in oggetto, ha ripristinato la previsione di Piano Regolatore, cui l’area è vocata. Per quanto riguarda i volumi autorizzati si è sfruttato il decreto sviluppo, prima recepito dalla regione Abruzzo e poi dal Comune di Montesilvano, come molti altri comuni abruzzesi. Quel capannone artigianale era coperto con eternit e ciò ha consentito delle ulteriori premialità previste dal decreto sviluppo.
- Ho compreso, allora lei afferma che un nuovo edificio di quasi 20 metri di altezza è corretto venga realizzato a 10 metri da un edificio preesistente di 3 piani e quindi più basso di 9 metri?
- La demo-ricostruzione del decreto sviluppo garantisce a Montesilvano una premialità del 30%, valore inferiore a quanto previsto dalla Regione Abruzzo e pari al 40%.
- Ma Pescara ha la stessa norma di Montesilvano, perché non si notano a Pescara tali ricostruzioni?
- Pescara, dopo una lunghissima disquisizione politico-amministrativa, non ha recepito i parametri adottati dalla Regione per il decreto sviluppo e lo applica con i parametri nazionali e quindi al 20% per il residenziale e 10-15% per il settore produttivo.
La Regione Abruzzo ha dato premialità elevatissime e Montesilvano ha recepito per 2014-2015 l’applicabilità di tale strumento. Alla scadenza dei due anni il Consiglio Comunale ha riapprovato lo strumento eliminando le premialità per la rimozione dell’amianto.
- Continuo a non comprendere come sia possibile quel volume autorizzato senza cessione di standard?
- Quel progetto è stato uno dei primi presentati in applicazione del decreto sviluppo, nell’ambito dell’istruttoria abbiamo cercato in tutti i modi di limarlo, ma purtroppo le superfici esistenti e legittimate erano tali da non permetterci di ottenere di più. Su tutte le superfici condonate abbiamo fatto pagare gli standard vecchi e nuovi.
- Dal punto di vista della comunità come è accettabile costruire 15 appartamenti che insistono su una strada senza marciapiedi? Come potranno accedere a quell’edificio 30 autovetture, in media 2 per appartamento, se già oggi le traverse tra Corso Umberto e la strada parco sono in evidente sofferenza di spazi?
- Secondo me questo lo stabilirà il mercato immobiliare, ovvero gli investitori privati. Dobbiamo apprezzare il fatto che in quell’intervento si è scelto di cubare completamente l’edificio e non percorrere scorciatoie, come avvenuto largamente in passato, per costruire più volume possibile. Avrebbero potuto fare tanta cubatura ma non lo hanno fatto, ad esempio realizzando i sottotetti non abitabili.
In fondo è stata comunque realizzata una riqualificazione, al netto del volume importante ottenuto in virtù del decreto sviluppo, trasformando l’attività produttiva dismessa ed inquinante, in residenziale.
- Stiamo valorizzando il nostro territorio in questo modo? In quella traversa due auto non riescono ad incrociarsi, come è evitabile il ripetersi di ricostruzioni importanti su piccoli lotti in ambiti già sofferenti per mancanza di standard?
- Il problema non è quel lotto di cui discutiamo, ma è un problema che viene da lontano.
Mi aspetto i compratori valuteranno tutti gli aspetti. Il progetto è stato lavorato dall’ufficio tecnico per molto tempo, ma in vigenza del decreto sviluppo siamo stati costretti a concedere autorizzazione.
Lo ripeto di nuovo, noi non decidiamo la pianificazione, ma applichiamo quanto previsto dallo strumento di pianificazione e l’amministrazione può modificarlo quando vuole.