Quando andare al mare diventa un problema per timore di mostrare i propri difetti fisici

L’angolo della psicologa

Quando andare al mare diventa un problema per timore di mostrare i propri difetti fisici

Serena Fugazzi 

Quando l’importanza che la persona attribuisce ad un proprio difetto fisico (presunto o reale) è eccessiva e genera grande preoccupazione e disagio, quando il pensiero di essere brutti o esteticamente anormali è prevalente, probabilmente siamo di fronte ad un disturbo da dismorfismo corporeo, anche detto dismorfofobia.

Per chi ne soffre, ogni difetto, anche minimo, si trasforma in ossessione.

Spesso l’ansia e la preoccupazione aumentano nel periodo estivo con l’aumentare delle parti di corpo esposte.

Mettersi in costume da bagno diventa fonte di grande disagio, a causa di un’attenzione costante sul proprio supposto difetto fisico, queste persone sentono di doverlo nascondere a tutti i costi, pena un insopportabile senso di inadeguatezza e vergogna.

Se anche è presente una piccola imperfezione, la percezione di essa è notevolmente ingigantita, al punto da costringere alcune persone a non indossare il costume da bagno al mare o a vestirsi con abiti coprenti anche con il caldo estivo.

Ogni parte del corpo può diventare motivo di ansia e spesso il disagio può riguardare simultaneamente diverse parti del corpo. Le parti maggiormente interessate sono: seno, capelli, cosce e fianchi per le donne; torace, addome, naso, pene, capelli, per gli uomini.

I soggetti dismorfobici tendono a non parlare dei loro “difetti” in dettaglio e se lo fanno, concedono questa confidenza solo a pochi eletti. Preferiscono parlare genericamente della loro bruttezza proprio perché sperimentano grave disagio per la loro supposta deformità.

Spesso è ricorrente il pensiero che la loro vita comincerà quando avranno risolto il loro problema estetico, quando avranno fatto i giusti ritocchi per poter essere presentabili al mondo. Ma i ritocchi non saranno mai sufficienti, poiché essendo un problema di natura psicologica, tolto un difetto estetico, ne emergerà subito un altro.

Nel soggetto dismorfofobico la preoccupazione per i supposti difetti fisici può indurre a ritiro ed isolamento sociale, a seguire a diete rigide, o a ricorrere a ripetuti trattamenti di chirurgia estetica.

Nei casi più gravi, la preoccupazione di deformità assume caratteristiche deliranti. In altri casi, la dismorfofobia appare legata al perfezionismo ossessivo.
Ma cosa è possibile fare per ridurre il disagio e l’ansia legato a presunti difetti estetici, soprattutto nei casi meno gravi?

Ecco alcune piccole strategie di auto-aiuto:


1) Esporsi gradualmente, iniziando da contesti protetti. Fare le prime esposizioni estive in costume sulle spiagge “per famiglie” piuttosto che su quelle “per perfezionisti corporei”, in modo da abituarsi per gradi a stare in mezzo ad altre persone con pochi vestiti addosso. Con l’aiuto dell’abbronzatura poi sarà più semplice esporsi gradualmente anche in altri contesti.

2) Ironizzare affettuosamente con se stessi. Prendendo le distanze dal proprio dialogo interno ipercritico verso il corpo.