Mobilità sostenibile?
Mobilità sostenibile?
Ebbene sì, lo confesso, sono un guidatore indisciplinato, difficilmente riesco a rispettare i limiti di velocità urbani fissati a 50 kmh e ancor meno quelli delle zone 30. Percorro con la mia autovettura le strade della mia città, e non solo, per oltre 40.000 km l’anno.
Ebbene sì, lo confesso, sono il guidatore non avvezzo a valutare, ogni volta che sale sulla sua autovettura, l’alternativa sostenibile, per esempio l’autobus, il treno o la bici. Spesso mi capita di viaggiare per lavoro e raramente utilizzo l’autobus o il treno, se questi non sono competitivi rispetto ai tempi dell’autoveicolo.
Ebbene sì, lo confesso, sono un accanito driver di un gioco di gare automobilistiche Real Racing 3 che mi porta a passare ore a studiare traiettorie, per guadagnare decimi, nelle gare di velocità massima. Mi rilassa terribilmente correre in auto, anche se in simulazione e non solo.
Ebbene sì, lo confesso, sono drogato dalla sensazione di libertà e comodità che mi conferisce l’automobile.
In compenso però sono un accanito sostenitore del carpooling, da tempi non sospetti, quando il termine carpooler era sconosciuto ai più, la mia autovettura scorrazzava tra Montesilvano e Val di Sangro sempre a pieno carico, e da sempre ho cercato di evitare di mettere su strada più auto a causa dello scarso grado di riempimento delle stesse. Ho contribuito a organizzare i gruppi, prima della nascita di WhatsApp, per coordinare i carpoolers. Da sempre battaglio solitario per cercare di instradare le merci, che partono e arrivano alla mia azienda, attraverso le ferrovie e non sulle autostrade. Sono un fervido sostenitore del Progetto intermodale dell’Interporto d’Abruzzo, che finalmente da quasi un anno collega Manoppello a Novara con tre treni settimanali e permette di evitare il passaggio di molti TIR sulla A14. Nella mia posizione di decisore delle politiche di trasporto della mia azienda, ho deciso, rischiando, di aumentare i tempi di trasporto e di compensarli con una migliore pianificazione perché potessi instradare le merci su treno. In fondo, anche se può apparire bizzarro, in me coesistono la passione per la guida, la ricerca della minimizzazione dell’impatto ambientale causato dalla mia passione e il desiderio di utilizzare la bici, quando possibile, per godere del paesaggio ed allontanarsi dalle abitudini degli automobilisti.
Ebbene sì, lo confesso, uno tra i sogni che mi hanno spinto a essere un cofondatore di questo mensile è quello di trasformare la mobilità della mia città sul modello di altre città, dove la aliquota degli spostamenti sostenibili è paragonabile a quella automobilistica. Il mio riferimento è Pesaro, in tutto e per tutto simile a Montesilvano, e la città a noi più vicina; poi seguono Ferrara, Bologna, Parma, Milano, Torino, Padova e Reggio Emilia. Sogno una città dove sia possibile spostarsi da casa a scuola in bicicletta, da casa al mare in bicicletta e da casa in centro in bicicletta, ma sempre in sicurezza, esattamente come accade nelle città che ho menzionato prima. Per questo motivo da anni insieme agli amici contribuisco ad organizzare la biciclettata adriatica, che quest’anno si svolgerà il 02 giugno (vedi locandina), e insieme ai miei bambini raggiungo Pineto in bici in un clima straordinariamente festoso. Un consiglio spassionato: partecipate numerosi se potete e portate quanti più bambini possibile, appuntamento alle 10:30 presso Porto Allegro. Ringraziamo l’amministrazione, Il Sorpasso ha chiesto ed ottenuto il patrocinio morale per la manifestazione.
Non voglio più apprendere che un ciclista è stato scaraventato a terra da una portiera che si apre, come è accaduto a Oscar Castellano, ciclista morto su corso Umberto nel luglio dello scorso anno perché colpito dalla portiera che si apriva. Non vorrei più assistere impotente alla morte dei ciclisti sulle nostre strade, 251 i ciclisti morti in Italia nel 2016, uno ogni 35 ore e 16.827 feriti, uno ogni mezzora.
Sogno una città che oltre a puntare finalmente sulla mobilità ciclabile sia in grado di soddisfare i bisogni primari di tutti gli utenti della strada. I pedoni hanno la necessità di poter percorrere tutte le strade cittadine, ma purtroppo molte di queste sono senza marciapiedi e alcune di quelle che sono dotate di marciapiedi sono pieni di zone dissestate che generano cadute e infortuni ai pedoni. I pedoni hanno la necessità di poter attraversare le strade su attraversamenti pedonali che non siano lo sbiadito ricordo di strisce pedonali.
Sogno una rete stradale senza buche, che permetta ai motociclisti a alle auto di evitare di dover sostituire frequentemente gli pneumatici e gli ammortizzatori perché le strade sono ridotte in condizioni pietose.
Sogno la prosecuzione della circonvallazione verso nord e l’efficientamento del trasporto pubblico, magari attraverso la strada parco, in termini di tempi di percorrenza che permetta a tutti di raggiungere Pescara in tempi certi e paragonabili a quelli dell’automobile.
Sogno una limitazione alla circolazione veicolare per le vetture in transito sul ponte in costruzione sul Saline in corrispondenza di Porto Allegro, per evitare che il lungomare diventi la circonvallazione di Montesilvano.
Sogno di poter andare in bici da casa fino alla Torre di Cerrano a Pineto o fino ai trabocchi di Fossacesia con i miei figli per far scoprire loro quanto è bella la nostra costa e sogno frotte di cicloturisti che scorrazzano sulla ciclabile litoranea e poi si addentrano sulla Vestina fino a Collecorvino e poi su fino a Loreto e poi fino a Penne.
Per passare dai sogni ai fatti bisogna che la comunità tutta traguardi quanto possa essere appagante poter andare e tornare da Pescara, o andare e tornare da scuola o al lavoro, sui mezzi pubblici o in bici in sicurezza. Se tutta la comunità sarà capace di visualizzare questo sogno, esso si avvererà.
Affinché ciò accada è necessario che si abbandoni il ricorso ai provvedimenti estemporanei come la proposta di ciclopedonalizzazione di 350 mt di corso Umberto proveniente da #Montesilvano2019 per 110.000 €, accettata dalla Giunta in fase di approvazione del bilancio preventivo 2017-2019. Non ha senso una pista ciclabile da 350 mt che finisce nel vuoto a viale Europa e via San Francesco e non si comprenda dove dovranno passare le automobili quando questo tratto sarà interdetto alla circolazione veicolare, forse su via d’Annunzio? La sensazione è che costruire una rete ciclabile davvero interconnessa non interessi a nessuno e che il tema sia esclusivamente strumentale, magari per fascinare i commercianti della zona.
Non ha senso l’incarico conferito il 29 aprile 2016 al Dipartimento di Architettura dell’Università di Pescara per il progetto della slow mobility per 30.000 €, che a un anno di distanza ha prodotto due tavole mostrate in una conferenza stampa tenuta nella sala consiliare il 4 maggio 2017 e che necessita di un ulteriore anno non si sa per arrivare dove. La sensazione è che ci si trovi nowhere, come affermano gli americani.
Non si comprende perché dal 17 febbraio 2016, quando è stato firmato un protocollo per la riconversione dell’ex tracciato ferroviario Montesilvano – Collecorvino in pista ciclopedonale, ad oggi nulla è accaduto, né in fase progettuale né come richiesta di fondi per proseguire fattivamente nella direzione della realizzazione della pista. La sensazione è che più la si spara grossa meglio è per costruire il comunicato stampa ..
Non comunicati stampa, ma fatti concreti!
È di fondamentale importanza intessere una solida relazione con Pescara e i comuni circostanti, puntando a realizzare un piano della mobilità sostenibile partecipato, coinvolgendo portatori di interessi e cittadini, che poi conterrà le misure da realizzare nei prossimi 5-10-15-20 anni, a seconda delle risorse necessarie, per realizzare i sogni che ci permetteranno di vivere una città a misura d’uomo.
Pretendiamo una visione a lungo termine e non decisioni estemporanee utili solo a costruire consenso!