chi eravamo: RODOLFO DI BATTISTA

Negli anni Settanta, il più antico insediamento di Montesilvano, Villa Carmine, che secoli prima aveva conosciuto una vita commercialmente attiva per le saline, viveva semplicemente di agricoltura. Lungo il chilometro lanciato, poche erano le case, che si raccoglievano per lo più attorno alla chiesetta della Madonna del Carmelo. Dalla strada al fiume, era un susseguirsi di appezzamenti di terreno e di piccoli boschi. C’era solo l’andirivieni dei mezzi che trasportavano i detriti della draga. Proprio in quei pressi, un coraggioso italo-canadese, avviò un’attività industriale di tutto rispetto. “Ci lavoravano più di cinquanta persone, soprattutto donne; era un uomo perbene, onesto e preciso che si è fatto apprezzare e benvolere dai suoi dipendenti. Veniva a mangiare da me quasi tutti i giorni, per una ventina d’anni. Adesso questi uomini non si trovano più, si è perso lo stampo!”, così lo ricorda Remo, lo storico ristoratore della Vestina.

Rodolfo Di Battista, figlio di italiani emigrati, era nato a Montreal il 15 novembre del 1926. All’età di 12 anni perse il padre e interruppe gli studi, pur avendo già dato prova di rara intelligenza e marcato senso del dovere. La situazione familiare non gli permise nemmeno di accettare la meritata borsa di studio e imparò a fare il sarto. Mise su un laboratorio di sartoria con diverse giovinette, tra le quali una figlia di italiani emigrati da Collecorvino, Giuseppina Angelozzi, che poi diverrà sua moglie. Il precoce peso di responsabilità in seno alla famiglia ha presto rivelato spiccate doti di intraprendenza e di forte orientamento all’autonomia. Fin da giovanissimo, mostrava caratteristiche da leader: facilità comunicativa e relazionale, capacità organizzativa e decisionale, doti di creatività e di coordinamento, agevolate da innato dinamismo e determinazione. Insieme al fratello, nel 1962, a Montreal, crea l’attività di lavaggio e rigenerazione di guanti da lavoro e di altri materiali antinfortunistici: “GLOVE RECONDITIONERS”. Lavorò alacremente nella vivace città canadese per una decina d’anni; poi vendette l’azienda e si recò in Francia, dove avviò per conto terzi la medesima attività, dirigendo, seguendo e organizzando il lavoro in modo proficuo. Dopo solo un anno, i dirigenti francesi, apprezzando l’abilità professionale di Rodolfo, gli danno mandato di aprire un’altra sede in Belgio, con risultati sorprendenti. E dopo qualche anno, forte delle precedenti esperienze e consapevole delle sue capacità imprenditoriali, venne in Italia, a Montesilvano, dove orgogliosamente apre “ LA GLOVE ITALIA”, appunto in via Tamigi, offrendo opportunità di lavoro a molti montesilvanesi, tra i quali Falcone Fernando, Pasquale Patacca, Perilli Corrado e sua moglie Giuseppina, Di Lorenzo Giuseppe, Cilli Eva, Grimaldi Antonio, Giampietro Nicola, Petrini Mario, Di Tonno Stefania, Casale Marina, Varani Ermelinda; sue preziose collaboratrici Di Gregorio Maria, Chiappini Manola e, soprattutto, l’impiegata factotum e persona di fiducia Maria Rosaria Giampietro, legata a lui da grande ammirazione e profonda stima, che con commozione ne tratteggia il profilo: ”La sua persona emanava rispetto, nei gesti, nelle parole, nel comportamento. Serio, inquadrato, sempre vigile e attento, non gli sfuggiva nulla. Riusciva ad ottenere il massimo da tutti, senza ricorrere ad asprezze verbali. Amava e pretendeva precisione. Impeccabile, nella sua giacca e cravatta, scelti da vecchio intenditore, e la sua ventiquattrore: un vero gentleman”.

Aveva portato con sé le attrezzature canadesi ed il know-how di processo per la rigenerazione dei guanti industriali: era la prima lavanderia industriale impiantata in Italia! L’innovazione del servizio offerto si sposava con la logica della minimizzazione dei rifiuti prodotti dalle aziende attente alle politiche di eco-sostenibilità, valorizzazione dell’ambiente e delle risorse disponibili: non ‘usa e getta’, ma rigenerazione! La sua scelta intelligente ha incontrato il consenso di molti comparti lavorativi e il primo cliente in assoluto nel ’74, fu lo stabilimento automobilistico di Pomigliano d’Arco! Quasi subito l’azienda supera i confini regionali e centra l’obiettivo del best-client di settore: il settore metalmeccanico! “La UNIGLOVE non è una lavanderia – amava ripetere – ma una grande attività industriale”, riferisce la fedele Maria Rosaria. Dopo una ventina d’anni, nel ’96, trasferisce l’attività nella zona industriale di Loreto Aprutino, Passo Cordone, l’attuale UNIGLOVE, mantenendo tutti i dipendenti montesilvanesi cui succederanno negli anni, con il graduale pensionamento, i lauretani! Una superficie di 10.000 metri quadrati con due grandi reparti: il lavaggio ad acqua e quello a secco, senza utilizzo di sostanze nocive. Dota la struttura di impianto di trattamento e depurazione delle acque, recupero fanghi e conseguente smaltimento, in piena osservanza delle disposizioni vigenti. Consapevole che la tutela e il rispetto dell’ambiente sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita dei Paesi, ha operato sempre scelte aziendali coerenti con il suo credo, coadiuvato dall’unico figlio Rudy, che avendo respirato la sua aria, ha mantenuto e continua a mantenere tutte le caratteristiche comportamentali del padre: nella gestione, nei rapporti con i dipendenti e con i committenti. Nell’ultimo decennio anche la UNIGLOVE ha conosciuto gli spinosi problemi della crisi lavorativa, ma Rudy, con tenacia e spirito di sacrificio è riuscito a resistere e a proseguire. E da figlio amoroso ha stemperato le preoccupazioni per evitare al padre, ormai anziano, il cruccio che il suo ‘gioiello’ potesse subire qualche scalfittura! Rodolfo negli ultimi anni rallentò la sua presenza in azienda, fino ad essere presente soltanto per gli auguri natalizi e pasquali; sostava di più nel suo ampio studio un po’ spartano, dove accanto a qualche foto di famiglia, era posizionata la statuina di Madonna della Neve, dono del suo amico don Francesco Nonni, allora parroco di Montesilvano Colle, cui affidava annualmente la benedizione della struttura. E uscendo lo sguardo andava alle bandiere che aveva voluto orgogliosamente innalzare davanti alla sua azienda: del Canada, dell’Italia, del Quebec, della Comunità Europea, dell’UNIGLOVE!

Il 15 novembre 2016, Rodolfo compì novant’anni: il figlio Rudy e sua moglie Laura, che, con affetto, dedizione e delicatezza hanno saputo disperdere le inevitabili brume del tempo, hanno organizzato presso il ristorante La Bilancia, una gioiosa festa, con la partecipazione di tutti i dipendenti, vecchi e nuovi, perché famigliari e operai erano tutta la sua vita. A ricordo, una targa oggi in bella mostra alla parete dello studio: “…..un grande titolare, ma soprattutto una grande persona, sincera, umile, ironica, dolce, capace di farsi ascoltare e di ascoltare, di rimproverare all’occorrenza, ma capace di ammettere gli errori e di chiedere scusa. Ed è proprio attraverso quello che ci ha lasciato che lo ricorderemo ogni giorno con un sorriso e con una grande ammirazione…..La porteremo sempre nel nostro cuore, caro Signor Rodolfo”.

Dal 13 marzo scorso, le sue amate bandiere, evocatrici della sua storia, della sua appartenenza, del suo orgoglio personale, sono rimaste a mezz’asta.