CORRADO ROMA : UN RICORDO SEMPRE VIVO

Corrado Roma – Lettera al direttore

ricevuta via mail da Gaetano Fuardo

Gentile redazione mi chiamo Gaetano Fuardo e vivo a Montesilvano. Ho apprezzato molto l’articolo su Corrado Roma da Voi pubblicato sul giornale che stimo e apprezzo. Conoscevo Corrado e il suo prestigioso curriculum sportivo. Ho avuto la fortuna e l’onore di collaborare con lui nell’anno 2001-2 nella Fas Pescara che divenne Città di Montesilvano raggiungendo il tetto d’Europa (oggi purtroppo, ed è triste dirlo, la società non esiste più). Io sono sempre nel mondo del futsal come allenatore nel calcio a 5 e di Corrado ho ancora un ricordo vivo e quando vado al Cimitero (ho sepolto i miei genitori) una capatina la faccio dal grande amico e mister. Nel novembre del 2013 (nel 9° avversario) ho scritto per un giornale Web SPORTAG un articolo su Corrado Roma. Se lo riteneste opportuno e producente potrei con piacere girarvelo.

In attesa di un vostro riscontro

Cordialmente

Risposta del direttore: Caro sig. Fuardo, riceviamo con piacere la sua missiva e la ringraziamo degli apprezzamenti, tutti meritati dalla straordinaria Erminia Mantini, che ogni mese riesce a tratteggiare ritratti di straordinaria umanità e verisimiglianza al personaggio ricordato. La ringrazio dell’offerta del suo articolo su Corrado Roma che volentieri ripubblicheremo a futura memoria del compianto Corrado.

CORRADO ROMA : UN RICORDO SEMPRE VIVO

di Gaetano Fuardo

28 novembre 2004: una data che ogni anno ritorna col suo carico di mestizia evocando il ricordo di un uomo, di un tecnico che ha lasciato una traccia indelebile nel movimento del calcio a 5. Prendo a prestito una eloquente esternazione di Massimiliano Bellarte, allenatore di Acqua&Sapone, che recita “Giocare e vincere è fantastico, ma amare questo sport è la cosa più bella che ci sia”. Corrado era questo: aveva un immenso amore per il futsal senza riserve, vi si dedicava con passione unita a una innata intelligenza viva e un carisma non comune. Ammiravo Corrado e mi viene in mente un gran gol che fece quando giocava con la maglia del Chieti in serie C.

Giocatore talentuoso fin da giovane. Mi parlò, a cuore aperto, di quale occasione perse non approdando alla Juventus. Poi lo apprezzai quale icona del Pescara calcio a 5 (sotto le varie sigle Cosmetal, Ceteas, Fas, Icobit) prima giocatore-capitano assieme ai vari Patriarca, Marchionne, i fratelli Marini, Pucci e Cesaroni, poi allenatore ed è qui che conosco personalmente Corrado Roma, la sua forte personalità, la sua immensa umanità e la sua preparazione tecnica/documentale. Era la stagione 2001-2 iniziava per la Fas Pescara un campionato di serie A particolarmente impegnativo dove si sarebbe passati da 16 a 14 squadre. La rosa a disposizione comprendeva Scordella, Spitilli, Palusci, Tomasetto, Vicentini, D’Alò, Zacchini, Da Silva, Rosa Rodrigo, Cesetti, Rossi, Leone, Tuccella; preparatore atletico era Andrea Valente. C’era anche …un ventenne di belle speranze, Dudu Morgado. L’attuale capitano del Pescara si allenava, ma non si poté impiegare per difficoltà di tesseramento. La squadra giocava un buon futsal ma forse raccoglieva meno di quanto l’impegno di Corrado Roma meritasse.

A Natale il panettone artigianale che lui produceva mettendoci tanto amore come profondeva nel calcio a 5. “Buon Natale a te e alla tua famiglia” mi disse in un abbraccio fraterno. Si diceva che avesse un carattere particolare, spigoloso per chi si fosse avvicinato, ma era forse una leggenda metropolitana; di certo quando discorreva, con la sua erre moscia alla francese, non diceva cose banali, attirava attenzione e incuteva rispetto. A fine campionato ci fu l’amara retrocessione dopo un drammatico spareggio con il CusChieti e per Corrado finì la sua carriera in Abruzzo. A Roma gli diedero fiducia e con la Roma sfiorò lo scudetto per poi essere chiamato dalla Luparense di Zarattini nella stagione 2004-5 a torneo iniziato. Al debutto tra i veneti vinse nella sua città espugnando il “suo” palazzetto. Corrado stava modellando la squadra della Luparense raccogliendo ampi consensi, ma il destino beffardo era in agguato. Di ritorno da un’amichevole – il campionato era fermo per i mondiali a Taipei – lo schianto sull’autostrada prima di San Benedetto quando era già quasi giunto a casa. La notizia mi giunse in ospedale impedendomi di andare ai funerali. Adesso riposa nel cimitero di Montesilvano accanto al padre e quando vado a trovare i miei genitori non posso dimenticare l’amico con un saluto e una preghiera. Riposa in pace, Corrado!

Articolo precedente a cura di Erminia Mantini 

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